Che il mondo del cinema e il mondo dei fumetti nel corso dei decenni hanno stretto un legame indissolubile è ormai un dato di fatto. Basti pensare a tutti cine fumetti che dalla fine degli anni ’70 in poi sono approdati sul grande schermo, facendo la fortuna di ogni casa di produzione e, perché no, anche delle case editrici che hanno lanciato gli stessi personaggi che hanno conquistato generazioni di giovani lettori.

Affinché un cine comic abbia successo la regola numero 1 è quella di far impersonare il supereroe di turno ad un attore molto somigliante a come stato pensato dal fumettista o, quanto meno comunque, che risulti essere credibile nel ruolo. In questo la casistica ne è piena, anche se sussiste sempre un’eccezione. Si, perché per quanto riguarda l’esempio che andremo a ricordare apparterebbe ai casi più unici che rari.

Può un attore essere identico, per fisionomia e fisico, ad un personaggio dei fumetti? Quante volte, una volta annunciato un reboot di un qualsiasi personaggio proveniente dalle storie a strisce, ripreso da un nuovo attore abbiamo sentito la tipica frase: ma l’interprete precedente era tale e quale.

Ebbene nel 1978 la Warner Bros riuscì a portare sullo schermo il primo supereroe dei fumetti con un attore sconosciuto. L’eroe, per antonomasia, era anche conosciuto per una frase che fungeva da apertura di un famoso programma radiofonico, prima, e serie televisiva, poi, a lui dedicata: “Più veloce di una pallottola! Più potente di una locomotiva! Capace di scavalcare i grattacieli con un solo balzo! Guarda! Su nel cielo! È un uccello! È un aereo! È Superman!”. Sì, proprio lui, il kryptoniano in persona.

Apparso per la prima volta, nel giugno del 1938, sulla rivista per fumetti ‘Action Comics’, poi diventata a tutti gli effetti Dc Comics, con un’immagine di copertina entrata non solo nella storia dei fumetti ma anche nell’immaginario collettivo: Superman che sorregge con le sole due mani un’auto davanti ad una folla di gente intorno a lui.

Se quella fu la sua uscita ufficiale, la sua genesi, invece, la si deve a due studenti appassionati sia di fumetti che di fantascienza: Jerry Siegel e Joe Shuster, i quali lo inventarono cinque anni prima. Nei numeri inaugurali della serie a fumetti, Superman non era in possesso di tutti quei superpoteri che lo hanno reso famoso nel mondo dei supereroi. Non era invincibile ed era solamente molto resistente. Il suo nome di battesimo proveniva dalle origini ebraiche dei due autori: Kal-El, il quale significa ‘Voce di Dio’.

Solo quando iniziarono ad apparire supereroi come Batman, Wonderwoman e via di seguito, a Superman gli vennero conferiti altri tipi di superpoteri che lo resero ancora più invincibile di com’è a parte il famoso tallone d’Achille rappresentato dalla kryptonite. Ovvero un frammento del suo pianeta d’origine diventato radioattivo.

Il suo acerrimo nemico è il geniale Lex Luthor, senza dimenticare i tre supercriminali confinati nella zona fantasma prima dell’esplosione del suo pianeta. Questi e molti altri personaggi come i due genitori adottivi, il suo primo amore adolescenziale, Lana Lang, e quello adulto, Lois Lane, sono sempre stati presenti in ogni trasposizione sia cinematografica che televisiva.

Quaranta anni più tardi la pubblicazione del primo numero della serie a fumetti dedicati all’eroe con la ‘S’ sul petto, il cinema riesce nell’impresa di far credere al pubblico di tutto il mondo che un uomo potesse volare. Il fortunato che entrò, nell’immediato, nella leggenda del cinema si chiamava Christopher Reeve, di cui proprio in questi giorni c’è stato l’anniversario del suo settantesimo compleanno.

Fortunato per quel ruolo, ovviamente, ma sfortunato per un destino che lo mise veramente a dura prova. Una terribile caduta cavallo nel 1995 lo rese immobilizzato dal collo in giù, senza mai avere la possibilità di tornare a camminare e che morì quasi venti anni orsono. Si disse, in quegli anni, soprattutto per la sua forza d’animo che il ruolo tanto iconico non gli era stato affidato per caso.

Oltre al carattere, all’invidiabile forza di volontà, Christopher Reeve, proprio per quanto concerne il suo aspetto, era identico al personaggio creato da Siegel e Shuster. Della tetralogia sul grande schermo, inaugurata appunto nel 1978 e conclusa nel 1987, solo i primi due capitoli sono ritenuti i migliori. Soprattutto per esser stati girati in contemporanea e distribuiti, poi, con molti problemi tra il 1978 e il 1980.

Il terzo, invece, è rimasto impresso, soprattutto per la scena in cui, soggiogato da una kryptonite creata in laboratorio e che non lo uccide ma gli altera la personalità, si sdoppia iniziando un duello fra il bene ed il male fra sé stesso. Il quarto invece, scritto proprio dallo sfortunato attore, non sarà al livello dei precedenti, non venendo seguito da un possibile quinto capitolo che era, a quanto pare, in cantiere.

Diversi attori hanno tentato, in seguito, di essere eredi dell’attore scomparso. Il primo fu Brandon James Routh nel 2006, Tom Welling nella serie Smallville in ultimo Henry Cavill con l’ultima trasposizione cinematografica ‘Man of steel’, titolo anche di una serie di fumetti.

Certo, non bisogna anche dimenticare il primo sfortunato attore George Reeves, quello della serie anni ’50, morto in circostanze misteriose, anche se ufficialmente si parla di suicidio, e l’attore di ‘Le avventure di Lois e Clark’ Dean Cain. A parte Reeves, nessuno di questi attori, ancora oggi, è riuscito ad essere incoronato il vero erede dell’attore scomparso nel 2004.

Forse perché rappresentava il primo ‘Superman’ cinematografico? Forse perché ha aiutato un supereroe ad essere ancora più umano di quello poteva essere? Forse. Sta di fatto che nel cuore della gente, qualsiasi altro attore arriverà, Christopher Reeve sarà per sempre Superman.

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