Il nostro viaggio per le strade di Memphis non finisce con la triste parabola del Re del Rock, proseguono ancora per un po’ lungo le acque che costeggiano la città del Tennessee per omaggiare un altro sovrano della musica. Sarebbe meglio dire la Regina delle sette note. Più precisamente la Regina del Soul, Aretha Franklin; conosciuta anche come la ‘Lady of Soul’. Ma è più giusto esaltare il titolo regale che le è stato attribuito a partire dal 1967.

Aretha Louise Franklin, questo il nome per esteso, venne al mondo il 25 marzo del 1942 al 406 di Lucy Avenue a Memphis. Suo padre era un predicatore battista conosciuto a livello nazionale, mentre sua madre era una cantante gospel. Di fatto, quindi, era inevitabile che la musica scorresse forte nelle sue vene.

I primi sei anni di vita della futura Regina del Soul furono condizionati dai continui litigi da parte dei genitori; i quali, dopo la separazione, si trasferirono a Detroit. Da ciò che risulta fu la madre ad andarsene di casa e il padre, a sua volta, raggiunse la moglie con la figlia nella città di Detroit, nello stato del Michigan. Era l’anno 1948.

Nella città delle auto verrà fondata anche la famosa casa discografica conosciuta come la Motown, famosa per aver ingaggiato e scoperto i più grandi artisti afroamericani della storia della musica. Ma mentre la piccola Aretha si esibiva, per così dire, in chiesa durante le funzioni religiose, fu la madre, notato le grandi potenziali della figlia, ad allacciare i contatti con gente come Barry Gordy, il futuro fondatore della casa discografica menzionata, e Smokey Robinson, uno dei più grandi cantanti del rythm and blues e, tra l’altro, scopritore di cinque ragazzi provenienti dalla città di Gary dello Stato dell’Indiana: i Jackson 5.

Aretha, però, non era figlia unica. Aveva due sorelle che, durante le funzioni in chiesa, intonavano i canti gospel e lei le accompagnava anche al pianoforte; difatti nella sua lunga carriera la Regina del Soul non proprio sporadicamente, davanti al pubblico, si accompagnerà suonando il pianoforte.

Ma il suo esordio quando avvenne? Nel 1956, l’anno in cui Elvis Presley aveva già ‘sconvolto’ da un biennio gli Stati Uniti d’America. Aretha, aveva solamente quattordici anni e, molto probabilmente, il long play nacque durante quelle esibizioni tra le sacre mura della New Bethel Baptist Church.

In tutto furono registrate nove tracce e attualmente ‘Songs of Faith’, questo il titolo originale, è introvabile per quanto riguarda la copertina, in cui veniva ritratta la giovane cantante mentre suonava al pianoforte. A pubblicare questa prima raccolta di canzoni, considerabili pacificamente come delle vere e proprie chicche musicali, ci pensò l’etichetta discografica Checker Records.

In quegli stessi anni la futura Regina del Soul venne ‘corteggiata’ per entrare nella scuderia di Barry Gordy. Addirittura i grandi nomi come Mahalia Jackson e lo sfortunato Sam Cooke, assassinato misteriosamente nel dicembre del 1961, l’avevano quasi convinta a firmare per la Rca. Il più lesto, però, fu il produttore e critico musicale John Hammond che la convinse a firmare per la Columbia. Purtroppo non si rivelò una scelta felice: quattro album, quattro insuccessi.

Il primo suo disco vero, però, risale al 1961; una sorta di secondo esordio, dunque, e semplicemente intitolato ‘Aretha’. Non composta da brani di rilievo, per non dire passati alla storia. Stessa sorte, come abbiamo detto, anche per gli altri. Non furono, quindi, facili inizi per lei e ciò metteva, non indubbio, ma in secondo piano il suo dono naturale: la voce.

Tutto questo accade perché fu la stessa casa discografica che le impose il genere pop a discapito del soul, del gospel e del rythm and blues al quale lei era naturalmente portata. Questi quattro dischi furono pubblicati tra il 1961 ed il 1963. Oltre ad ‘Aretha’ si devono annoverare anche: ‘The Electrifying Aretha Franklin’; ‘The tender, The moving’, ‘The swinging Aretha Franklin’; ‘Laughing on the outside’. In mezzo, la stessa Aretha, è comunque riuscita a portare al successo alcuni 45 giri, ma la vera svolta tanto attesa non tardò a presentarsi alla sua porta

Era il 1967 quando Aretha Franklin divenne per tutto il mondo quella che è conosciuta ancora adesso: la Regina del Soul. Lasciò l’infruttuoso rapporto con la Columbia per firmare con l’Atlantic Records e questa unione fu di gran lunga ancor più redditizia di quanto potesse immaginare, non solo per le casse della casa discografica: tre album in un solo anno, tre long play di successo e tre dischi entrati, addirittura, nella storia. Una sorta di record personale.

‘I never loved a man the way I love you’, pubblicato il 10 marzo; ‘Aretha arrives’, pubblicato il 4 agosto; e ‘Take it like you give’ del 5 aprile sempre dello stesso anno. In queste raccolte d’inediti sono comprese canzoni come ‘I never loved a man’, la cover di Sam Cooke ‘A gonna change is come’ e il primo leggendario brano di successo: ‘Respect’.

Quest’ultima canzone, fin nell’immediato, divenne inno del movimento femminista e dei diritti civili, con un testo rappresentante tutti coloro che volevano essere trattati con rispetto. Soprattutto versi e parole che richiamavano, indirettamente, il suo dramma personale. Inoltre, il titolo della canzone, è anche quello del biopic che uscirà il prossimo 7 ottobre nei nostri cinema, mentre negli Stati Uniti d’America è già uscito il 13 di agosto.

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