Pfizer, Astrazeneca, Moderna, Johnson&Johnson: queste sono le quattro parole maggiormente nominate da quando la campagna vaccinale anticovid ha preso il suo avvio in Italia.

L’arrivo dei vaccini è stato tanto sperato quanto criticato, attorno ad essi mille urla di speranza e tante parole di timore e sfiducia. È prima di tutto opportuno cercare di chiarire in modo semplice come ogni vaccino funzioni e il perché di dosaggi differenti. Nonostante la grande confusione generata dai pro e i contro, è innegabile considerare che, ad oggi, la vaccinazione risulta essere la misura preventiva più efficace contro le malattie infettive. Come funziona?

Attraverso il sistema della così detta “puntura”, il vaccino entra nel nostro corpo, riconosciuto dal nostro sistema immunitario come una sostanza estranea. Ciò può accadere quando il corpo entra in contatto non solo con vaccini, ma anche con batteri o virus. In casi del genere, il nostro sistema immunitario crea delle armi per combattere le presenze estranea, dunque anticorpi e cellule della memoria. Queste ultime sono molto importanti, in quanto permettono al sistema immunitario di ricordare quel virus specifico e sapere come combatterlo. In maniera semplificata, questo è il sistema con il quale il vaccino è stato concepito.

Esistono diverse tipologie di vaccini e ciò implica una diversa copertura in base proprio ai diversi tipi. I quattro vaccini prima elencati rientrano in due categorie differenti:

  • Vaccini con RNA messaggero o mRNA (Pfizer e Moderna)

Se il DNA contiene le informazioni genetiche, l’RNA ha il compito di trasmettere tali informazioni, permettendo alla cellula di poterle usare per vivere. L’RNA è molto più fragile del DNA, vive fino allo svolgimento della sua funzione, per poi degradarsi. Tecnicamente, all’interno di questa tipologia di vaccini, l’mRNA è protetto all’interno dei liposomi i quali, una volta presenti nel nostro corpo, liberano l’mRNA. Come spiegato prima, l’RNA è un messaggero, in questo caso esso porta le informazioni necessarie per permettere al corpo di produrre la proteina Spike del virus (usata proprio per agganciarsi alle cellule, causando la malattia). A questo punto saranno importanti due meccanismi nel nostro corpo:

  1. I ribosmi, che traducono le informazioni dell’mRNA in proteine, dovranno creare tante copie della proteina Spike
  2. Una volta prodotta, la proteina dovrà essere in grado di creare una risposta immunologica (secondo la precedente logica delle cellule della memoria)
  • Vaccini a vettore virale ( Johnson&Johnson e Astrazeneca)

Questi vaccini utilizzano un virus modificato e incapace di replicarsi, che funga da vettore DNA. Esso dovrà portare le informazioni della proteina Spike alle cellule immunitarie, innescando la stessa procedura di immunizzazione precedentemente descritta. Poco dopo aver svolto la sua funzione, il virus dovrebbe essere eliminato.

Ma come funzionano i singoli vaccini?

  1. Pfizer

Tale vaccino viene somministrato in due dosi (con richiamo dopo 21 giorni). Secondo l’Aifa, la sua efficacia arriva al 95%, con una prima protezione parziale dopo la prima dose, e una completa reale che si attiva solo 7 giorni dopo la seconda.

  • Moderna

Moderna viene somministrato in due dosi, con richiamo dopo 28 giorni. Si è ufficializzata un’efficacia pari al 94%, con una protezione completa 14 giorni dopo la seconda dose.

  • Johnson & Johnson

Unico vaccino con una sola dose. Si parla di un’efficacia pari al 66,9% con una protezione a circa 14 giorni dalla dose.

  • AstraZeneca

Astrazeneca richiede due dosi. Rispetto a tutti gli altri, questo vaccino ha delle informazioni che sono ancora certe totalmente. Si parla di una seconda richiamo fatto nella dodicesima settimana, ma almeno 10 settimane dopo la prima dose. La protezione arriva all’incirca 3 settimane dopo la prima dose e dura fino a 12 settimane. Si tratta di una protezione potenzialmente incompleta o meglio, in alcuni casi può risultare incompleta fino a 15 giorni dopo la seconda dose.

L’efficacia dei vaccini è differente. I vaccini a vettore virale hanno una copertura parziale, dunque minore rispetto a quella dell’mRNA. Tuttavia, bisogna ricordare che comunque se il soggetto con vaccino a vettore virale dovesse contrarre il virus, la malattia sarebbe meno rischiosa.

La campagna vaccinale è partita  nel nostro paese il 27 dicembre 2020 con l’intento di raggiungere il prima possibile l’immunità di gregge. La campagna ha seguito un ordine di priorità, che tiene conto del rischio di malattia e ruolo societario, partendo da militari e personale medico, seguiti poi dal corpo insegnanti e anziani.

