Vivienne Westwood lo scorso 8 aprile ha compiuto 80 anni, stilista inglese del genere punk, anticonformista è nota per le sue realizzazioni “green fashion”. Artista eccentrica ed autodidatta ha coraggio da vendere (critiche e non, ovviamente non si può piacere a tutti), la sua spudoratezza è il suo marchio che la contraddistingue. Riesce a captare con estrema sensibilità le tendenze prima che diventino di pubblico dominio e funge quindi, per gli insiders, da ispirazione per eccellenza. “I vestiti sono qualcosa di emotivo. Ti fanno affrontare il mondo in modo spettacolare.” Il messaggio di Vivienne è forte e chiaro.

Con determinazione ha sempre affermato: “Comprate meno, scegliete meglio, fatelo durare. Evitate di comprare cose inutili, comprate un solo capo all’anno, il resto vintage: usate diversamente ciò che avete nell’armadio”. Bisogna allungare il ciclo di vita dei capi, rivalorizzandoli con soluzioni creative, il fast fashion una decelerazione basata sul valore degli oggetti e delle memorie personali e collettive che questi portano con sé, denominata ‘vintage’. Il rifiuto all’irrazionale consumismo odierno è di notevole importanza.

“Sono una donna con una missione” dice lei stessa: sono anni che lotta al fianco di Greenpeace contro il riscaldamento globale. Promotrice del vegetarismo, è diventata testimonial della campagna per l’associazione PETA, girando un video totalmente nuda, in occasione della giornata mondiale dell’acqua. Ma non solo, è in prima linea anche con Amnesty International per la difesa dei diritti umani.

Le sue creazioni “scandalose” hanno l’intento di far veicolare messaggi forti e ideologie precise; sono coerenti con il suo impegno: tutti i suoi capi sono cruelty-free, privi di pelle o pellicce d’origine animale. Divulgatrice del genere punk, a detto: ”ogni volta che indossiamo un capo pieno di borchie e strappi, pensiamo al fatto che c’è stato qualcuno che ha lottato contro il sistema per farci sentire liberi di indossare ed essere quello che vogliamo”.

Vivienne nasce nel 1941 in Inghilterra, in un villaggio del Derbyshire, il luogo meno punk del mondo. Si distingue subito per la sua personalità irriverente e inconsueta. Vive un’infanzia felice, considerando l’austerità del periodo bellico, che le infonde un’etica volta al riciclo e al risparmio che la accompagneranno per tutta la vita (il buon senso del genere punk a non sprecare).

Nel 1958 si trasferisce a Londra con i genitori, diventa insegnante della scuola dell’obbligo e sposa Derek Westwood, il manager di una sala da ballo di provincia con cui ha un figlio. Realizza da sola il suo abito per la cerimonia “Non molto bene”, dice, “Era ancora tutto pieno di spilli”. Poco dopo lascia il marito (perché non sta imparando nulla da lui), mantenendo il suo cognome e inizia una nuova vita.

Il suo nuovo compagno Malcom McLaren studente della Croden Art school, amico di suo fratello e critico impietoso del movimento Flower-Power. Insieme cercano nuove forme d’espressione, scoprono lo charme piccolo borghese degli anni ‘50 e iniziano a guadagnarsi da vivere con una moda nostalgica e trend. Vivienne nel frattempo madre di due maschietti, scuce vecchi abiti Tedd Bo per poter ricavare il cartamodello e produrne altri. Questa stilista non bada a quello che fa: l’importante, per lei, è arrivare in fondo al problema che le interessa.

Due anni dopo la coppia trova una nuova clientela nel mondo del rock e dell’underground e nel 1972 cambiano nome al loro negozio in “Too Fast to live, too Young to Die”, vendono dei completi di cuoio marziali, vestiti africani coloratissimi e T-shirt con immagini pornografiche che creano ai due problemi con la giustizia. La loro reazione è immediata: ribattezzano il negozio “SEX”, accentuando i contenuti pornografici delle immagini e arricchiscono il loro assortimento con dell’abbigliamento sado-maso fortemente tabù.

A Vivienne piace portare questo gioco scandaloso fino al limite del possibile e la sua clientela ne è entusiasta: i “catalyst-shirts” della Westwood vanno a ruba. L’idea del Punk nasce in questo modo. Lui diventa manager dei New York Dolls, lei crea il suo abbigliamento sensazionale, completamente rosso in gomma e in vinile.

Tuttavia il successo arriva nel 1975, quando fondano la leggendaria punk band Sex Pistols, McLaren come impresario e la Westwood come costumista, e ribattezzano il loro negozio del loro negozio Seditionaries. Vivienne ricorda: “all’epoca non mi vedevo ancora come stilista di moda.

Cercavamo solo dei motivi di ribellione per sbatterli in faccia all’establishment, il risultato fu il punk. ”Tre anni più tardi la subcultura dei ribelli si scioglie, la band è arrivata alla fine e Sid Vicious muore di overdose. Vivienne dopo questo tragico episodio si dissocia dal punk e ancora più tardi da Malcom McLaren (nel 1985). Con la sua innata energia comincia a dedicarsi alla ricerca di modelli diversi nella storia dell’abbigliamento interessandosi ai vestiti outcast, ribelli, indiani e pirati e nel 1981 realizza la sua prima sfilata di moda. Capi confezionati con materiali di primissima qualità e
tecnica non adatti a tutte le tasche.

La Westwood con il claim : “Do it yourself” invita la gente a confezionare i propri abiti da sé e creare una moda e uno stile personale. Grazie a lei assistiamo al ritorno del corsetto e del faux-cul: la sua ispirazione deriva dall’amore per
l’arte, per la storia, in chiave sempre moderna. Tra gli anni ’80 e ’90 le sue collezioni fanno il giro del mondo: Parigi, New York, Roma. Nel 1992 sposa Andreas Kronthaler, uno studente giovane e geniale che negli ultimi anni ha preso le
redini dell’azienda. Una relazione “unconventional”,dove l’amore non ha età.

Per tre anni consecutivi dal 1991 al 1993 fu eletta migliore stilista inglese dell’anno, ha insegnato all’Accademia delle arti applicate di Vienna e all’Accademia delle belle arti di Berlino. Nel 1992 la regina Elisabetta la nomina membro del Royal College of Art e la designa “Officer of the British Empire”.

Vivienne Weswood ha cambiato il mondo di “fare” tendenza, dalla personalità irriverente, eccentrica e ribelle è celebrata come fashion-queen e rimane un icona originale e strabiliante della moda del XXI secolo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *