Le rivoluzioni sono state spesso precedute da eventi eclatanti e violenti che hanno coinvolto centinaia di persone, come per esempio la presa della Bastiglia il 14 luglio 1789 o l’assalto al Palazzo di Inverno dello Zar nella notte tra il 7 e l’8 novembre 1917 (almeno secondo il calendario giuliano).
Scorrendo le pagine della storia sembrerebbe che le rivoluzioni e le rivolte implichino necessariamente lo spargimento di sangue.

Del resto, come Mao Tse-Tung affermava, ‘la rivoluzione è un atto di violenza, con il quale una classe ne rovescia un’altra’. Tuttavia, la regola della rivoluzione fatta di ‘sangue, ferro e violenza’ ha un’eccezione. L’eccezione a quanto finora scritto è costituita da un gesto di rifiuto, sì rivoluzionario, ma che implicava la rivendicazione per la conquista dei diritti civili; un semplice no pronunciato da una piccola donna, destinato, tuttavia, a cambiare per sempre la vita di una nazione.

Il 1 dicembre 1955, a Montgomery, in Alabama, Rosa Parks, quarantaduenne di colore, di professione sarta, dopo una giornata di lavoro, sale sull’autobus n. 2857 per tornare a casa. All’epoca, in Alabama, come in alti stati del Sud, vigeva la segregazione razziale sui mezzi di trasporto, frutto delle cd leggi di Jim Crow, adottate dopo la fine della Guerra di Secessione.

Nonostante la costituzione statunitense, agli emendamenti XIII, XIV e XV, stabilisse l’abolizione della schiavitù e l’uguaglianza dei cittadini americani, gli ex Stati Confederati aveva adottato una serie di provvedimenti legislativi tesi a limitare fortemente la vita degli afroamericani. Una di queste stabiliva che sui mezzi di trasporto vi sarebbero stati degli scompartimenti destinati ai bianchi ed altri destinati ai neri, con divieto di promiscuità.
Pertanto, i mezzi di trasporto furono suddivisi in due parti: white and colorued.

Questa legislazione fu ritenuta costituzionalmente legittima dalla Corte Suprema nel 1896 con la sentenza Plessy v. Ferguson. La Corte, infatti, ritenne legittimo il regime segregazionista sui mezzi di trasporto purché i gestori del servizio garantissero ad entrambi i gruppo razziali un eguale numero di posti. Era la consacrazione del principio uguali ma divisi.

La legge dell’Alabama in vigore nel 1955, così come anche il regolamento municipale sul trasporto pubblico di Montgomery, prevedevano che le file di posti della parte anteriore degli autobus fossero riservati ai bianchi, mentre alle persone di colore erano riservati i posti di dietro.
Rimaneva uno spazio centrale di libera fruizione per tutti.

Tuttavia, se i posti centrali fossero stati occupati, gli occupanti di colore avrebbero dovuto cedere i i loro posti a sedere ai bianchi, dal momento che, per disposizione di legge, nessuno di quest’ultimi poteva poteva rimanere in piedi.

Il 1 dicembre 1955, Rosa Parks è seduta in una delle file centrale, quando le si avvicina l’autista dell’autobus che le chiede di alzarsi perché deve cedere il suo posto ad un bianco che altrimenti non avrebbe dove sedersi, visto che tutti i posti sono occupati. A quella richiesta Rosa Parks oppone un semplice no, dicendo che non ha alcuna intenzione di liberare il posto. L’autista ferma l’autobus e chiama immediatamente la polizia di Montgomery che arresta Rosa Parks per violazione delle leggi sul trasporto pubblico dell’Alabama.

Condotta in prigione, Rosa Parks è liberata poche ore dopo, dietro pagamento della cauzione da parte del suo avvocato, Clifford Duff.
Ma ormai la notizia ha fatto il giro della città. Il giorno del processo, il 5 dicembre 1955, la città è invasa da migliaia di volantini che chiedono agli afroamericani di boicottare gli autobus.

Negli stessi giorni arriva l’appello di Martin Luther King che chiede di prolungare ad oltranza la protesta. Il boicottaggio prosegue fino al 26 dicembre 1956, quando la compagnia di trasporto è costretta al fallimento.
Nel frattempo, il semplice no di Rosa Parks ha dato il via alla rivoluzione.
Il 10 febbraio 1956, Fred Gray ricorre al Corte Federale dell’Undicesimo Distretto dell’Alabama, chiedendo l’emissione di un’ingiunzione contro l’amministrazione della città di Montgomery, per inibirla dall’applicazione del regolamento municipale che stabiliva la segregazione razziale sugli autobus.

Il 4 giugno 1956, la Corte Distrettuale, nel caso Browder v. Gayle, dichiara la legge dell’Alabama incostituzionale, per violazione del principio dell’uguaglianza tra i cittadini statunitensi, stabilito dal XIV emendamento della. Il caso approda alla Corte Suprema, che conferma la sentenza della Corte Federale, ordinando allo Stato dell’Alabama ed al Municipio di Montgomery di porre immediatamente fine alla segregazione.
La rivoluzione dei diritti civili è ad un passo civile. E Rosa Parks ?

Rosa Parks, sarà costretta a lasciare Montgomery, a causa delle ritorsioni subite, ed a trasferirsi a Detroit. Il suo coraggio riceverà il giusto premio nel 1999 con il conferimento della Medaglia d’oro del Congresso. Come ebbe a dichiarare Bill Clinton: ‘Rosa Parks mettendosi a sedere […] si alzò per difendere i diritti di tutti e la dignità dell’America’.

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