Ammettiamolo, questo articolo sembrerebbe superfluo. Era però in via di sviluppo fin da quando abbiamo aperto questa nuova rubrica, tutta interamente dedicata ai fumetti. Fin dal primo momento ci era venuta l’idea di analizzare, nella sua essenza, la differenza che sussiste tra il fumetto classico, tradizionale; insomma, quello a cui siamo stati abituati a leggere fin da piccoli a ciò che al giorno d’oggi, comunemente, viene definito ‘graphic novel’.

Si, ripetiamo: questo articolo sembrerebbe superfluo e per un semplice motivo: molti blog e giornali online che si occupano, in maniera più approfondita di fumetti, hanno, di sicuro, più volte affrontato tale tematica: ovvero che differenza sussiste tra il fumetto, quello tradizionale, dalla ben più complessa e articolata graphic novel?

Un dilemma quasi shakespeariano, in cui si dovrebbe esser quasi costretti a scegliere tra l’uno e l’altro. Nulla di tutto questo. Qui non si sceglie, come detto si analizza e soprattutto, proprio perché si parla di fumetti non cadremo nella trappola nel considerare questi ultimi come ‘cultura bassa’. No, questo è un errore madornale che non troverà mai spazio su questo giornale.

Ogni forma d’arte, nella sua essenza, deve essere considerata cultura e non seguita da una parola denigratoria o positiva per specificare l’immensa o la poca rilevanza nei confronti di chi fruisce di queste piccoli volumetti i cui disegni sono creati, appunto, da seri professionisti del settore.

Se la definizione, per così dire, di fumetto, analizzata fin dal primo appuntamento con questa rubrica, è inteso come la nuvoletta attraverso la quale gli autori e i disegnatori fanno parlare i protagonisti, per graphic novel la spiegazione è leggermente più complessa ma ugualmente facile da comprendere. Quest’ultima non si discosta tanto dal fumetto e, paradossalmente, non si discosta neanche così tanto dal libro. Si, proprio così.

Per graphic novel, in maniera molto semplice, deve essere inteso come l’incrocio tra un fumetto vero e proprio e la forma di un libro; sarebbe meglio dire di un romanzo. Ancora, un romanzo illustrato; più corposo nei contenuti e nello sviluppo della storia. Soprattutto, elemento non proprio da sottovalutare: le storie sono autoconclusive, mentre nei fumetti no, continuano all’infinito con uscite settimanali e anche mensili. Si potrebbe sostenere che la graphic novel è per veri collezionisti, mentre i fumetti no? Errato, entrambi soddisfano le esigenze di tutti i tipi di appassionati: sia di fumetti che di graphic novel

Nel corso di questi ultimi anni, riprendendo un concetto precedente, i due termini sono stati accostati per un paragone abbastanza antipatico. Difatti, con l’espressione ‘graphic novel’ si è cercato, in un primo momento, di salvaguardare l’essenza storica del fumetto. Perché per alcuni un po’ troppo sofisticati usare il termine ‘fumetto’ appariva troppo denigratorio e poco, appunto, culturale.

Con il tempo, fortunatamente questa convinzione, per non dire concezione del termine è venuta sempre meno, assottigliando la pur esistente eterogeneità nella struttura portante fra le due tipologie di opere per quanto simili, ma appunto differenti.

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