Un’altra stella della musica italiana si è spenta questa notte e la musica torna nuovamente con il lutto al braccio. Ci ha lasciato, alle 5.30 di questa mattina, il cantautore Franco Battiato all’età di 76 anni. Era nato il 20 marzo del 1945 a Riposto, un tempo chiamata Ionia, in Sicilia. Secondo alcune indiscrezioni era malato di Alzhaimer e dal 2017 si era ritirato, alle pendici dell’Etna, a causa di un incidente domestico che lo costrinse ad annullare vari concerti. A dare la notizia della scomparsa i familiari e le reazioni sui social non stanno mancando in queste ore. Non solo da persone comuni, ma anche da grandi personalità.

Un cantautore a 360 gradi, così lo si potrebbe definire. Ha spaziato in qualsiasi tipo di genere musicale: dal pop alla musica d’autore, dalla musica sperimentale alla New Wave fino al rock progressivo.

Elevò con i suoi testi la stessa musica d’autore. Infatti, proprio i suoi testi. Quelli che traevano origine dalle sue stesse passioni ed interessi: come la teoretica filosofica, la mistica sufi (ovvero la corrente spirituale dell’Islam), l’esoterismo e la meditazione orientale e che, per quanto criptici o quantomeno complessi, erano ben integrati su basi musicali orecchiabili facendosi apprezzare sia dal pubblico che dalla critica.

In tutta la sua carriera gli album pubblicati sono stati 42. Di cui trenta in studio, otto live e quattro in colonne sonore. Quest’ultima tipologia di raccolta d’inediti dimostra l’ampiezza del lavoro di Franco Battiato. La sua arte è stata si prettamente musicale, ma si è dedicato al cinema, come regista, e anche alla pittura.

L’attività di regista si è svolta tra il 2003 ed il 2014, ma l’attività musicale è stata talmente intensa che i suoi esordi ufficiali risalgono, addirittura, al 1965. In cui per ben quattro anni seguì la corrente della canzone di protesta ed il romanticismo. La svolta giunse, esattamente, cinquanta anni fa. Nel 1971, con la musica sperimentale e avanguardia colta, iniziò il Franco Battiato che tutti quanti abbiamo conosciuto nel corso degli anni, per non dire dei decenni.

Per molti il suo long play capolavoro è datato 1981: La voce del padrone, in cui erano presenti nella tracklist singoli come: Bandiera bianca, la mitica ‘Cuccuruccù’ e Centro di Gravità Permanente. Ma per ricordare tutti i suoi successi musicali non basterebbe un articolo intero. Di certo non vanno dimenticate canzoni come ‘Strange days – Strani giorni’, ‘Shocking in my town’, ‘La cura’ e tante altre ancora. Con lui se ne va un altro pezzo della musica nostrana. Quella musica capace di mescolare l’intrattenimento con la cultura.

I funerali si terranno in forma strettamente privata.

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