Pubblicato il 21 giugno di quest’anno, il romanzo è ambientato tra il 1942 ed il 1943

Ci sono degli uomini là, sotto il nero del mare e la volta scura e stellata, venuti da lontano per distruggere e uccidere, e altri uomini che sanno anch’essi distruggere e uccidere lì stanno cercando.”

Tra il 1942 ed il 1943, mentre nel Mediterraneo infuriava la guerra fra gli Alleati e l’Asse, un gruppo di assaltatori subacquei della Regia Marina Italiana, inquadrati nella X Flottiglia Mas, lanciarono una serie di attacchi notturni contro le navi nemiche alla fonda nel porto di Gibilterra, affondando in tutto quattordici bastimenti.

I marinai italiani, passati alla storia come il gruppo dell’”Orsa Maggiore”, avevano installato la loro base segreta sull’Olterra, un mercantile italiano sorpreso dallo scoppio della Guerra nel porto neutrale di Algericas.

Dopo essere stata autoaffondata dal proprio equipaggio per non farla cadere in mani nemiche, la nave era stata successivamente modificata dagli uomini della Marina Italiana, i quali posero al suo interno i ricoveri e le officine per la manutenzione dei Siluri a Lenta Corsa (i leggendari maiali) e cioè i mezzi subacquei d’assalto di cui gli italiani si servivano per penetrare all’interno del porto nemico.

Attorno ad uno di questi uomini, il 2°capo della Regia Marina, Teseo Lombardo, un costruttore veneziano di gondole, ruota la trama dell’ultimo romanzo dello spagnolo Arturo Pèrez-Reverte,”L’italiano” (titolo originale “El italiano”), tradotto da Bruno Arpaia, edizione Rizzoli 2022.

L’altra protagonista del romanzo è Elena Arbuès, titolare di una libreria in Algericas. L’incontro tra i due personaggi, che per svolgimento ed ambientazione ricorda il passo dell’Odissea in cui Nausica ritrova un Ulisse privo di sensi riverso sulla spiaggia dell’isola dei Feaci, cambierà per sempre le loro vite.

L’ultima fatica letteraria di Perèz – Reverte porta all’attenzione dei lettori un episodio quasi sconosciuto della storia militare italiana, ad accezioni dei pochi cultori della materia. Tra i protagonisti del libro figura anche lo stesso autore, il quale, in numerosi passaggi, ripercorre i passi che lo hanno condotto alla stesura de “L’italiano”.

La storia, infatti, si sviluppa su due piani temporali: i fatti avvenuti a Gibilterra nel 1942 e la ricostruzione degli eventi operata diversi anni dopo dallo stesso autore e la ricerca dei testimoni delle imprese dell’”Orsa Maggiore”.

La struttura del romanzo è altresì intrisa della cultura classica dell’autore, dati i numerosi i richiami all’epica classica (croce e delizia degli studenti liceali); del resto non è un caso che i protagonisti si chiamino Elena e Teseo.

Il libro dei Pèrez-Revert, inoltre, si fonda anche su una robusta conoscenza degli aspetti storici, tattici e tecnici dell’attività dei marinai della X Mas, evitando così di cadere in quei grossolani errori a cui i romanzieri storici ed i giornalisti televisivi sono sempre più avvezzi.

Il risultato è una storia il cui tema principale è l’amore fra i protagonisti, unitamente al coraggio, alla lealtà, all’ onore, all’eroismo di uomini di mare votati al compimento del loro dovere. Tutto ciò potrà ricordare la sceneggiatura di solide pellicole belliche come “I cannoni di Navarone”; “Duello nell’Atlantico”; “Il ponte sul fiume Kwai”.

Tuttavia, a differenza di questi titoli, i protagonisti non sono i soliti e nobili ufficiali anglo-americani, nella loro veste di gentiluomini prestati alla guerra, bensì dei militari italiani, una volta tanto non dipinti come straccioni, codardi, o “macaroni”, come spregiativamente definiti dagli anglosassoni.

I marinai italiani protagonisti del libro non sono rappresentati né come buoni né come cattivi ma sono restituiti alla loro reale dimensione: uomini dotati di incredibile coraggio e di impareggiabile senso del dovere, autori di alcune delle più stupefacenti imprese belliche della storia.

Questa scelta letteraria (che tra l’altro ha il merito di avvicinare il romanzo alla realtà storica dei fatti) è stata rivendicata anche dallo stesso autore in un’intervista alla Repubblica, pubblicata il 10 giugno 2022, di cui si riporta uno stralcio:

 <<Ero stufo di vedere film inglesi dove i sudditi di Sua Maestà sono i signori, quelli che ti proteggono, mentre gli italiani sono gli straccioni e i codardi. E mi sentivo offeso perché, da reporter, sono stato in molte guerre a fianco di giornalisti italiani e solo quello di cui un italiano è capace. Volevo fare giustizia. Sì, questo romanzo è una specie di rivendicazione della parte degna, della parte luminosa dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale>>.

L’obiettivo può dirsi pienamente raggiunto, grazie soprattutto alle ottime descrizioni delle azioni notturne dei marinai italiani: il bagliore delle esplosioni, l’ossigeno che scarseggia nelle bombole, la fatica nel tranciare le reti subacquee di sbarramento con le cesoie, le luci dei proiettori che si incrociano sulle acque alla ricerca di segnali che possano far scoprire la presenza degli assaltatori. Il tutto all’ombra della minacciosa Rocca.

Il romanzo trasmette infine l’emozione di una storia sentimentale fra Elena Arbues e Teseo Lombardo: lei una donna di cultura e di animo indomito; lui un uomo taciturno, erede di più tremila anni di cultura mediterranea, nobile come un principe troiano.

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