Affetto da balbuzie, John Paul Larkin a partire dal 1994 conquistò un successo mondiale senza precedenti

Come promesso sabato scorso, oggi lasciamo per un giorno la disco music degli anni ’70 per fare un bel balzo nel tempo di 20 lunghi anni approdando, dunque, negli anni ’90. Ve lo avevamo promesso e così è stato, precisando che ci sarà da adesso in poi un’alternanza fra i due periodi musicali.

Con il brano di oggi scopriremo che è stata abbattuta una barriera, per molti, impossibile da eliminare. Quante volte abbiamo sentito storie di cantanti, soprattutto durante i loro primi anni di vita, che si portavano dietro delle problematiche, anche inconsce, risolte proprio grazie alle sette note?

Molte volte è la risposta giusta e anche in questo caso è stato così. Partendo dal presupposto, per dovere di cronaca, che si tratta di un caso più unico che raro. Considerando, persino, che il cantante, in quel lontano 1995, raggiunse l’apice della sua carriera, conquistando fama e gloria, molto tardi.

Il suo nome era ‘Scatman’ John, di sicuro coloro che erano teenagers in quegli anni se lo ricorderanno senza alcuna ombra di dubbio. Era nato nella cittadina di El Monte, vicino Los Angeles, il 13 marzo del 1942. Proprio quest’anno avrebbe raggiunto gli ottanta anni se un carcinoma polmonare non se lo fosse portato via nel 1999, all’età di cinquantasette anni.

Il suo vero nome era John Paul Larkin e fin dai primi anni di vita fu affetto da balbuzie che non gli permettevano, mai, di terminare una frase al primo tentativo. Alcuni giornalisti, durante il periodo di suo maggior successo, affermarono che durante le interviste, John, doveva ripetersi per ben sette volte affinché il suo concetto fosse chiaro ai suoi interlocutori.

Se queste forme di balbuzie gli creavano non pochi problemi, per non dire non pochi traumi soprattutto emotivi, John Larkin riuscì a superare il tutto grazie alla musica, la perfetta medicina dell’animo umano. Imparò a suonare il pianoforte e proprio con tale strumento musicale non ebbe più difficoltà nell’esprimersi perché per lui suonare significava una sola cosa: parlare.

Il suo esordio ufficiale, dopo aver suonato in vari locali, avvenne nel 1986. Con l’album omonimo, però, non riuscì nell’immediato a sfondare e così entrò in un periodo di depressione in cui fece abuso di alcool e droga. Solamente con la morte del suo migliore amico cambiò abitudini di vita, fortunatamente.

Quattro anni più tardi nasce la canzone che gli regalerà l’immortalità nel mondo della musica. Durante i primi anni di vita, John Larkin si era accostato, sì, alla musica ma principalmente a cantanti come Louis Armstrong ed Ella Fitzgerald. I due pezzi da novanta della musica afroamericana gli fecero apprezzare, e quindi ad avvicinare, al genere particolare dello ‘Scat’.

Per ‘scat’ è inteso un virtuosismo vocale comprensivo nella musica jazz. Non a caso lo stesso Armstrong era, forse, il rappresentante più famoso. Dunque, siamo a Berlino nel 1990 e John Larkin si trovava nella città europea per continuare a suonare nei locali. In quel periodo decise, facendosi coraggio, nell’abbinare anche il canto. La fortuna, in quell’occasione, lo assistette grazie, soprattutto, alla performance della canzone ‘On the sunny side on the street’. Alla fine, John Larkin ricevette un’ovazione da parte del pubblico. Era riuscito nell’impresa di cantare, cosa che fino a quel momento non aveva mai tentato.

Il suo manager fu il primo ad accorgersi delle grandi possibilità che si stavano per aprire all’orizzonte, convincendolo ad abbinare il suo modo di cantare al genere hip hop con la musica dance ed è così che nacque la famosissima ‘Scatman – ‘Ski Ba Bop Ba Dop Bop).

Era il 30 novembre del 1994 quando per le radio di tutto il mondo iniziò ad impazzare questo particolare pezzo non solo di genere ‘scat’, ma anche di Eurodance ed elettro rap. Il successo fu talmente travolgente e mondiale che venne suonato e ballato in tutte le discoteche del mondo. Lo scopo del brano era quello di esortare ogni balbuziente a non vergognarsi della propria condizione.

Il brano compreso nel long play ‘Scatman’s World’ ottenne diversi riconoscimenti musicali, tra cui: tre dischi di platino e ben cinque dischi d’oro. La canzone venne fruita anche come colonna sonora della commedia italiana ‘Selvaggi’.

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