‘Non riesco più a suonare’. Con questa frase, sabato scorso, Phil Collins, durante uno dei suoi concerti tenutosi allo 02 di Londra, ha rivelato ai suoi fans il suo problema di salute: ovvero dei gravi dolori alla schiena che, in base a quanto mostrato dalle immagini riportate dai mass media, lo hanno tenuto seduto per tutto lo show.

Questa volta, però, ciò che annunciò qualche anno fa, il ritiro dalle scene o quantomeno dai concerti, sembra ancor più concreto. Dopo oltre 40 anni di onorata carriera, sia con i Genesis e sia come cantante solista, il buon vecchio Phil Collins decide di ritirarsi questa volta in maniera definitiva, chiudendo il suo concerto con una battuta: questa volta dovrò trovarvi un vero lavoro.

In occasione di questo suo annuncio, con la ‘Canzone del Lunedì’ vi riproponiamo un articolo in cui analizzammo uno dei suoi brani più famosi della sua carriera: ‘Dance into the light’.

Iniziamo col dire che fu un caso che questo brano uscì il 28 settembre del 1996 e non qualche mese prima. Di sicuro sarebbe diventato un tormentone estivo.  E chissà se Phil Collins sarebbe riuscito a spodestare Eros Ramazzoti, con ‘Più bella cosa di te’; canzone con la quale si aggiudicò il Festivalbar del 1996.

Prodotta dallo stesso Phil, con Hugh Padgham, e distribuita dalle etichette musicali Virgin, Atlantic e Wea, la canzone è una vera propria scossa di allegria di genere pop, rock e dance, impreziosita dalla presenza, imprescindibile, dello stesso cantante alla batteria. Nel video, però, non si limita solamente a cantare ma addirittura anche a ballare, assistito da un gioco di luci quasi psichedelico.

Bisogna fare però una precisazione, proprio in questo singolo che è anche il titolo dell’intero album che uscì il 22 ottobre dello stesso, Phil Collins si destreggiò molto bene anche nello strumento musicale della Kalimba, un antichissimo strumento africano.

Il significato del testo del singolo è molto semplice: si fa riferimento o meglio all’incoraggiamento verso una persona ad uscire dalla sua timidezza o paura e per iniziare a danzare nella luce, ovvero ad affrontare la vita o comunque ad abbandonare le proprie ansie. Versi semplici, ritmo energico per un successo, anche grazie agli altri brani di quello che era di fatto la sua sesta raccolta d’inediti; la prima dopo che si era staccato dal leggendario gruppo dei i ‘Genesis’.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *