Doveva essere sulla carta Italia – Francia, invece sarà la Spagna a sfidarci a Wembley per poi giocare l’ultimo atto l’11 luglio. Diciamo questo, perché, a sua volta il quarto di finale avrebbe dovuto essere Francia – Spagna. Che partita, vero? Ma visto che i Campioni del Mondo, troppo sicuri di sé, si sono fatti fregare da una Svizzera, tecnicamente migliore rispetto agli altri appuntamenti, ma pur sempre relegata a vittima sacrificale; cosa che questa volta non è successo.

Gli elvetici hanno eliminato i francesi e, sempre comunque a sorpresa, stavano per fare lo stesso scherzetto agli spagnoli, i quali per poco non ci cascavano. Passano loro, dunque. Passa Luis Enrique, che con la sua truppa di ragazzi cerca di portare avanti quel credo calcistico che ha permesso, alla stessa ‘roja’, di stravincere nel 2008, nel 2010 e nel 2012.

È vero, non ci sono più Xavi, Iniesta, Villa, Puyol, Fernando Torres e ancora tanti altri. C’è, d’altro canto, una buona squadra che, fino adesso e dopo tantissime difficoltà, ha comunque mostrato giocate egregie. Si è sbloccata nel terzo match del girone con una goleada, ripetuta poi negli ottavi di finale. ma qualche limite lo ha mostrato, come lo ha mostrato proprio contro la Svizzera.

La Spagna stava addirittura capitolando nella lotteria dagli undici metri. Avanza sicuramente con merito, ma a quanto sembra non è più irresistibile, ma è una squadra che sa soffrire. Come anche l’Italia.

Cosa si può dire di noi? Ieri sera è stato il nostro battesimo del fuoco. Siamo tornati grandi fra le grandi come non capitava da tempo. Sono stati anni bui, i nostri. Anni che, dopo il trionfo del 2006, non siamo più riusciti a fare un torneo degno della nostra storia. E pur vero che nelle precedenti edizioni degli Europei abbiamo fatto più bella figura che agli ultimi edizioni dei mondiali. Forse non ci eravamo resi conto che avevamo imboccato un tunnel pericoloso o forse ci eravamo accorti e non volevamo vedere fino a quando non siamo andati ai mondiali del 2018.

Abbiamo vinto contro la prima del ranking Fifa, abbiamo vinto una nazionale che era più avanti di noi, abbiamo vinto con personalità e follia. Basti pensare alle due reti di Barella: slalom gigante in mezzo a tre in aria e chiuso con tiro ad incrociare la palla verso l’angolino più lontano del portiere; ed una parabola magica, meglio conosciuta come ‘tiro a giro’, di Lorenzo Insigne.

Prima c’era stato il gol annullato a Bonucci, su evidente fuorigioco del suo compagno di reparto, Giorgio Chiellini, poi, nel secondo tempo, magistrale salvataggio di Spinazzola; non il migliore dell’Italia, ma il miglior terzino non dell’Europeo ma del mondo. Peccato per la sua sfortuna, peccato che si è bloccato nel momento più bello, nel momento in cui era lanciato verso la porta. Chissà se avesse scelto di passarla ad un compagno oppure di tentare la giocata in solitaria cosa sarebbe successo?

Peccato perché se siamo in Semifinale è stato anche merito suo, che con le sue sgroppate ha trascinato una squadra fino adesso compatta, irresistibile, inesperta sicuramente ma con una grande entusiasmo che aiuta molto. La diagnosi su Spinazzola non è positiva, si parla di possibile rottura del tendine d’achille. Torneo finito. Al suo posto ci sarà Emerson Palmieri o Toloi, ma per capirlo c’è tempo.

Il merito va anche a ‘Gigione’ Donnarumma che ieri ha chiuso la sua porta a De Bruyne e Lukaku. Specialmente sul primo ha fatto una di quelle parate che sono difficili da dimenticare. Il rigore subito per fallo su Doku non era per nulla ininfluente, anzi, in un paio di occasioni abbiamo anche rischiato di subire il pareggio successivamente. Fortunata che non è arrivato.

Di Lorenzo ha trovato nello stesso Doku, talento straordinario, un avversario difficile da arginare, ma questo non valeva solo per lui; anche per il resto del reparto. Immobile ha lottato come un leone senza trovare la freddezza, e la lucidità, giusta per scagliare la sfera come aveva fatto contro l’Austria. Jorginho e Verratti ormai sono una garanzia. Chiesa non ha segnato, ma sulla sua fascia di competenza non ha trovato rivali. Chiellini, il vero muro dopo quello di Fabio Cannavaro.

Cos’altro si potrebbe dire che ancora non si è detto? Che forse il Belgio ha deluso perché lo si credeva più arrembante o non lo è stato perché noi abbiamo giocato più leggeri con la testa? Senza farsi schiacciare troppo dalla maledetta tensione e mostrando tutto il nostro valore? La risposta è sì e per adesso diciamo: buona la quinta, perché siamo in semifinale contro la Spagna.

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