L’8 novembre del 1960 venne eletto John Kennedy, irlandese e cattolico proprio come Joe Biden

Le presidenziali americane ancora non ha sancito la parola fine nei conteggi in alcuni stati fondamentali. Alcuni esperti del settore sono tornati alla memoria a venti anni prima, durante l’elezione del Presidente George W. Bush. In quell’occasione si vide attribuire la poltrona di Commander in Chief attraverso l’intervento della Corte Suprema. Venti anni più tardi, però, la situazione è ben diversa: all’epoca c’era solo lo Stato della Florida che rappresentava l’ago della bilancia per il risultato finale. Come detto prima oggi ci sono più Stati che ancora non hanno chiarito, almeno ufficialmente, chi sia il 46° Presidente degli Stati Uniti.

Gli indizi propendono per Joe Biden. Ma nessuno degli esperti, almeno fino adesso o forse perché si vuole attendere l’ufficialità, non ha ancora effettuato un parallelismo con un’altra elezione. Non in termini di strascichi polemici, ma in termini di vantaggio per lo stesso Joe Biden contro Donald Trump. Lo scomodo paragone richiama l’elezione dell’8 novembre del 1960, anche se in alcuni siti indicano il giorno 3 novembre. Guarda caso lo stesso giorno delle attuali elezioni. In quell’occasione a sfidarsi furono, per il Partito Democratico l’ex-vice Presidente di Eisenhower, Richard Nixon, e il giovane Senatore del Massachusetts John Fitzgerald Kennedy.

Quest’ultimo, irlandese e cattolico, vinse per un distacco di soli 100 mila voti su, considerando l’epoca, 69 milioni di votanti. Come tutti sanno il suo mandato terminò tragicamente il giorno 22 novembre del 1963 alle ore 12.30 a.m. nella città di Dallas, nello Stato del Texas.

Le apparenti similitudini con Joe Biden sono, al momento, proprio relative all’origine e alla religione. Senza dimenticare il vantaggio risicato che il candidato del Delaware sta conquistando. All’epoca John Kennedy parlò di ‘Nuova Frontiera’. Joe Biden, ancora non si sicuro di essere il nuovo Presidente, si trova comunque di fronte ad una sfida epocale. Si trova davanti un Paese spaccato e con molti problemi da risolvere. Alcuni ormai quasi secolari e altri nuovi.

Per il momento anche Freetopix è rimasto in attesa di annunciare il vincitore, per poi passare alla parte più soft della nazione; abbandonando la politica, ma tentando di mescolare attualità con la storia. Difatti il prossimo 20 gennaio del 2021, se Biden dovesse giurare davanti alla nazione, si effettuerà un confronto tra il suo discorso e quello di Kennedy.

Un confronto blando, senza spostare l’ago della bilancia per uno o per l’altro. Forse sarebbe meglio definirlo un parallelismo tra due persone, di età ed epoche completamente diverse, ma che hanno in comune anche un altro elemento. La vita di Joe Biden è stata segnata da due pesanti lutti, come quella della famiglia Kennedy in generale.

Partendo dal presupposto che quella di Joe Biden sarà solamente una mera presidenza di transizione, visto che fra quattro anni lascerà posto alla sua vice Kamala Harris.

Per quanto riguarda il Presidente John Fitzgerald Kennedy la sua elezione non fu ben vista fin da subito. Troppo giovane e forse fu proprio quel vantaggio risicato ad avere più nemici in patria che all’estero. I suoi 303 Grandi Elettori contro i 219 di Nixon, paradossalmente lo stesso numero di Trump oggi, voleva dire che non tutti si fidavano di mettere nelle mani di un giovane il destino di una nazione forte ed altrettanto giovane rispetto agli altri Paesi.

Come per Reagan, con la rubrica ‘Forever80s’, la rubrica ‘Usa’ seguirà anche John Kennedy, per completare il parallelismo con con Joe Biden. Il percorso storico di questi due presidenti sarà seguito non solo in base agli anniversari che si sono susseguiti nel tempo, nelle loro rispettive epoche. Ma anche per le scelte adottate tenendo conto della diversità dell’uno e dell’altro. Sarà un parallelismo interessante. Senza dimenticare che di John Kennedy torneremo a parlare, inevitabilmente, il prossimo 22 novembre.

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