Con la puntata di ieri c’è stata la trasposizione televisiva di uno dei romanzi più toccanti della serie del Commissario Ricciardi. Ambientato nei piovosi giorni tra la fine di ottobre ed il due novembre, il giorno dei morti appunto. Anche ieri un buon risultato di pubblico, dal momento che la Fiction TV si è aggiudicata il primato degli ascolti, sfiorando i quasi sei milioni di telespettatori.

Nella terza puntata il delitto si era consumato tra le confortevoli stanze di un palazzo nobiliare. Questa volta, invece, il caso su cui è stato chiamato ad indagare Ricciardi si porta addosso l’aria umida e gelata di una fredda notte piovosa e l’orrore della morte di un povero bambino orfano, gettato come uno straccio sulle scale del Tondo di Capodimonte. Un figlio di nessuno come lo definirà sospirando Bambinella.

La disperazione coglie però anche Ricciardi che in questa occasione sembra abbandonato dal ‘Fatto’, giacché sul luogo in cui è stato ritrovato il cadavere del bambino, il commissario non vede materializzarsi il fantasma del morto mentre pronuncia le ultime strazianti frasi. Il ‘Fatto’ però, non ha abbandonato Ricciardi, dal momento che riapparirà nelle sequenze finali per regalare il clamoroso finale.

A non abbandonare Ricciardi sono anche i suoi tormenti sentimentali, anche se il primo timido approccio che concludeva “Il posto di ognuno” aveva fatto ben sperare i fan della serie, soprattutto quelli che tifano per Enrica Colombo. I tormenti dei sentimenti non abbandonano nemmeno le due donne che si contendono Ricciardi.

Su quest’ultimo punto, un plauso va alle due attrici, Serana Iansiti e Maria Vera Ratti, a loro agio nelle vesti dei personaggi e molto brave nel riportare sullo schermo i tormenti, le speranze, le delusioni e l’amore delle due protagoniste.

La rivalità tra le due donne (per fortuna solo sceniche) scorre sotterranea sino ad accennarsi nell’ultima scena e che vedrebbe il confronto fra le due arridere a Livia, ma attenzione, mancano ancora due puntate. I tormenti non abbandonano nemmeno il Brigadiere Maione, solido come una quercia ma umano come pochi.

Infine, grande merito va a Lino Guanciale, alle prese con uno degli episodi più drammatici della serie e che porta a casa un’altra buona interpretazione. Purtroppo, dobbiamo constare che siamo già arrivati alla quarta puntata e che ci aspettano ancora due episodi. Anche se l’augurio è che le buone intenzioni di cominciare una seconda serie di Mina Settembre si allarghino anche al Commissario Ricciardi

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