La finale tra Milan e Roma si è risolta ai calci di rigore

Tre ore di battaglia per decretare il vincitore. Una durata infinita per una partita di calcio. Era successo qualche giorno fa nella finale di Europa League. Si è ripetuto in quel di Reggio Emilia allo Stadio Mapei, in cui si sono affrontate e molto a viso aperto, le formazioni di calcio femminile del Milan e della Roma per la gara valevole per la Finale di Coppa Italia.

Due squadre che non avevano mai alzato questo tipo di trofeo con la nuova denominazione, fino a ieri sera. E che sono giunte all’appuntamento tanto atteso dopo aver eliminato, rispettivamente, l’Inter e la Juventus.

Una partita combattuta fin dal primo minuto e senza mai risparmiarsi, anche quando le giocatrici in campo iniziavano a soffrire la stanchezza e qualche crampo. Molte sono state le occasioni da gol, ma nessuna delle due compagini è riuscita a sfondare il muro della difesa avversaria.

Tre ore di battaglia, dunque. Considerando gli effettivi novanta minuti, i supplementari e la lotteria dei calci di rigori con le rispettive pause tra i vari tempi di gioco. Il primo tiro in porta è delle rossonere, le quali con Dowie sfiorano il vantaggio grazie ad un pallonetto che stava quasi per beffare Ceasar.

Forse, però, la squadra che ha più da recriminare è proprio il Milan allenato Maurizio Ganz per la maggior parte delle volte che ha sfiorato il vantaggio. Con ciò non vuol dire che la Roma, allenata da Elisabetta Bavagnoli, è stata a guardare o comunque ha subito per tutta la gara. Nonostante le numerose occasioni delle avversarie, le giallorosse hanno registrato il possesso palla più alto, l’81 per cento. Mentre il Milan solo il 70 per cento.  

Se il Milan aveva dalla sua le scatenate Dowie e Giacinti a creare problemi alla difesa avversarie, le rossonere venivano punzecchiate sulla fascia sinistra dall’incontenibile Serturini. La quale ha creato non pochi grattacapi su quella zona del campo. Da non dimenticare anche Thomas che con un paio di azioni avrebbe potuto tranquillamente portare in vantaggio la Roma e, così, spezzare l’equilibrio tra le due formazioni. Equilibrio che si è mantenuto fino ai rigori.

Come detto anche la stanchezza ci ha messo purtroppo lo zampino e anche sul più bello. Difatti alcune giocate, alcuni tiri, alcune azioni non sono state concretizzate a dovere proprio a causa dell’elevato ritmo di gioco sostenuto per tutto il match. In definitiva i rigori sono apparsi come la soluzione più giusta, anche se crudele per certi versi.

A festeggiare è la Roma che trionfa per 3 a 1. Gli errori delle milaniste Boquete, Grimshaw e Tucceri Cimini condannano comunque ad una sconfitta immeritata. Mentre i tiri dagli unici metri di Giuliano, Seturnini e Bernauer, dopo l’errore di Linati sanciscono l’altrettanto non immeritata vittoria della Roma.

Entrambe le squadre avrebbero meritato di alzare la coppa. Non solo per ciò che hanno fatto vedere in campo, ma anche per ciò che hanno mostrato in tutta questa stagione. Hanno onorato l’impegno fino alla fine, regalando al pubblico presente sugli spalti e davanti al televisore una partita gradevole da vedere e da seguire fino all’ultimo penalty.

Fonte Foto Figc

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