Ancora oggi non si hanno certezze circa la possibilità di contagiare nonostante la vaccinazione. I vaccini sono stati testati e pronti per essere somministrati alla popolazione, tuttavia alcuni loro aspetti sono ancora da studiare ed è una verità che alcuni di essi potranno essere compresi solo una volta notati gli effetti sulla popolazione stessa. Ciò non vuol dire che il popolo diventi una “cavia” alla mercè delle industrie farmaceutiche. Se vi sono alcuni aspetti che si possono comprendere durante le normali fasi di sperimentazione del vaccino, allo stesso tempo molti altri si possono notare solo nel lungo periodo e su  un numero molto ambio di persone.

In questo caso specifico, diverse variabili aiuteranno a comprendere se questi vaccini effettivamente impediranno a chi è coperto dalle dosi, di poter contagiare o meno.

Tante sono le critiche che si sono mosse intorno ai vaccini e alla campagna di vaccinazione. La prima fra tutte è legata al timore che i vaccini non siano sicuri. Sono all’ordine del giorno notizie riguardanti effetti collaterali lontani da quelli tipici (tra i più comuni rientrano: febbre, mal di testa, malessere, articolazioni doloranti; meno comuni, ma possibili, invece rigonfiamento dei linfonodi, sonnolenza, sudorazione improvvisa; rari i coaguli di sangue). Sono noti soprattutto casi di trombosi, in alcuni casi purtroppo letali, legali ad effetti del vaccino, in particolare AstraZeneca. Quest’ultimo è stato protagonista di molte controversie, tra lotti bloccati a causa di una temperatura di conservazione errata, fino alle trombosi causate dall’esposizione al vaccino stesso.

Dopo un iniziale blocco, l’Aifa ha consigliato di somministrare il vaccino agli over 60, viste le trombosi più comuni nei giovani. Il parere comune, di molti medici, è che si tratti di un consiglio e non un obbligo. La trombosi ricade tra gli effetti collaterali rari soprattutto nei casi in cui i livelli di piastrine siano bassi. Tuttavia, sarebbe anche doveroso continuare a studiare attentamente le origini di queste trombosi, capire se sia realmente possibile prevenirle se dovessero esistere soggetti predisposti.

Bisogna continuare a vaccinare, ma allo stesso tempo, proteggere la popolazione significa anche aiutarla a comprendere quanto gli effetti collaterali possano colpirla. L’Aifa ha dato un consiglio e non un obbligo, è vero, ma non tenere conto di questo avviso sarebbe deleterio e poco professionale, dal momento che si vogliono prevedere meno effetti negativi possibili. Si deve vaccinare per il bene della popolazione, ma cono coscienza e consapevolezza, non dando per scontato nulla.

In Danimarca invece, ha destato preoccupazione il Johnson & Johnson, la cui somministrazione è stata bloccata a causa di un numero di trombosi non comuni, ma gravi. Poiché i benefici del vaccino J&J non superano i rischi di gravi coaguli di sangue, il governo ha deciso di continuare la campagna seguendo altri vaccini, i quali si stanno dimostrando efficaci aiutando a tenere sotto controllo la pandemia.  

Lo scopo dell’articolo non vuole essere quello di schierarsi, ma solo di informare e mostrare un punto di vista che sia il più oggettivo e chiaro possibile. Sicuramente non sta a noi obbligare a vaccinarsi o convincere a non farlo. È un dato oggettivo, tuttavia, che il vaccino sia una potente arma per difendersi dai virus che purtroppo hanno da sempre colpito l’uomo. Dunque non dovrebbero mai essere abbandonati. Ciò che ci auguriamo è che gli studi sui loro effetti collaterali continuino senza fermarsi.

La campagna vaccinale in Italia sta procedendo a ritmi molto irregolari, tra regioni che sono molto più avanti di altre, grazie al maggior numero di dosi, alla maggiore organizzazione, o al numero di consensi. Come già detto, la parentesi dei vaccini è ampia e potenzialmente infinita. Tanti punti di vista, tante esperienze diverse. Sarebbe impossibile riuscire a racchiudere in poche pagine tutti i cambiamenti che di giorno in giorno, di ora in ora arrivano puntuali. Ciò che possiamo fare è ricordare che il nemico più grande è il SARS-CoV- 2 e per distruggerlo c’è bisogno di impegno e unità, insieme a vaccini efficaci e adatti. Non serve paura, ma informazione e volontà.  

Alcune immagini sono prese da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione, indirizzo email  freetopix.magazine@libero.it che provvederà prontamente alla rimozione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *