Con il giornalista e telecronista uruguayano sarà inaugurata l’Agorà Baiano, la nuova area culturale presso i Campi Flegrei

Ci sono momenti nel calcio che rimangono indelebili, immortali. Immortali nella memoria di tutti coloro che hanno assistito ad una giocata irripetibile, ad una magia che caratterizza le doti tecniche di un calciatore, di come il pallone viene messo, portato, accompagnato in fondo alla rete; per non dimenticare anche le parole che vengono usate per accompagnare e descrivere le immagini, sia se si ha la fortuna di vederle o almeno di immaginarle, appunto, mediante una radiocronaca o telecronaca.

Si, anche quelle sono importanti e per un semplice motivo: rendono il senso di quello che si è visto valorizzandone l’azione, che sia personale o di squadra; fruendo di aggettivi ed espressioni consoni al momento e, al tempo stesso, quindi tecnici.

Ma cosa succede quando le parole mancano o sembrano che non stiano per uscire nel modo giusto per descrivere ciò che sta accadendo sul rettangolo di gioco? Due sono i motivi: o ci troviamo di fronte a qualche radiocronista e telecronista impreparato, cosa molto lontana dall’essere vero, oppure il calciatore è stato protagonista di qualcosa che, sul campo da gioco, non si vedrà mai più.

E in effetti quel qualcosa accadde in una delle edizioni più belle della competizione più importante che qualsiasi giocatore abbia la fortuna di misurarsi nel tentativo di essere, se non proprio il numero 1, essendo il calcio un gioco di squadra con i suoi compagni di gioco, almeno i numeri uno insieme al loro; ovviamente stiamo facendo riferimento al secondo mondiale messicano della storia.

Quello del 1986, per la precisione, e la partita era il quarto di finale tra Inghilterra ed Argentina. Due rappresentative nazionali, per dirla alla Bruno Pizzul, che portavano il peso di quello che successe quattro anni prima in cui i due stati di appartenenza litigarono per un arcipelago di isole sperduto e poco conosciuto fino al 1982, le Faulkland per intenderci. Storia nella storia si potrebbe dire, che, miscelata ai fatti ben più importanti, di portata mondiale, si ritrovò ad essere applicata, attraverso il sentimento della vendetta, nel luogo meno impensabile: non un ulteriore campo di battaglia ma su un campo di calcio.

Ad avere il piede caldo, si potrebbe dire anche la mano calda e perdonateci l’ironia, fu il numero 10 della nazionale albiceleste, il quale dal nome tutto italiano ma dal sangue argentino Diego Armando Maradona. Da un paio di anni era in forza al Napoli, una squadra che fino a quel momento non aveva mai vinto il titolo nazionale. Quel numero 10 avrebbe portato la sua nazionale ad alzare la coppa del mondo di calcio per la seconda volta nella sua storia proprio durante l’edizione del Mondiale del 1986.

Prima, però, avrebbe steso l’Inghilterra con due gol memorabili per motivi totalmente differenti. Il primo, quello di mano, fu un’autentica furbata e l’arbitro non se ne accorse, ma con le telecamere piazzate in determinati punti Maradona fu scoperto. Il secondo arrivò cinque minuti più tardi ed è lì che il calcio diventa storia, anche dal punto di vista giornalistico.

Una serpentina improvvisa, iniziata da metà campo e con una piroetta sul pallone, come se danzasse, aprì la giocata individuale più spettacolare della storia del calcio. Tra i tanti telecronisti che seguivano le gesta del calciatore, ce n’era uno in particolare: quello argentino che in qualche modo, all’inizio, cerca di descrivere i movimenti di Diego ma, non trovando le parole adatte, sa solo lasciarsi andare all’emozione e definendo il più geniale calciatore della storia usò l’espressione: ‘Barrilete Cosmico’, aquilone cosmico nella traduzione in italiano. Quel giornalista, quel telecronista ha il nome di Victor Hugo Morales e dopo quella giocata fantastica che porterà al raddoppio dell’Argentina sull’Inghilterra, si lascerà andare ad una serie di ringraziamenti che sanno di preghiera.

Quasi trentotto anni più tardi a quel 22 giugno del 1986, lo stesso Victor Hugo Morales sarà presente a Napoli, il prossimo 7 maggio, per un evento straordinario che lo riguarda in prima persona e anche per un’altra serie di motivi. Il primo che con lui verrà inaugurata, in quello stesso giorno, la prestigiosa Agorà di Baiano di Quarto, nella zona dei Campi Flegrei a Napoli.

Secondo, l’evento rientra, di diritto, nelle celebrazioni dei quarant’anni dell’approdo dell’asso argentino all’ombra del Vesuvio e, terzo, non meno importante come motivo: a Victor Hugo Morales gli verrà consegnato, in merito alla sua lunga e altrettanto prestigiosa carriera, il premio ‘Il Poeta del calcio’.

A presentare la serata, il cui ‘fischio d’inizio’ è fissato per le ore 19.00, ci penserà la giornalista Giusi Legrenzi di ‘Rtl 102.5’, artefice del successo radiofonico ‘Non stop news’ e dal giornalista e scrittore, per altro già intervistato da noi per il reportage su Michael Jackson, Michelangelo Iossa il quale, tra l’altro, figura anche come ideatore della serata e quindi dell’evento.

Tra gli ospiti figureranno diversi giornalisti, diversi calciatori e anche artisti, come il cantautore argentino Diego Moreno e dello scrittore Maurizio De Giovanni il quale, proprio quest’ultimo, molti anni fa dedicò un racconto, intitolato, ‘Il gol più bello del mondo’, proprio quello raccontato da Victor Hugo Morales. La direzione artistica, invece, presenta il nome di Pietro del Vaglio, uno dei più grandi designer italiani, definito ‘Il poeta dell’abitare’.

Non si può chiudere questa lunga presentazione dell’evento senza, però, spendere poche ma significative parole del luogo in cui si svolgerà. L’Agorà Baiano è stata realizzata da due fratelli, Franco e Antonio Baiano, nonché capitani d’azienda, i quali hanno deciso di aprire questa struttura per ospitare incontri d’autore ed eventi speciali, nel segno della Cultura, con la C maiuscola, e della Bellezza e dell’Arte.

Da appassionati di sport e di mito, siamo naturalmente molto emozionati e felici di accogliere Victor Hugo Morales, autentica leggenda del giornalismo sportivo, e di condividere con lui l’inaugurazione di questo nostro spazio d’autore, che intende essere un luogo aperto all’incontro e al territorio” spiegano i fratelli Baiano.

Infine, sempre quella serata, verrà addirittura presentato uno scritto inedito dello stesso leggendario giornalista argentino. Una serata, dunque, da non perdere per nessuna ragione al mondo.

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