Si è sempre sostenuto che l’esordio ad un torneo, in particolar modo ad un Mondiale di calcio, è quello sempre più difficile. Paradossalmente, però, non è il match in cui si fa sul serio. Nel senso che se pareggi o perdi hai sempre la seconda e la terza partita per porre rimedio. Un concetto messo in pratica sia dalla stessa Argentina, che nei rispettivi match contro Ungheria ed El Salvador realizza sei reti: quattro nella seconda partita, in cui si materializza anche la doppietta di Maradona, e due nell’ultimo incontro del girone.

Anche i tedeschi si ripresero dallo shock di esser stati sconfitti sorprendentemente dall’Algeria all’esordio. A differenza degli argentini, tra le due restanti partite del girone, i tedeschi realizzarono cinque reti. Ben quattro contro il Cile, in cui Karl-Heinze Rumenigge firmò addirittura una tripletta, e una sola rete, firmato da, Hrubesch contro l’Austria. La Francia e la Spagna invece non riuscirono a conquistare le due vittorie consecutive. I transalpini, sulla stessa scia dei tedeschi ed argentini, chiusero il secondo match del proprio girone con quattro reti.

Era la Francia di ‘Le Roi’ Michel Platini, il quale firmò la seconda rete contro il Kuwait, ma non portò alla vittoria la propria nazionale nel pareggio per 1 a 1 contro la Cecoslovacchia. Stessa sorte anche per i padroni di casi i quali vincono di misura, 2 a 1, contro la Jugoslavia ma persero contro l’Irlanda del Nord, per 1 a 0.

E gli azzurri? I nostri ragazzi come si comportarono nei successivi impegni mondiali? Si può dire che Bruno Conti, ala destra indiscussa della Roma, quella che l’anno seguente si cucirà il secondo tricolore sul petto, illuse tutti quanti con una magia. Un tiro a giravolta all’incrocio dei pali contro il Perù.

Sembrava fatta, l’Italia stava finalmente mostrando la sua forza tecnica nei confronti degli avversari. Invece no: il Perù pareggia. Stesso schema contro il Camerun, i cui giocatori non sono ancora soprannominati ‘I Leoni indomabili’. Per questo bisognerà attendere otto anni: il Mondiale del 1990 da noi.

Prima segna ‘Ciccio’ Graziani, altra illusione. Perché un minuto più tardi, al sessantunesimo minuto, Zoff si fa beffare da M’Bida. Tre pareggi, tre punti e le polemiche roventi nei confronti della nazionale continuarono fino al prossimo impegno, fortunatamente.

L’unica nazionale a terminare la prima fase a punteggio pieno, all’epoca era due punti a vittoria, era il micidiale Brasile di Tele Santana, con suoi fuoriclasse in ogni reparto. Otto reti suddivise equamente contro la Scozia e la Nuova Zelanda. A scatenarsi più di tutti fu il numero dieci verdeoro soprannominato il ‘Pelè bianco’, Arthur Coimbra Zico, che qualche anno più tardi vestirà la maglietta dell’Udinese.

La seconda fase del torneo non venne rappresentata direttamente, come accadrà poi nei secondi mondiali messicani del 1986, dai matches ad eliminazione diretta. Ma ancora una fase a gruppi: tre squadre per gruppo. Rimasero in totale dodici squadre a contendersi quell’edizione del mondiale. Dieci europee e due sudamericane: Argentina e Brasile. I vari gironi, così come ve li abbiamo mostrati nella prima parte, portarono, come abbiamo visto, delle grosse sorprese: i padroni di casa della Spagna, i Campioni del Mondo in carica dell’Argentina e i futuri detentori del titolo dell’Italia, lasciarono spazio ad altre nazionali per passare il turno come primi. I nuovi gironi erano così formati: Gruppo A da Polonia, Unione Sovietica e Belgio; il Gruppo B: Germania dell’Ovest, Inghilterra e Spagna; il Gruppo C: Brasile, Argentina ed Italia; il Gruppo D: Francia, Austria ed Irlanda del Nord.

Paradossalmente il girone più facile era proprio quest’ultimo, quello in cui la Francia vinse prima 1 a 0 contro l’Austria e 4 a 1 contro l’Irlanda del Nord, qualificandosi senza alcun problema alle semifinali. Inutile il pareggio, per 2 a 2, tra Austria e Irlanda del Nord.

Andando però, con ordine, si potrebbe iniziare questo racconto della seconda fase a gironi della Coppa del Mondo di Calcio del 1982 ripartendo dal Belgio. Si, la nazionale che aveva beffato all’esordio i campioni uscenti nel match inaugurale. Questa volta, però, i fiamminghi sulla loro strada oltre a trovare un Polonia in gran forma, si ritrovano davanti un super Zibi Boniek che con una tripletta annichilì ogni loro speranza di qualificazione. L’Unione Sovietica, invece, completò solamente il quadro di un Mondiale che poteva essere diverso per il Belgio.

Se comunque la Polonia andò avanti, qualificandosi per le semifinali, pareggiando per 0 a 0 contro i russi nel gruppo C non ci sono sorprese: La Germania dell’Ovest prima pareggiò contro l’Inghilterra in un match di cui non si ha nemmeno memoria e poi sconfigge e padroni di casa con un secco 2 a 1. E nel girone C? Il cosiddetto girone della morte cosa succede? Una sola parola: l’inimmaginabile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *