In questa settimana appena trascorsa non c’è stata solamente la perdita della grande ed immensa Raffaella Carrà, oltreoceano hanno pianto anche un grande regista. La sua scomparsa è avvenuta proprio nello stesso giorno in cui ci ha lasciato la ‘Raffaella Nazionale’. Newyorchese di nascita, precisamente nel quartiere del Bronx, ed era partito con l’idea di voler diventare attore. Richard Donner, però, non immaginava che il suo nome sarebbe stato legato indissolubilmente ai vari titoli storici del grande schermo, intesi più come blockbuster e cinecomics.

Ecco, quest’ultimo genere al cinema si può dire che è nato proprio con lui. Negli anni seguenti molti hanno ripreso quel modo di raccontare i supereroi sul grande schermo. Il suo capolavoro era il ‘Superman’ del 1978 e Richard Donner divenne un regista di fama mondiale.

Nato il 24 aprile del 1930, anche lui ha fatto parte di quella generazione d’oro che ha regalato tanto al grande e piccolo schermo: come Sorrel Booke, il ‘Boss Hogg’ di Hazzard; Sean Connery, Gene Hackman, Steve McQueen e Clint Eastwood, tanto per citarne alcuni. Tutti nati nel suo stesso anno.

Anche la sua carriera iniziò nel mondo delle serie televisive o meglio con gli show televisivi come ‘Ricercato vivo o morto’, proprio con Steve McQueen; per poi occuparsi di ‘Get Smart’, ‘Selvaggio west’, ‘L’isola di Gilligan’, ‘L’uomo da sei milioni di dollari’, ‘Kojak’ e anche qualche episodio de ‘Ai confini della realtà’ e ‘Il fuggiasco’ del 1963.

In quello stesso periodo lavorò anche con Charles Bronson nel 1961, dirigendo il film ‘Il leggendario X-15’. Nel 1976 lavorò con Gregory Peck ne ‘Il presagio’. Come detto il successo mondiale lo raggiunse nel 1978, lanciando il giovane e sconosciuto Christopher Reeve’, in ‘Superman’. Nel cast erano presenti anche attori del calibro di Marlon Brando, Glenn Ford, Gene Hackman e Ned Beatty, quest’ultimo scomparso il 13 giugno scorso.

Per tutti gli anni ’80 e ’90 dirige film che rimarranno nell’immaginario collettivo come ‘I Goonies’ e ‘Ladyhawke’ nel 1985; ‘Arma Letale’ del 1987; ‘S.o.s. Fantasmi’ del 1988. E ancora: negli anni ’90 la trasposizione cinematografica della serie televisiva anni ’60 ‘Maverick’ con Mel Gibson e che prevedeva nel cast anche l’interprete originale James Garner; l’attore conosciuto anche per la famosa serie televisiva, tra gli anni ’70 ed ’80: ‘Agenzia Rockford’.

Nello stesso periodo ritornò ritorno nell’universo delle serie tv grazie a ‘I racconti della cripta’. Nel nuovo millennio, invece, sembrò staccarsi totalmente dal suo impegno dietro alla macchina da presa diventando, guarda caso, produttore di cinemcomics. Infatti il primo e storico ‘X-men’ lo si deve proprio a lui e in quella squadra di produttore c’era anche un giovanissimo Kevin Feige. Ma 6 anni dopo ritorna a dirigere un film, l’action drama, ’16 blocks’; meglio conosciuto come ‘Solo 2 ore’ con Bruce Willis e questo è stata la sua ultima opera cinematografica.

Alla notizia della sua scomparsa hanno voluto lasciare un messaggio in ricordo del regista. non si tratta solo di gente comune e quindi cresciuta con i suoi film, ma anche colleghi e attori con il quale ha condiviso tanti successi al botteghino.

Il primo è stato Mel Gibson: “Donner! Il mio amico, il mio mentore. Oh, le cose che ho imparato da lui! Ha spesso sminuito il suo talento e la sua grandezza definendosi ‘solo un vigile urbano’. Ha lasciato il suo ego alla porta e ha richiesto quello degli altri. Era magnanimo, donava generosamente a tutti coloro che lo conoscevano. Se accumulassimo tutte le buone azioni che ha fatto, si estenderebbe in qualche luogo inesplorato nel firmamento. Mi mancherà moltissimo, con tutto il suo ingegno malizioso e la sua saggezza”.

Steven Spielberg: “Donner aveva una potente padronanza dei suoi film”. E ancora: “Essere nella sua cerchia era come uscire con il tuo allenatore preferito, il professore più intelligente, il motivatore più feroce, l’amico più accattivante, l’alleato più fedele e, ovviamente, il Goonie più grande di tutti. Era un ragazzino. Tutto cuore. Tutto il tempo. Non posso credere che se ne sia andato, ma la sua risata roca e cordiale rimarrà sempre con me”.

Sean Astin: “Richard Donner aveva la voce più grande e risonante che chiunque possa immaginare. Stava attirando l’attenzione e rideva come nessuno aveva mai riso prima. Dick era così divertente. Quello che ho visto in lui, a 12 anni, era vicino al suo cuore e mi è piaciuto molto”.

Con lui se ne va un’ulteriore parte di Hollywood che ha fatto sognare intere generazioni di ragazzi. Richard Donner, scomparso all’età di 91 anni, nella sua carriera ha lasciato un segno indelebile sul grande schermo, nonostante non sia mai stato compreso nella cosiddetta ‘Nuova Hollywood’. Soprattutto è stato il regista che fece credere al cinema che un uomo potesse volare, specie quando gli effetti speciali non avevano la tecnologia avanzata di oggi.

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