Il famosissimo attore scozzese ci lasciò il 31 ottobre del 2020

Sembrava immortale, come alcuni miti della sua stessa generazione: Gene Hackman e Clint Eastwood. Purtroppo, Steve McQueen morì quasi quarant’uno anni fa a causa di un male incurabile. Era il 31 ottobre di un anno fa e la notizia della sua scomparsa, battuta dalla BBC e nonostante qualche mese prima avevamo celebrato il suo novantesimo compleanno, sorprese tutti. Sean Connery se n’era andato in silenzio, dopo che si era ritirato dalle scene nel lontano 2003. Il pubblico di tutto il mondo, per l’ultima volta, lo aveva ammirato ne ‘La leggenda degli uomini straordinari’, dopo di allora silenzio assoluto su di lui.

Sul grande schermo, Sean Connery, aveva sempre rappresentato l’immagine dell’uomo forte, duro e affascinante. Tant’è vero che negli anni più invecchiava e più attirava donne di tutte le età. Il suo esordio è datato 1951, in uno dei tanti teatri inglesi. Due anni più tardi partecipò addirittura a Mister Universo, arrivando terzo. Finalmente arrivarono i primi ruoli, non di prim’ordine, ma significativi per la sua carriera; fino a quando, come detto in precedenza, non giunse l’anno 1962 quando uscì il primo James Bond: ‘Agente 007 – Licenza di uccidere’. E da quel momento non si è più fermato e nemmeno la saga.

Per tutti il decennio 1960 Sean Connery divenne subito un attore di fama internazionale grazie a quel ruolo, ma già nell’immediato provò a staccarsi dalla creatura di Fleming che rischiava di etichettarlo a vita. Un primo tentativo lo fece con ‘Marnie’ nel 1964. Ma è nel decennio successivo che incomincia ad ottenere altri ruoli più rilevanti, come in ‘Robin & Marian’, ‘L’assassinio sull’Oriente Express’, ‘Il vento e il leone’.

In quello stesso decennio, nel 1971 per l’esattezza, prese parte per l’ultima volta al film di 007, per poi riprenderlo in un lungometraggio non ufficiale nel 1983 dall’iconico titolo ‘Mai dire mai’. E proprio nei mitici anni ’80 che il caro Sean ci regala altre monumentali performances, ricoprendo ruoli altrettanto iconici. Si parte dal 1986 e quell’anno fu addirittura una doppietta.

Ancora una volta fu di nuovo il mondo letterario che gli permise di valorizzarlo ancor di più sul grande schermo. Tratto dall’omonimo romanzo di Umberto Eco, diventò un frate investigatore in un’abbazia dove avvengono strani delitti. Il film è ‘Il Nome della Rosa’. Sempre nello stesso anno vestì i panni di un maestro d’armi spagnolo del quindicesimo secolo, di nome Ramirez, con la missione di preparare all’adunanza l’ultimo immortale, nel film ‘Highlander’.

Nel 1987 entrò a far parte del cast di un’altra iconica opera cinematografica, non solo del decennio 1980. Nei panni del poliziotto Jimmy Malone, ne ‘Gli Intoccabili’, offrendo al pubblico anche la sua scena più tragica cha abbia mai interpretato in tutta la sua lunga carriera. Due anni più tardi recitò al fianco di Harrison Ford nel terzo capitolo della saga di ‘Indiana Jones’, nel ruolo del padre dall’archeologo più famoso della settima arte.

Si arriva dunque agli anni ’90. Più gli offrivano film importanti e più la sua stella non tramontava. Da ‘Sol Levante’ a ‘The Rock’, da ‘Caccia a Ottobre Rosso’ a ‘Mato Grosso’, da ‘Il Primo Cavaliere’ alla super partecipazione per una sola scena in ‘Robin Hood – Principe dei Ladri’; fino ad arrivare agli ultimi quattro lungometraggi a cavallo della fine del secolo scorso e l’inizio del nuovo millennio: ‘The Avengers – Agenti Speciali’, ‘Entrapment’, ‘Scoprendo Forrester’ e ‘La leggenda degli uomini straordinari’.

Ma la sua la sua stella non è mai tramontata e non tramonterà mai. Difficile dimenticarlo. Difficile pensare che le nuove generazioni non guarderanno mai i suoi film. Rimarrà per sempre impresso nell’immaginario collettivo perché ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema.

Sean Connery è uno dei pochi attori che, nella sua carriera, ha sbagliato pochissimi film. Raramente aveva compiuto qualche passo falso. Tra le scelte giuste deve anche rientrare quella in cui ebbe il coraggio, dopo l’ultimo titolo citato uscito nel 2003, di prendere la decisione forse più difficile della sua vita: ritirarsi per sempre dalle scene, intuendo purtroppo che il suo tempo era di conseguenza passato; senza rovinare tutto il lavoro svolto di una vita. Anche in questo dimostrò la sua grandezza.

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