Il 18 giugno è una delle date storiche per il mondo delle sette note. Rappresenta un anniversario lieto da ricordare e da celebrare. 80 anni per gli assi della musica non sono mai uno scherzo. Difficile arrivare a questa età. Pochissimi arrivano a toccare tale traguardo. Oltre tutto, qualche maligno potrebbe anche avere dei dubbi in merito. Si, perché la stella della musica che compie 80 primavere, per alcuni, sarebbe addirittura deceduta in una notte piovosa datata 9 novembre 1966; a causa di tragico incidente stradale.

E pensare che l’anno prima, Paul James McCartney, aveva addirittura perso la madre. No, non saremmo dovuti partire da questo dettaglio. Anche perché si tratta di un compleanno di una persona che è ancora tra noi e che in queste ore sta ricevendo gli auguri dai grandi della musica. In modo particolare anche da quelli che hanno vissuto la sua stessa epoca.

Non riceverà gli auguri da parte di John Lennon e George Harrison, o suoi compagni del viaggio più bello che la musica ha potuto donare al mondo. Non li riceverà neanche da parte di Micheal Jackson, il cui anniversario della sua morte sarà ricordato sabato prossimo. Arrivare agli 80 anni significa che il suo viaggio è stato lungo e quasi sicuramente difficoltoso. Un po’ come il titolo di una canzone dei ‘Beatles’, uno degli ultimi acuti prima dello scioglimento: ‘The long and winding road’.

Di strada ne ha fatta, quindi, e di successo, nel suo percorso esistenziale ne ha raccolto tanto. Quel tanto che basta per farlo rimanere nella mente di tutti quanti noi. Le sue canzoni, ormai, sono nella storia della musica. Alcune firmate, grazie ad un vecchio patto, insieme a John Lennon, hanno superato la prova del tempo e valorizzato, nel corso dei decenni, la sua creatività musicale.

Da ‘We can work it out’ a ‘Yesterday, alla struggente e altrettanto malinconica, sorretta ugualmente da un filo di speranza, ‘Let it be’. Il cui testo, secondo la leggenda, sarebbe stato ispirato grazie a delle parole che la madre, deceduta qualche anni prima, gli sussurrò in sogno. Un capolavoro, ancora oggi inarrivabile.

Se comunque la leggenda ha una data, 18 giugno 1942, e un luogo, in quel di Liverpool, del suo inizio, però e inteso come e quanto effettivamente il legame con la musica divenne così indissolubile? Semplice: negli anni della formazione. Negli anni più spensierati e, allo stesso tempo, anche più complessi: ovvero l’adolescenza. E fu nella cosiddetta prima adolescenza che conobbe, prima, George Harrison, durante un viaggio in autobus presso il sobborgo di Speke, dopo che venne ammesso nel prestigioso Liverpool Institute, siamo nel 1954.

Qualche anno più tardi Paul si legò ancor di più a John proprio a causa di quel doppio lutto che colpì entrambi. Anche John Lennon perse la madre, ma non per una malattia ma per un incidente stradale. Un poliziotto ubriaco la investì. Mentre la madre di Paul morì per un male incurabile.

Ritornando nel periodo dell’adolescenza, Paul McCartney, scrisse le sue due canzoni quando stava imparando i rudimenti musicali. Un classico, aggiungeremo noi. Una di queste, addirittura, venne inserita in uno dei dischi epocali mai realizzati nella storia della musica: il famosissimo Sgt. Peppers del 1967: When I’m sixty-Four.

Il primo s’intitolava: ‘I lost my little love’. La compose con la chitarra acquistata dopo essersi venduto un regalo del padre, una tromba. Per un imparare a suonare lo strumento musicale dovette rovesciare la chitarra visto che lui era mancino. Infatti, era mancino, poi un bel giorno usò troppa facilmente la destra. Un dettaglio non da poco, per i dietrologi di Paul is dead.

Ma oggi possiamo dire che ‘Paul is 80’ e raccontare tutti i suoi 80 anni non è cosa semplice. Non possono neanche essere riassunti in un unico articolo. Di certo non si possono neanche ricordare tutte le sue imprese musicali. Si, in effetti sembra un’espressione forzata ma di sicuro rende il senso. Dagli esordi musicali, ai dischi con i Beatles, ai due duetti con Micheal Jackson a quello, definito il più brutto di sempre, con Stevie Wonder; al primo long play da solista intitolato semplicemente con il suo cognome.

Rispetto agli altri componenti della band: Paul McCartney ha portato avanti un discorso musicale più intellettuale mescolato al pop. Quasi più di nicchia, anche se questo giudizio non dovrebbe neanche essere preso in considerazione.

Del periodo con John Lennon, invece, ha detto: “Uno dei miei più bei ricordi di John è quando ci mettevamo a litigare: io non ero d’accordo con lui su qualcosa e finivamo per insultarci a vicenda. Passavano un paio di secondi e poi lui sollevava un po’ gli occhiali e diceva “è solo che sono fatto così…”. Per me quello era il vero John. In quei rari momenti lo vedevo senza la sua facciata, quell’armatura che io amavo così tanto, esattamente come tutti gli altri. Era un’armatura splendida; ma era davvero straordinario quando sollevava la visiera e lasciava intravedere quel John Lennon che aveva paura di rivelare al mondo”.

Per tutto il resto rimane solo da fare gli auguri di 80 anni a Sir Paul McCartney e poco importa se qualcuno lo crede morto dal 1966 e che, sempre secondo la leggenda, ci sia qualcuno che ha preso il suo posto regalando, ulteriormente, altri capolavori alla storia della musica. Paul Is 80 e di questo oggi ne siamo certi.

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