Una rapida panoramica di come il calciomercato per le squadre italiane è totalmente cambiato rispetto ai decenni precedenti

Una doverosa premessa: sono lontani i tempi in cui i club italiani, a colpi di miliardi (di lire) dominavano la scena del mercato europeo e mondiale annunciando, ad esempio, l’acquisto di Ronaldo “Il Fenomeno”, strappato dall’Inter di Moratti al Barcellona, o di Batistuta, colpo del presidente Sensi l’anno dell’ultimo scudetto della Roma. Quello del calciomercato era un periodo, soprattutto fra gli anni ’80 e ’90, di intensissima attività giornalistica che teneva incollati milioni di tifosi agli schermi televisivi o alle pagine dei quotidiani sportivi: era, del resto, logico tenendo conto del richiamo che potevano suscitare alcuni affari.

L’arrivo di Maradona al Napoli, nell’estate dell’84 ebbe del clamoroso e si concretizzò dopo un lungo “tira e molla” con il Barcellona che ne deteneva il cartellino. Come non ricordare, poi, il passaggio di Roberto Baggio (nell’estate del ’90) dalla Fiorentina alla Juventus, fra l’altro acerrime rivali sul campo e sugli spalti, che scatenò il malcontento proprio nel capoluogo toscano.

Questa “Febbre da calciomercato” probabilmente prese piede nell’estate dell’80 quando, dopo anni di chiusura, ci fu la riapertura all’acquisto dei calciatori stranieri. Erano anni in cui, come detto, il campionato italiano era, senza ombra di dubbio, il più competitivo al mondo ed il numero di calciatori stranieri acquistabili era limitato, per cui negli ingaggi veniva effettuata un’ovvia selezione che manteneva altissimo il livello tecnico degli acquisti.

Addirittura, nell’ 84 un club non di prima fascia come l’Udinese riuscì a permettersi l’acquisto di Zico, fantasista e stella del Brasile. Oggi la situazione è decisamente cambiata, dal punto di vista economico e conseguentemente tecnico. A dominare la scena sono le squadre inglesi (che nel corso del tempo sono riuscite, soprattutto grazie a diritti televisivi e merchandising, ad aumentare notevolmente il fatturato), Real Madrid, Barcellona, PSG.

A modificare i connotati del calciomercato europeo è stato poi, anche, l’ingresso di soci arabi in diverse proprietà, che, anche grazie alle enormi disponibilità economiche, hanno dato una svolta alla storia di vari club. Per quanto riguarda le squadre italiane i principali acquisti, attualmente, sono stati Frattesi, Cuadrado, Thuram da parte dell’Inter (rispettivamente da Sassuolo, Juventus e Borussia Monchengladbach) club che, finalista di Champions League presenta ancora incognite relativamente ai portieri e nel reparto offensivo.

Il Napoli campione d’Italia si è segnalato più che altro per il cambio di Spalletti con Garcia in panchina e per la cessione del difensore centrale Kim al Bayern Monaco. Della Juventus ricordiamo l’ingaggio di Weah (figlio d’arte così come Thuram dell’Inter) il cui padre é stato, fra l’altro, bandiera del Milan e pallone d’oro negli anni ‘90. Da segnalare, poi, l’acquisto di Parisi, promettente terzino sinistro, da parte della Fiorentina a cifre non esorbitanti.

In sostanza si può concludere che attualmente, purtroppo, i club italiani non riescono ad inserirsi prepotentemente nelle trattative per i top player di livello internazionale ed anche gli affari che vengono conclusi sono caratterizzati spesso da prestiti o varie forme di dilazione del pagamento nel tempo. Se questo, sicuramente, è un bene per i bilanci delle società non si può dire lo stesso guardando esclusivamente il lato tecnico.

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