Da oggi il primo appuntamento per scoprire gli elementi costitutive del comic proveniente dal Sol Levante

La scorsa settimana, in occasione della scomparsa di Matsumoto, ci siamo imbattuti nel mondo dei manga. Il personaggio di Capitan Harlock ne era uno dei più fulgidi esempi della tradizione fumettistica giapponese ma, come giusto che sia, sarebbe sbagliato da parte nostra ritornare a parlare solo ed esclusivamente di storie a strisce provenienti oltreoceano sarebbe irrispettoso anche per quest’altra cultura tanto affascinante e quanto foriera di storie da scoprire.

Gli appassionati dei manga non si contano sulle dita di una mano, come neanche quelli dei fumetti americani e anche dei nostri personaggi. Impossibile dire che i fumetti sia solo per un pubblico giovane. Qualsiasi età va sempre bene per leggerne uno e perché anche collezionarne diversi su un personaggio o eroe in modo specifico.

Con i manga vale la stessa cosa, ma la loro origine risale a qualche decennio più tardi rispetto ai fumetti ai quali siamo stati abituati in tutto e per tutto in questi anni. A differenziare queste opere giapponesi non sono solamente l’anno di nascita, ma anche la struttura rispetto alla tradizione tipicamente americana ed italiana.

Come sempre andiamo con ordine: l’anno ufficiale di nascita sarebbe il 1947 ma su questo particolare, poi, ci ritorneremo molto presto. ciò che al momento ci preme analizzare è il modo di realizzare i manga. Rispetto ai fumetti che siamo abituati a leggere l’eterogeneità non sono solamente semplici come si potrebbe pensare, ma sono molto ma molto complesse. Si parte dall’impaginazione per poi soffermarsi sull’essenza dei colori e analizzare lo stile dei disegni.

Prima però di approfondire questo aspetto non di poca importanza, torniamo indietro sul dettaglio relativo alla nascita dei manga, soprattutto specificare in tutta la sua essenza il significato di questa parola. Con il termine Manga si sottintende l’immagine veloce o anche immagine in movimento e risale al 1798 con la pubblicazione di alcuni testi illustrati.

Qualche anno più tardi, il famoso artista giapponese Hokusai, nel realizzare, intitolare e pubblicare la sua opera usò, in via ufficiale, questa parola accanto al suo nome: Hokusai Manga, attraverso il quale si voleva fare riferimento alla raccolta di immagini. Eppure, la parola ‘manga’ entrò nel lessico comune dopo molti anni ma di questo ve ne parleremo la prossima puntata.

FONTE FOTO: WIKIPEDIA

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