Era il 25 marzo del 1983 quando Micheal Jackson lo eseguì per la prima volta sulla Nbc

Un evento nell’evento, dunque, che raggiunse il suo culmine quando lo stesso Micheal Jackson cantante, prima, ballerino, poi e per non andare oltre con le qualità che avrebbe mostrato per tutto il resto della sua carriera, mostrò un modo di ballare che fece letteralmente impazzire l’intero auditorio civico.

Da qualche mese si era presentato al pubblico mondiale con la sua nuova raccolta di canzoni inedite. Uscita, per l’esattezza, il 1° dicembre del 1982 con il titolo di ‘Thriller’. Il passo di danza, se così o si può intendere, sarà battezzato da lui stesso con il nome di ‘Moonwalk’ e lo propose mentre intonava il nuovo singolo estratto dall’album più venduto della storia, Bille Jean.

Micheal Jackson, in quell’occasione, aveva confermato la sua presenza con i propri fratelli per cantare e ballare i cavalli di battaglia che lo hanno reso celebre in tutto il mondo con i Jackson 5 all’inizio della sua carriera. Da ‘I want you back’ a ‘Abc’, da ‘I’ll be there’ a ‘I wonder you’, brano con il quale stupì l’America all’Ed Sullivan show nel dicembre del 1969.

Come ricordato attraverso in uno dei tre speciali che gli dedicammo nel 2022, in quel periodo, il Re del Popp, aveva toccato il traguardo dei dieci anni da solista, ma la sua carriera vera e propria in solitaria ebbe il via, ufficialmente, nel 1979 con il 33 giri ‘Off The Wall’. Al ‘Motown 25 – Yesterday, today and forever’, questo il vero titolo dello speciale, Micheal Jackson colse l’occasione non solo di far ascoltare la nuova canzone, ma di mostrare al mondo la sua capacità da ballerino e considerando che, in tutta la sua vita, nessuno gli aveva mai insegnato un passo di danza. Tutto nacque dal frutto del suo genio, dal frutto della sua improvvisazione. Dalla sua intuizione nel miscelare sapientemente diversi stili di ballo ed è qui che entra in scena, se così si può dire, Jeffrey Daniel. Chi era costui?

Jeffrey Daniel era un coreografo statunitense che nel 1979, guarda caso proprio quando la carriera da solista di Micheal Jackson iniziò a spiccare il volo, ideò una movenza particolare che il futuro Re del Pop fece per sempre sua. Non solo, in questa particolare fusione, Micheal inserì, alcuni passi di danza tipici della cosiddetta street culture. Dal popping, una danza stile punk ed hip pop basata sulla rapida contrazione e sul successivo contrazione dei muscoli; al ticking e al waving.

Nelle sue intenzioni c’era tutta la volontà di staccarsi dall’oppressione paterna e viaggiare per conto suo, soprattutto dal punto di vista professionale. Prima della sua solitaria esibizione pronuncerà, più o meno, queste parole: so che vi sono piaciute le vecchie canzoni e spero che vi piacerà la nuova.

Detto questo non perse tempo nel posarsi, con uno scatto fulmineo, sul proprio capo il cappello di feltro che gli era stato posizionato al centro del palco accanto all’asta del microfono, frattanto che la base musicale di Billie Jean partiva in contemporanea composta dal suono della batteria e da un giro di basso ancora oggi uno dei migliori al mondo.

Fin da quel primo movimento il pubblico si alzo in piedi di scatto e gasato con la speranza di capire che cosa sarebbe successo sul palco nei minuti successivi. È difficile descriverlo e non lo diciamo per retorica o per spettacolarizzare oltremodo l’evento. Il modo di ballare di Micheal Jackson era non convenzionale, era slegato, molto probabilmente, da ogni logica conosciuta anche da qualsiasi scuola di danza.

I suoi movimenti, i suoi passi erano semplici, fin troppo facili, ma con un altro grado di difficoltà: la velocità con cui venivano realizzati. Come potrete vedere anche dalle immagini condivise direttamente dal suo canale youtube, Jackson era in splendida forma. Il suo modo di cantare, di ballare rasentava la perfezione. Chissà quante ore ed ore di prove doveva aver sostenuto prima di quella performance.

Ma non finisce qui. Perché il bello doveva ancora arrivare in quella serata. Nella parte centrale del brano, in cui il cantante non aveva nessuna strofa da intonare ma il sound era solamente accompagnato dal coro con il ritornello in cui veniva pronunciato il titolo, Micheal Jackson inizia ad andare all’indietro dando l’apparenza di scivolare con i piedi e che, prima o poi, sarebbe finito a faccia a terra.

Nulla di tutto questo: fu proprio in quel momento che mostrò al mondo quello che venne definito da lui stesso il passo della luna, ‘Moonwalk’ e da quel momento in poi nulla fu più lo stesso sul palco e soprattutto con lo stesso Micheal Jackson. Nel corso degli anni questa particolare danza venne perfezionata dallo stesso Re del Pop e usandola in vari modi durante le varie esibizioni dal vivo. Lasciando, però, il magico passo all’indietro solamente per la performance canora di Billie Jean. Il resto è storia, come detto della musica, dell’entertainment e degli stessi anni ’80.

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