Il 27 giugno del 2016 ci lasciava Bud Spencer

In occasione del quinto anniversario della scomparsa di Bud Spencer vi riproponiamo l’intervista fatta a sua figlia, Cristiana Pedersoli, ed autrice del libro dedicato a lui: ‘Bud – Un gigante per papà’

L’INTERVISTA

A giugno saranno cinque anni e non sembra ancora vero che ci ha lasciato. Nel frattempo, pandemia permettendo, le celebrazioni, gli omaggi continuano nei confronti di Carlo Pedersoli, universalmente conosciuto come Bud Spencer. Proprio oggi, 27 giugno che sarebbe oggi, a Berlino, viene inaugurata una seconda mostra, in suo onore, dopo che la prima venne realizzata a Napoli giusto quasi due anni fa ormai, quando organizzare eventi, con assembramenti compresi, era la pura è semplice normalità.

Mi sono impuntata di organizzare la prima mostra a Napoli. Tutti gli altri volevano farla a Berlino, invece io ci tenevo particolarmente che la prima mostra fosse a Napoli’. A parlare è Cristiana Pedersoli, pittrice e scultrice, nonché figlia di Bud Spencer. Per l’occasione l’abbiamo ‘incontrata’ telefonicamente e le abbiamo chiesto qualche aneddoto e qualche curiosità su suo padre. Senza dimenticare che giusto l’anno scorso pubblicò il suo libro dedicato all’indimenticato attore: ‘Bud – Un gigante per papà’.

No, assolutamente è nato per caso. Non avevo intenzione di scrivere un libro. Mi occupo di altre cose. Avevo iniziato a mettere per iscritto tutti i miei ricordi dei momenti passati insieme. Ma non so per quale motivo. Forse per cercare di comunicare ancora con lui. E’ stato un caso che l’editore tedesco, che invece aveva già pubblicato dei suoi libri, ha chiesto se avevamo intenzione di fare una biografia che nessuno voleva fare. Avevo scritto degli appunti miei di ricordi e lui ha detto se glieli mandavo e così è nato tutto. Gli sono piaciuti e ha deciso di pubblicarli e di farmi aggiungere tutta una parte biografica che nei miei appunti non c’era’.

Ci viene addirittura spontaneo chiederle quale sia stato il primo ricordo che ha messo per iscritto: ‘Il primo, adesso non ricordo esattamente, forse erano quelli legati al mare. Di lui che stava sempre sul suo rimorchiatore e che gli piaceva molto l’acqua in tutte le sue dimensioni. Era il suo ambiente naturale’.

L’acqua, appunto, era il suo ambiente naturale come è stato ribadito innumerevoli volte in tutti questi anni. Talmente naturale che, oltre a conquistare medaglie e record nelle singole competizioni legate al nuoto, si vocifera che, durante la lavorazione di uno dei tanti film famosi al quale stava lavorando, Bud Spencer trasse in salvò, addirittura, quattro stuntman.

Si, anche di più credo. Ed era successo anche quando era giovane e si trovava a nuotare, forse sul Tevere. Successe che cadde una balaustra con tutta la gente che guardava questa gara che facevano nel fiume e lui salvò varie persone che stavano affogando. E questo è stato un primo salvataggio che era stato riportato persino su un giornale che io non riesco a più a trovare dell’epoca. E poi è vero, durante le riprese di ‘Piedone a Hong Kong’, che poi ero anche lì, mi ricordo che fecero questa scena con questi stuntman che poi erano più che altro campioni di arti marziali. Quindi diciamo che non avevano molta familiarità con l’acqua. Li vestirono di tutto punto, fecero questa scena forse i vestiti troppo pesanti. Evidentemente non erano dei grandi nuotatori perché ebbero grosse difficoltà e lui prontamente li portò in salvo’.

Appare anche naturale domandarle in quale scena lo divertisse di più fra le tante che gli aveva visto girare: ‘E’ una domanda che mi prende alla sprovvista perché ce ne sono talmente tante. Adesso così mi viene in mente che ci sono poi delle scene che io ricostruisco anche sul mio vissuto sul set e quindi non solo esclusivamente cinematografico, proprio per quello che successo dietro e che riguarda, forse, ‘Altrimenti ci arrabbiamo’ o forse era un altro film’.

Dove loro erano vicino ad un biliardo e stavano giocando e arrivano tutti gli stuntman che erano i cattivi e mi ricordo che ripetevano quella scena della scazzottata più volte ma perché si divertivano, quel giorno, a prendere in giro uno degli stuntman, nel fargli prendere più botte una dietro l’altra. E loro dicevano ‘rifacciamo’ e a si facevano l’occhiolino e quel giorno risero a crepapelle perché erano tutti d’accordo: il regista, la macchina, gli attori a ripetere questa scena nel far prendere questi schiaffoni a questo stuntman più volte. Era stremato. Però c’era un ambiente molto goliardico, simpatico’.

