Breve storia della canzone e quella volta che John Lennon pronunciò quella frase prima dell’esibizione in presenza della Regina Elisabetta

La scomparsa della Regina Elisabetta II d’Inghilterra, giovedì scorso, ha scombussolato un po’ i piani per il giorno seguente. I due articoli interamente dedicati al cinema degli anni ’80, con la rubrica ‘Forever 80s’ sono addirittura stati rinviati di altre due settimane. Eppure, il classico appuntamento tradizionale con il primo giorno della settimana non può mancare.

Di certo, in questa circostanza non possiamo analizzare o comunque ricordare una canzone che ci aiuta ad affrontare i prossimi sette giorni. Eppure, una piccola eccezione si può fare. Un’eccezione legata guarda caso alla sovrana venuta a mancare qualche giorno fa. Un aneddoto che risale, soprattutto, quando la beatlemania era già scoppiata da un bel pezzo.

Ma andiamo con ordine: Phil Spector, storico produttore dei ragazzi di Liverpool, quando lavorava per conto dell’Atlanta Records aveva intenzione di lanciare un nuovo gruppo musicale, i Top Notes. La canzone scelta era ‘Twist and shout’. Tale opzione avvenne ancor prima della tecnica collaudata dallo stesso Spector,’ Wall of sound’, una tecnica che permetteva di sfruttare le possibilità della registrazione in studio per realizzare sonorità dense ed insolite.

Paradossalmente questa intuizione non fu apprezzata da Berns, un compositore. Il quale decise di produrla con gli Isle Brothers, dimostrando quale fosse il sound più adatto al brano. Gli Isley Brothers, con ‘Twist and shout’, raggiunsero, nelle classifiche statunitensi, la diciassettesima posizione. Questa prima versione però, pubblicata, il 16 giugno del 1962, non ottenne il successo sperato.

Un anno più tardi Phil Spector non si arrese e affidò la canzone ai quattro ragazzi di Liverpool i quali, in poco tempo, la trasformarono in un successo mondiale. Dal soffice sound di Berns, Twist and Shout, passò ad un ben più convincente suono rockeggiante stile Elvis Presley.

Contenuta nel loro primo album, ‘Please, please me’, la cover venne registrata dopo un’intensa giornata di lavoro. Ben dieci pezzi, dei quattordici poi effettivamente compresi nel long play, vennero incisi in una sola giornata. Quando si giunse al singolo degli Isle Brothers, John Lennon, e non solo lui, era stremato. Nonostante ciò, riuscì a garantire una performance memorabile che non determinò una seconda registrazione. Soprattutto perché le corde vocali del leader dei Beatles era veramente fuori uso.

 Il singolo divenne in poco tempo un cavallo di battaglia della band. Tant’è vero che ad ogni concerto ‘Twist and shout’ venne usata sempre come canzone di apertura. Dieci anni più tardi anche un altro cantante la userà sempre nei concerti: Bruce Springsteen, ma questa è un’altra storia della musica.

Torniamo al vero motivo principale per cui vi stiamo raccontando, brevemente, questa storia: la Regina Elisabetta II. Diventati delle icone, per non dire già delle leggende viventi, i Beatles ebbero anche l’onore di esibirsi davanti a colei che stava regnando da quasi una decina di anni.

Era il 4 novembre del 1963 quando i quattro di Liverpool, alla quinta serata organizzata alla Royal Command and Performance della serata di gala e di spettacolo che si tiene annualmente alla presenza della famiglia reale, si presentarono sul palco. Prima della loro esibizione John Lennon proferì queste parole che rimasero nella storia, soprattutto perché le rivolse, quasi indirettamente, alla Regina Madre:

“Per la nostra ultima canzone abbiamo bisogno del vostro aiuto. Vorremmo che gli spettatori seduti là in alto, nei posti più economici, tengano il tempo battendo le mani. Tutti gli altri possono farlo semplicemente facendo tintinnare il loto gioielli… la canzone s’intitola Twist and shout”.

Prima del singolo indicato, i Beatles cantarono: ‘From me to you’, ‘She loves you’ e ‘Till There was You’.

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