Il modo in cui decidiamo di guardare un prodotto audiovisivo è decisamente cambiato. Un prodotto per essere scelto deve soddisfare un bisogno o un desiderio, che sia accessibile e facilmente fruibile e acquistabile dal consumatore. Se una volta dovevamo aspettare con ansia il nostro appuntamento settimanale o sorbirci il palinsesto in programmazione, adesso siamo letteralmente padroni di scegliere cosa guardare. Nel senso di quando farlo e su quale piattaforma. Attualmente Internet e TV sono fortemente interconnessi. In questo mutato scenario tecnologico si evolve anche la tipologia di spettatore/consumatore televisivo.

La moltiplicazione delle piattaforme ha contribuito a creare una concorrenza allargata. Rappresentata non solo dai diretti competitors, ma anche da tutte quelle forme di intrattenimento alternative accessibili da parte del fruitore. Come per esempio la pay TV, la pay-per-view, l’ IPTV, lo streaming via internet, il peer-topeer. Attualmente il consumatore/spettatore necessita di nuove coordinate che gli permettano di scegliere all’interno di un’offerta vasta e differenziata. Un significativo mutamento di tendenza si è verificato negli anni Novanta.

Infatti grazie alla diffusione di prodotti seriali statunitensi di altissimo livello, aumentando lo standard qualitativo sulla televisione e i suoi “prodotti“. Con la consapevolezza che non si racconta niente di nuovo. La nuova narrazione seriale televisiva americana ha iniziato da tempo ad incrociare i registri narrativi e ad ibridare i generi. Componendo, così, non più una lettura unilaterale del racconto. Ma richiamando a sé la partecipazione dello stesso spettatore.

La narrazione seriale forma testi che modellano un certo di tipo di esperienza, in cui lo spettatore viene condotto a sentire forme di emozioni. Queste ultime spesso portano alla nostalgia, ricostruendo un mondo a cui ci sentiamo vicini ma che sappiamo lontano.

Nel vedere una serie televisiva c’è quindi una sorta di condivisione e partecipazione attiva che è difficile da trovare in altri spettacoli televisivi. La crescente importanza dei telefilm nel panorama delle produzioni ad alto livello, nei primi anni del Duemila, si ha quando vengono trasmesse serie e mini-serial. Show televisivi che oltre a reggersi su sceneggiature particolarmente dense e credibili, vedono addirittura interpretati da nomi resi noti dal grande schermo.

Una su tutte la miniserie Angels in America. Trasmessa nel 2003 e che racchiude al suo interno un cast stellare, del calibro di Al Pacino, Maryl Streep e Emma Thompson. Il telefilm, ricalcando il racconto letterario ad episodi, può essere considerato la forma narrativa per eccellenza dell’universo televisivo.

Le sue caratteristiche tecniche lo rendono naturalmente più completo rispetto ad un film. Versatile e adatto a subire numerosissime variazioni nel corso del tempo, potendo avere un’estensione anche di diversi anni. Tenendo presente che il nostro innato bisogno di storie è dettato dalla necessità di fornire senso a ciò che ci circonda. Le serie tv costituiscono un prezioso supporto nel raggiungimento di questo obiettivo, mostrandoci un mondo inquietantemente simile a quello in cui viviamo. Dove le dinamiche, i temi, i conflitti interiori e i problemi non sono poi così dissimili da quelli che si affrontano quotidianamente. Negli ultimi anni in Italia sono stati prodotti originali serie: Boris, Romanzo Criminale e Gomorra.

Spiccano nel panorama televisivo italiano anche realtà indipendenti che stanno raccogliendo comunità particolarmente motivate e fidelizzate. A dimostrazione della sete di novità presente nel nostro Paese. Esperienze come quella di Cubik tv, per esempio. I successi delle serie tv e l’arrivo in Italia di aziende all’avanguardia nel settore ed interessate a produzioni in loco (come Netflix). Sono tutti segnali positivi per uno sviluppo nella nostra nazione.

Le serie tv sembrano rappresentare la tipologia di prodotto che maggiormente è in grado di catalizzare l’attenzione di un’audience giovane e attiva, rappresentante anche un target commercialmente più “appetibile“. Le cause all’abbandono prematuro di una serie da parte dell’utente sono:lo svilimento della trama, l’incompiutezza di intrecci aperti nel corso della narrazione e l’incongruenza interna. La vastità di materiale a disposizione appare evidente.

È indubbio che il settore si sia sviluppato enormemente. Soprattutto negli ultimi anni. Dando vita a generi innovativi e affrontando spesso tematiche a dir poco controverse, in maniera tutt’altro che scontata o buonista. Anche l’attenzione dedicata di anno in anno agli Emmy Awards, pare essere sempre più consistente. Lo stesso evento rappresenta, ormai, un avvenimento atteso quanto gli Oscar del cinema. Le premiazioni costituiscono non solo un elemento prettamente mediatico. Al contrario rappresentano anche la celebrazione di una tendenza sociologica in atto, riflettendo il sempre maggiore interesse rivolto al mezzo televisivo e ai suoi prodotti.

Come migliore serie drammatica troviamo titoli come Game of Thrones, Orange is the New Black, House of Cards, Mad Men, Homeland. Nella categoria commedia: Transparents, Veep, Modern Family. Cicli fantasy dai risvolti inaspettati, serial ambientati in prigioni femminili, padri di famiglia che affrontando la transizione verso un’altra identità sessuale, pubblicitari senza scrupoli. I dietro le quinte di quella che da sempre si definisce la più grande democrazia del Mondo, famiglie allargate, multiculturalità. Queste sono solo alcune delle tematiche che appassionano i nuovi telespettatori, che attraverso le proprie preferenze televisive dimostrano la volontà di misurarsi con problematiche attuali.

Oltre ai moltissimi premi riconosciuti ai programmi considerati politically un-correct, risultano interessanti anche i singoli premi per gli attori, che sempre più conquistano lo star system non con film incredibili. Ma con geniali produzioni televisive seriali. Cosa è cambiato nell’ ultimo ventennio nei gusti dei telespettatori?

Sicuramente è cambiato il modo di guardare la televisione. La serialità non è più catalogabile come fenomeno passeggero. Le serie tv non attirano più solo un pubblico di fedelissimi, per altro sempre più numerosi, interessati, informati e attenti. Ma anche i nomi più illustri di Hollywood, i migliori sceneggiatori, nomi di registi pluripremiati, nonché il mondo accademico che in tempi recenti ha iniziato ad interessarsi.

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