Alla prima elezione ottenne ben 489 grandi elettori

Giusto quaranta anni fa, magari un solo giorno in più, l’America sceglieva il suo Commander Chief. Era la notte del 4 novembre del 1980. La scelta era tra il Presidente in carica, il Democratico Jimmy Carter, e il Repubblicano Ronald Reagan, ex attore di Hollywood. Si avete letto bene. Un ex divo del cinema che si candidava per governare la più potente nazione della terra. Vinse sorprendendo, ma non tanto. Carter, nel suo unico mandato, aveva ereditato un Paese allo sbando e con il morale sotto i tacchi per la bruciante sconfitta patita nella Guerra del Vietnam.

Non solo, la pressione fiscale e il sequestro dell’ambasciata americana in Iran da parte di alcuni fanatici religiosi a Teheran aveva oltre modo dato un ulteriore colpo all’immagine degli Stati Uniti d’America. Carter non riuscì a risolvere la questione prima delle elezioni che, a sua insaputa, avrebbero aperto una nuova era per la stessa nazione.

Ronald Reagan vinse con ben 489 voti proveniente dai Grandi Elettori contro i soli 49 del Presidente in carica. Vinse usando due slogan, paradossalmente usato da Trump nel 2016: Make great again the America e un più concreto interrogativo rivolto agli elettori: State meglio oggi o quattro anni fa? Fu un plebiscito per lui, forse inaspettato, ma lo fu.

Storicamente Ronald Reagan da molti, ancora oggi, non è ben visto per alcune politiche interne. La sua più grande vittoria è rappresentata dal drastico abbassamento della pressione fiscale e di esser riuscito ad avere un consenso bipartisan, instillando fiducia nell’anima dell’America. Per altri, invece, è definito quasi come un ‘Restauratore’ Le negatività, come vedremo, non sono tanto relative agli ultimi anni del secondo mandato, ma sono indissolubilmente legate alla diminuzione delle tasse che comportò un taglio della spesa pubblica.

L’intenzione iniziale era quella di organizzare un ulteriore speciale dedicato a lui. La sua elezione, però, essendo un evento degli anni ’80 verrà seguita pari passo seguendo gli anniversari del calendario. Ricostruendo e analizzando la sua presidenza dal punto di vista storico, non politico.

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