Giusto una settimana fa, Joe Biden, aveva giurato come nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America e, senza neanche il tempo di sedersi sulla prestigiosa scrivania dell’ufficio più importante della Terra, che subito si è messo al lavoro. Altro che ‘Sleepy Joe’, come lo identificava il suo predecessore che sembra ormai sparito dai radar dopo il suo brusco addio alla Casa Bianca. Subito dopo a quel discorso alla Nazione, indirettamente anche agli alleati ed agli avversari dell’America, che sapeva tanto di accorato appello, il 46° Presidente si è messo subito all’opera per ribaltare le scelte di Trump.

Già dal giorno del giuramento sì inizio a parlare di ben 15, se non addirittura 17 ordini esecutivi, per far tornare grande l’America. Sul suo tavolo, Biden, ha diverse questioni spinose che vanno dalla politica interna e quella estera. In sette giorni, Joe Biden, non ha perso tempo nel mettere in chiaro che Cina e Russia rimarranno sempre le due uniche vere rivali, polemizzando, quasi, con Putin per quanto riguarda l’arresto di Navalny. Infatti si vocifera che dietro al ritorno in patria dell’avversario di Vladimir ci siano, molto probabilmente, gli stessi servizi segreti americani.

Inoltre, notizia dell’altro ieri, il Presidente Biden ha sentito telefonicamente Vladimir Putin proprio sulla quesitone spinosa, che tiene banco in questi giorni e anche sull’Ucraina. Ma quali sono, in realtà, questi ordini esecutivi che Biden ha già firmato o si appresterà a firmare a breve?

Il ritorno degli Stati Uniti all’interno dell’Organizzazione mondiale della Sanità, il rientro nell’accordo di Parigi, la sospensione della costruzione del muro anti migranti ai confini con il Messico, l’abolizione del ‘muslim ban’, l’obbligo delle mascherine nelle proprietà federali, il ripristino della protezione di alcune riserve naturali, il blocco dei pignoramenti per milioni di americani in difficoltà economiche a causa della pandemia.

Anche in tema ambientale, Biden, non si è tirato indietro. Ha addirittura firmato non uno ma ben tre ordini esecutivi. Il primo ordina alle agenzie federali di non sovvenzionare più i combustibili fossili e di stimolare lo sviluppo dell’energia pulita; nel secondo sospende il rilascio dei nuovi permessi sulla perforazione di petrolio e gas nel demanio federale, chiedendo anche la revisione dei contratti di locazione esistenti; nel terzo, invece, ordina di accelerare sullo sviluppo, sull’autorizzazione e costruzione degl’impianti fotovoltaici ed eolici per la trasmissione dell’energia sui terreni federali.

Tutte promesse fatte durante la campagna elettorale e che solo con il tempo avranno il loro effetto concreto. C’è di più. Tutti questi atti, semmai dovessero rimanere tali nella forma di mero ordine esecutivo, tra quattro anni verrebbero cancellati dalla nuova amministrazione. Per evitare ciò dovrebbero essere tramutati in provvedimenti legislativi in questo attuale quadriennio appena inaugurato.

Compito abbastanza arduo visto che nel Congresso, il partito Repubblicano, possiede una maggioranza molto sottile. Di questo e di altro ancora ne parleremo nei prossimi giorni.

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