Le differenze tra Kandinskij e Mondrian sono radicali, anche se per entrambi gli artisti la critica suggerisce una collocazione stilistica condivisa di stampo astrattivo.

 Agli inizi del secolo del ‘900 si presenta sulla scena artistica una formulazione creativa decisamente innovativa; ed è quella che dirige la propria azione di intervento a fornire un contributo cosiddetto ‘astrattivo’, un contributo che – almeno nella più diffusa prospettiva d’intendimento ‘divulgativo’ – dovrebbe consistere in un allontanamento  dell’immagine fornita dall’artista dalla rispondenza pedissequa con la consistenza della realtà oggettuale.

W. Kandiskij, Capriccio, 1930

Può essere utile osservare che l’allontanamento dalla riproduzione mimetica del reale fenomenico, invece che definire l’astrazione, definisce meglio la condizione aniconica di una immagine, offrendo così all’Astrattismo di proporsi non come significazione di arte non figurativa, quanto, piuttosto, di luogo di una ricerca artistica che muove a fornire una prospettiva di ciò che potremo anche definire la pensabilità delle cose.

Detto questo, si aprono numerose questioni che si rivelano immediatamente dirimenti: innanzitutto si può osservare come questo allontanamento dalla rispondenza pedissequa con la consistenza della realtà oggettuale avvenga o per effetto di un processo  spontaneo di libero esercizio della fantasia, ovvero si profili come manifestazione profondamente consapevole di una determinazione di forte caratterizzazione razionale.

P. Mondrian, Composizione, 1921

La differenza, evidentemente, non è da poco e segna la dirimente, appunto, tra un Astrattismo ‘lirico’, nel primo caso, ed un Astrattismo ‘geometrico’ nel secondo caso.

Lo svolgimeto della vicenda astrattista, comunque, nel suo complesso, presenta, tuttavia ulteriori e più articolate sfaccettature, dal momento che, la differenziazione tra Astrattismo lirico ed Astrattismo geometrico può lasciare affacciare legittimamente una ulteriore profilatura di divaricazione, che cercheremo di additare nello scarto fra astrattezza ed astrazione.

La concezione astrattiva lirica, infatti, proprio perché non chiama direttamente in causa dei motivi di ordinamento prescrittivo della logica organizzativa dell’immagine, definisce una prospettiva che può definirsi di astrattezza per il semplice motivo che non procede con un metodo analitico a muovere alla ricerca delle ragioni delle cose, ma si produce in arditi voli pindarici, ove la consistenza di ciò che viene elaborato si manifesta come un libero e, per molti aspetti, inconsulto addensamento compositivo.

T. van Doespburg, Composizione, 1918

Kandinskij è certamente l’alfiere di questo taglio astrattista e la sua personalità non rimane isolata, peraltro, in questo universo che vorremmo anche definire fiabesco dell’Astrattismo lirico, se abbiamo  conto del fatto che, in tale contesto, troviamo iscrivibili anche autori come, ad esempio, Paul Klee.

C’è poi l’altro versante della ricerca astrattiva, quello che modella i suoi processi di sviluppo secondo una linea di grande rigore compositivo, provvedendo a dar corpo ad una creatività animata da notevole coerenza ed ispirata dal rigore assorbente della modulazione analitica.

Qui si afferma la personalità di  Mondrian e campeggia tutta l’esperienza del Movimento di de Stijl, al cui interno occorre citare almeno il nome di van Doesburg, alla cui azione  si dovrà, poi, l’ulteriore ‘salto’ qualitativo dell’astrattismo geometrico, intorno alla fine degli anni ’20,  nella nuova proposta cosiddetta ‘concretista’ che consentirà all’attività creativa astrattiva di non dover muovere soltanto dal reale fenomenico per enuclearne analiticamente le sue profilature eidetiche, ma di poter anche muovere dalla mente, nei cui meandri di pensiero scavare analiticamente per concepire la composizione di forme del tutto inedite cui conferire, poi, grazie alla attività creativa, una consistenza oggettualmente compiuta.

G. Vantongerloo, Composizione 1918

Come si può ben osservare, tutto questo processo elaborativo all’interno della pratica astratto-geometrica vale a divaricare ancor piu significativamente questa importante branca dell’Astrattismo dall’altra concezione opposta e concorrente, di stampo lirico, che abbiamo precedentemente introdotto e descritto animata dalla personalità di Kandinskij.

C’è anche da aggiungere che lo stesso Kandinskij non sarà alieno dal promuovere un suo accostamento ad una profilatua compositiva di più decisa compitazione geometrica, così come occorre aver conto anche dell’azione svolta da organismi come Bauhaus o come Abstraction-Création che provvedono ad accompagnare le logiche astrattiste fino alla fine degli anni ’30, avendo cura di immaginare una prospettiva, per certi aspetti, ecumenica, al cui interno potessero trovare motivo di sintesi gli aspetti sia lirici che geometrici della ricerca astrattiva.

Una figura di riferimento in questa nuova fase più avanzata della ricerca astrattiva, che abbiamo definito ecumenica, è quella di Vantongerloo. Ed intanto, siamo anche giunti, ormai, alle soglie del secondo conflitto mondiale, dopo il quale, per le dinamiche astrattiste si aprono nuovi orizzonti non solo con lo spostamento dell’asse della ricerca dall’Europa all’America meridionale (premonizione di ciò può essere considerato, intanto, il ritorno di Torres Garcia in Uruguay nel ’34), ma anche con l’ additamento di ben definite svolte programmatiche  ben identificabili, evidentemente, nella stessa riformulazione dell’indirizzo di Abstraction-création che assume il profilo di Abstraction-invencion, che vale a specificare, con piu decisa determinazione, la scelta di concentrare della ricerca astrattista secondo un abbrivio di piu marcato rigore logico, abbandonando a se stesse le evoluzioni di carattere più evidentemente fantastiche dell’astrattismo lirico.

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