Morì la sera del 20 gennaio del 1993

Icona di eleganza e di classe. Dolce e determinata con il viso. Nella sua lunga carriera non ha fatto molti film rispetto alle altre sue colleghe. Nonostante questo, è talmente iconica che è impossibile non conoscerla o semmai non riconoscerla. Da ‘Vacanze Romane’ a ‘Colazione da Tiffany’, da ‘Sabrina’ a ‘Guerra e Pace’, da ‘Cenerentola a Parigi’ a ‘Come rubare un milione di dollari e vivere felici’ il suo ricordo non si spegnerà mai. Neanche a trenta lunghi anni dalla sua scomparsa. Per ricordare il suo nome non c’è bisogno di giri di parole: basta semplicemente dire Audrey Hepburn.

Nata il 4 maggio del 1929, a Ixelles nel Belgio, la Hepburn divenne leggendaria nel lontano 1961 per il suo ruolo iconico in ‘Colazione da Tiffany’ insieme al futuro colonnello Hannibal Smith della serie televisiva anni ’80 ‘A-Team’ George Peppard. In quella pellicola, diretta da Blake Edwards, altrettanto iconica divenne anche la sua versione, acustica, della celeberrima canzone ‘Moon River’. Brano composto da Henry Mancini e scritta Johnny Mercer.

Il suo vero nome era Audrey Kathleen Ruston. Suo padre era l’inglese Joseph Anthony Ruston e sua madre, la seconda moglie di Joseph, era la baronessa Ella Van Emstra. Qualche anno più tardi, proprio suo padre, al proprio cognome, aggiunse Hepburn, perché era quello di sua nonna. Si dice che tra gli avi di Audrey Hepburn ci sia, addirittura, anche il Re Edoardo III d’Inghilterra.

Come detto non realizzò molti film rispetto alle altre attrici della sua epoca. Simbolo di stile e di moda, iniziò a muovere i primi passi nel cinema tra il 1948 ed il 1951. Le occasioni le si presentarono sottoforma di documentario, prima, con il titolo ‘Nederland in zeven lessen’, L’olandese in sette lezioni, e da un film vero e proprio, poi, ‘One Wild Oat’ per la regia di Charles Saunders.

Ha recitato con tutti i grandi attori dell’epoca. Oltre al già citato George Peppard, ci sarebbero da ricordare anche Gregoy Peck, Humprey Bogart, Gary Cooper, Cary Grant, Rex Harrison, William Holden, Peter O’Toole e anche Sean Connery. Per non dimenticare anche i registi: su tutti Billy Wilder, George Cukor e Blake Edwards.

Prima del successo studiò molto danza e fece teatro. Nel film del 1952 ‘The secret People’, diretto da Thorold Dickinson, poté mostrare tutte le sue doti da ballerina proprio grazie a quelle lezioni che aveva preso anni prima. Ma nello stesso anno, la sua vita iniziò a cambiare radicalmente.

In quel periodo, sotto la collina di Hollywood, si stava lavorando ad un film che farà epoca. L’attore principale era Gregory Peck il film ‘Vacanze Romane’. All’inizio la Paramount voleva offrire il ruolo a Elizabeth Taylor, ma durante i provini Billy Wilder si convinse ad affidare la parte alla Hepburn. Non sapremo mai la storia del cinema che piega avrebbe preso se fosse stata scelta la Taylor.

Sta di fatto che la Hepburn non solo non sfigurò. Divenne un’attrice di prim’ordine aggiudicandosi la statuetta d’oro l’anno successivo. Due anni più tardi arrivò un altro successo cinematografico, ‘Sabrina’, insieme a Humprey Bogart e nel 1956 ‘Guerra e Pace’ con Anita Ekberg, Vittorio Gassman ed Henry Fonda.

Ma dopo ‘Vacanze Romane’ e ‘Sabrina’ il suo terzo successo planetario fu, come già detto in precedenza, da ‘Colazione da Tiffany’. Per il ruolo di Holly Golihtly la produzione pensò direttamente a lei, altre alternative non c’erano. La sua interpretazione in quella pellicola, ancora oggi, è ritenuta essere la più incisiva non solo della sua personale carriera, ma incisivo e rappresentativo della storia del cinema del ventesimo secolo. Non riuscì, però, ad ottenere il suo secondo oscar, glielo soffiò la nostra Sophia Loren, ma ottenne, comunque, il David Donatello.

Da quel momento in poi la Hepburn prenderà parte ad altre produzioni cinematografiche ulteriormente importanti ma piano piano, con l’arrivo dei decenni ’70 e ’80, il suo periodo di gloria iniziò il lento viale del tramonto. Divenne anche ambasciatrice dell’Unicef e proprio in uno dei suoi viaggi, esattamente nel 1992, in Somalia, al ritorno, accusa dei forti dolori addominali.

Gli esami non le daranno scampo: nel corso degli anni si era formato un tumore al colon. Alla malattia si arrese la sera del 20 gennaio del 1993 a causa di un tumore al colon, scoperto per caso, se ne andò lasciando un vuoto incolmabile nel panorama del cinema mondiale. Venne sepolta a Tolochenaz, in Svizzera, doveva viveva da qualche tempo.

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