Chiacchierando con lei cerchiamo di scoprire il titolo del film che in realtà non sembra essere ‘Altrimenti ci arrabbiamo’ del 1974. Ma bensì ‘Due superpiedi quasi piatti’. Come abbiamo scoperto il clima sul set dei suoi film era completamente goliardico e spensierato, forse anche per questo motivo che Carlo Pedersoli, di tutto il successo che stava ottenendo in carriera, non avvertiva nemmeno un po’ di ansia o addirittura pressione.

Assolutamente, troppo tranquillo. Non avvertiva nessuna pressione. Mentre devo dire che Terence era veramente molto concentrato. Ripeteva sempre le scene avanti e indietro, si isolava. Era molto attento. Papà invece la sera: dieci minuti dopo e aveva finito. Andava sul set il giorno dopo con il massimo della tranquillità. Improvvisava molto, assolutamente. Per lui era un ambiente familiare. Non aveva pressione su nulla. Niente ansia, ma faceva parte del suo carattere’.

Ovviamente di domande al grande Bud Spencer, come anche allo stesso Terence, sono state fatte tante. Mai, però esattamente sul come sia nato quella tipologia di comicità. Se è stato frutto di un caso oppure c’era fin dal principio una sorta di progetto studiato a tavolino. E’ pur vero che ormai tutti noi conosciamo come in realtà si sia formata la coppia, ma mai quella serie di film:

Diciamo che nasce tutto da una intuizione di Enzo Barboni, che era il regista di Trinità. La coppia è nata con Giuseppe Colizzi che fece ‘Dio perdona io no’, ‘I quattro dell’Ave Maria’ tutta quella serie che però non apparteneva al filone comico. Il filone comico nasce con Barboni, con i ‘Trinità’, creando uno stacco tra il western classico di Sergio Leone. Nudo e crudo, con i cattivi, con le sparatorie, dando fine di fatto a quella tipologia di western intesa come lo spaghetti-western e quindi il western comico. Forse hanno preso spunto dalla comicità degli anni ’30, la gestualità, l’esprimersi con i movimenti, i gesti, con le poche battute. Certo, una grossa intuizione e che sicuramente non si aspettavano che avrebbe avuto così grande successo’.

Forse effettivamente nessuno si aspettava che ancora oggi i suoi film vengono ancora visti in tutti i modi dai fans. Anche attraverso il classico passaggio televisivo. Eppure Bud Spencer, inteso come la sua storia, per non dire anche la sua leggenda sembra essere valorizzata di più all’estero che in patria. Precisamente in Germania, dove si terrà appunto la prossima mostra: ‘I tedeschi sono i più attivi e riescono ad organizzare eventi. Lo riconoscono più ufficialmente di noi. Lo notiamo pure noi e mi dispiace’.

In effetti questo particolare lascia leggermente perplessi non solo i fans più sfegatati. Quando in quel 27 giugno del 2016, dopo qualche ora che l’Italia aveva eliminato la Spagna agli Europei di calcio, arrivò la notizia in terra tedesca lo sport si fermò qualche istante nel mostrare il proprio dolore per la scomparsa dell’eroe di tante scazzottate e non solo. Anche i giornali tedeschi presentavano titoli più sentiti di quelli italiani.  La ‘Bild’ apparve con il titolo: se né andato l’ultimo eroe.

E Bud Spencer per tutti noi è un eroe. Il gigante buono che si metteva sempre in difesa dei più deboli. Ci si immedesimava con lui durante quelle risse in cui il prepotente di turno soccombeva, ma senza mostrare una goccia di sangue dopo lo scontro. Quegli schiaffoni e quei cazzotti parevano essere usciti dai cartoni animati. Una comicità particolare, atipica, dove la violenza stessa era sì presente, ma sottoforma di esilarante parodia.

Eroe, semmai si può sottolineare senza apparire troppo esagerati nel termine, nello sport, con tutte le vittorie e conquiste di record ottenuti nel nuoto e anche nella vita privata. Come quando salvò delle persone. Senza dimenticare la grande umiltà nello svolgere ogni tipo di lavoro, tranne il ballerino d’opera e il fantino d’ippica come precisò durante una delle ultime interviste rilasciate.

Abbiamo chiesto a Cristiana Pedersoli se oltre a quella di Berlino c’erano all’orizzonte altre mostre da allestire. L’interesse non è rappresentato solo da Bud Spencer, ma anche dai suoi lavori come quadri e sculture: ‘Tutti gli eventi sono spostati a settembre’, ci risponde. E noi saremo pronti per seguirli.

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