Venti anni fa si propose di adottare il brano come inno della città americana

Percussioni ed un continuo schioccare le dita, quasi interminabili, per seguire un ritmo irresistibile. Così entra in scena il Re del Rock’n’roll Elvis Presley in uno dei tanti momenti durante uno dei suoi tanti film realizzati in carriera. Pochi sanno che aveva velleità recitative, ma molti sono a conoscenza che quegli attimi descritti appartengono non tanto ad un videoclip, solo più avanti verrà considerato tale, ma l’inizio di una delle sue più celebri scene canzoni e, al tempo stesso, anche di un suo lungometraggio: Viva Las Vegas!

Un film del 1964 su cui, però, oggi non ci soffermeremo. L’articolo ruota intorno alla canzone che venne incisa proprio per questa partecipazione cinematografica senza, a quanto pare, essere inclusa in nessun album di Presley.

Attenzione: con ciò vogliamo affermare che in quell’occasione vennero incise ben dodici singoli, di cui solamente sei hanno poi formato la colonna sonora del film. Quindi, di fatto, un disco o comunque un compact disc che contiene le tracce musicali del film, ma che non venne mai considerato come un album tipico di Elvis Presley.

Il singolo, uscito nel maggio dello stesso anno dell’opera cinematografica, è un chiaro omaggio alla città americana, in quei tempi, in forte via di sviluppo; con la costruzione dei casinò e degli show che all’interno degli stessi si organizzavano, senza dimenticare della vita, sia di giorno che di notte, che si svolgeva.

Scritta da Doc Domus e Mort Shuman, il brano, di genere rock e pop, negli ultimi trent’anni è stata utilizzata molte volte in innumerevoli film, sitcom e programmi televisivi. Tale fruizione non era solamente riferita alla città di Las Vegas, ma anche per indicare gioia e spensieratezza in alcuni momenti comici.

Addirittura, giusto 20 anni fa, si pensò di adottare la canzone come simbolo della stessa città edificata in mezzo al deserto, ma poi non se ne fece più nulla. A proporre tale iniziativa fu la società ‘Elvis Presley Enterprises’, la stessa che gestisce il catalogo musicale del Re, ma alla fine non se ne fece più nulla.

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