Questa terza ed ultima parte la potremmo intitolare, addirittura, ‘A modo mio’, ‘My way’. Questa frase è in realtà è il titolo della celebre canzone che Frank Sinatra pubblicò nel 1969. Elvis Presley, all’inizio non convinto, dovette lavorarci sopra per sentirla propria. Non a caso fu aggiunto un verso nella parte finale rispetto al testo originale: the record shows I took the blows and did it my way.

Ma perché questo titolo per questa ultima parte? Forse per dire che Elvis Presley, di fatto, se né andato a modo suo? Vivendo forse non proprio come egli stesso desiderava nonostante ciò che era stato e conquistato in vita? Si è sempre sostenuto che la troppa fama uccide o forse il tutto era dovuto ai ritmi troppo stressanti a cui era sottoposto. Se fosse così lui era il Re e poteva decidere di riposarsi quando non si sentiva di cantare. Però non andò così, non poteva sottrarsi.

Era diventato una macchina per fare soldi, non più il ragazzo con la chitarra che incantò l’America negli anni ’50 con una canzone non sua nel lontano 1954. Da quell’anno erano trascorsi ben 23 anni e la mattina del 16 agosto del 1977 Elvis Aron Presley venne rinvenuto in fin di vita nel bagno nella sua villa a Graceland intorno alle 1.30 pomeridiane, dopo che lo stesso si era chiuso all’interno con un libro quattro ore prima. La notizia si sparse talmente in fretta che, nel giro di qualche ora, si erano raggruppate quasi ottantamila persone davanti alla villa del cantante.

In verità il racconto dovrebbe finire qui ma la sua leggenda, il suo mistero e molto probabilmente la sua seconda fortuna inizia proprio dalla sua morte; inspiegabile per alcuni, troppo misteriosa per altri. Il giorno stesso in cui si sparse la voce della sua scomparsa all’aereoporto di Memphis videro un uomo identico a lui acquistare un biglietto per il primo volo diretto in Argentina. Anni dopo si è scoperto che a Memphis all’epoca un aereoporto non esisteva ancora.

Non finisce qui: nel giro di poco tempo, esattamente il 31 dicembre del 1977, una famiglia di turisti, entrata nella villa per visitarla, scatta una foto dal giardino della meditazione di Graceland, immortalando la facciata posteriore della casa. Una volta sviluppato il negativo, in una di quelle istantanee c’è qualcosa di strano: da dietro alla porta a vetro pare che ci sia proprio lui affacciato verso i turisti.

Il terzo, ipotetico, avvistamento avverrebbe, invece, sotto gli occhi di un network televisivo mentre intervista il padre Vernon Presley, affranto dal dolore, mentre parla, da dietro alla finestra si vede un uomo passare che pare avere i suoi stessi tratti somatici e nonché la sua inconfondibile capigliatura.

Per tutto il decennio successivo, invece, gli avvistamenti non si contano più. Addirittura alcuni abitanti di una piccola contea americana affermano di averlo visto in più occasioni e nello stesso giorno: mentre faceva la coda al supermercato; mentre si recava, a quanto pare, nel suo burger king preferito e, addirittura, mentre faceva benzina.

Ma quella più eclatante risalirebbe al 1990 mediante un film entrato nell’immaginario collettivo di noi tutti: Mamma, ho perso l’aereo. Vi ricordate il momento in cui la mamma di Kevin parla ad una commessa dell’aereoporto? Bene, notate questa scena.

Dunque, l’assomiglianza è quasi notevole. Stesso tic, vero? E lo stesso regista, che più volte ha dovuto smentire la partecipazione del Re nel film, e il piccolo protagonista si sono fatti una grossa risata.

Ma molti insistono su un punto estremamente particolare: di quella comparsa non solo non si conosce il nome ma, addirittura, si sono anche perse le sue tracce almeno fino a quelche anno fa quando è stato finalmente trovato: il nome è Gary Groot. Altri ancora, forse più come scherzo, lo avrebbero visto durante la cerimonia d’inaugurazione del primo mandato di Barack Obama, nel 2009.

L’ultima stranezza, invece, è relativa al suo nome inciso sulla lapide. Bisogna precisare che Elvis Presley ha due tombe: la prima è quella allestita nella cappella del cimitero a Memphis. Successe che, qualche mese più tardi l’improvvisa scomparsa, alcuni fan cercarono di trafugare la bara. Da lì nacque l’esigenza, visto anche che la legislazione dello Stato del Tennessee lo permetteva, di effettuare una seconda sepoltura ma privata proprio nel giardino della meditazione di Graceland ed è lì che si esplode un nuovo giallo: il suo secondo nome è scritto con due A.

Eppure all’anagrafe venne registrato con una sola A. Forse non è morto oppure ciò che rimane di lui è rimasto sepolto al cimitero? O ancora: la doppia vocale risalirebbe alla tradizione ebraica visto che aveva lontane origini ebree, oltre che tedesche e scozzesi? Senza dimenticare anche la stranezza relativa ad un uomo misterioso, dal nome Jon Cotner, che non solo era assomigliante a lui ma con lo stesso timbro di voce, che attraverso il proprio canale youtube ripubblicava le sue canzoni.

Al di là di avvistamenti, di teorie cospirazioniste e di nomi scritti in malo modo su lapidi tralasciando anche il particolare dell’incontro che Elvis fece con il Presidente Nixon due anni prima della prematura scomparsa, in cui si dice che si iniziato tutto da lì, il funerale che si tenne il 18 agosto del 1977 a Memphis coinvolse non solo tutta la cittadinanza, ma l’evento venne anche ripreso dalle televisioni dell’epoca per delle immagini ancora adesso storiche. Per un’uscita di scena simile più che ad un cantante ma ad una personalità di Stato, non a caso era il Re, appunto.

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