Come abbiamo detto questa mattina il primo negoziato non ha portato gli effetti sperati: non ha bloccato, seppur temporaneamente, il conflitto. Anzi, lo ha reso ancor più aspro e non solo sul campo di battaglia ma anche tra dichiarazioni e comunicati che si susseguono. Tra accuse specifiche e quell’invasione che ormai sta diventando ancor più certa, un’invasione che si sta materializzando ora dopo ora, minuto dopo minuto nel territorio ucraino.

Sempre questa mattina, pochi minuti dopo aver pubblicato il resoconto sulla giornata di ieri, l’agenzia ansa ha fatto circolare un video in cui si vedeva, molto chiaramente, saltare in aria il palazzo del governo nella seconda città dell’Ucraina, Karkhiv. L’intenzione era quella di uccidere il governatore della regione. Dicevamo dei comunicati, delle dichiarazioni che sempre in questa mattina stanno tenendo banco e per le quali non potevamo attendere domani per tenervi conto. Dal discorso di Mario Draghi al Senato in cui ha espressamente dichiarato:

“L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia segna una svolta decisiva nella storia europea. Negli ultimi decenni, molti si erano illusi che la guerra non avrebbe più trovato spazio in Europa. Che gli orrori che avevano caratterizzato il Novecento fossero mostruosità irripetibili. Che le istituzioni multilaterali create dopo la Seconda Guerra Mondiale fossero destinate a proteggerci per sempre. In altre parole, che potessimo dare per scontate le conquiste di pace, sicurezza, benessere che le generazioni che ci hanno preceduto avevano ottenuto con enormi sacrifici. L’aggressione premeditata e immotivata della Russia a un Paese vicino ci riporta indietro di 80 anni. Non è solo un attacco a un paese libero e sovrano ma un attacco ai nostri valori, alla democrazia e alle istituzioni che abbiamo costruito insieme. Ora tocca a noi tutti decidere come reagire e l’Italia non intende voltarsi dall’altra parte.”

 Inoltre, Mario Draghi ha anche parlato della di fine di queste illusioni e poi continuando: “L’eroica resistenza del popolo ucraino, del suo presidente Zelensky, ci mettono davanti una nuova realtà e ci obbligano a compiere scelte fino a pochi mesi fa impensabili. Voglio ribadire, ancora una volta, tutta la mia solidarietà, quella del Governo e degli italiani al Presidente Zelensky, al Governo ucraino e a tutte le cittadine e cittadini dell’Ucraina”.

A queste dichiarazioni hanno fatto seguito, quasi contemporaneamente, quelle del Ministro degli Esteri russo Lavrov. Il quale senza mezzi termini ha affermato che il cosiddetto ‘regime di Kiev’ sarebbe intenzionato a sviluppare il suo arsenale atomico. Quindi rappresenterebbe una vera e propria minaccia per la sicurezza internazionale. Lo scopo sarebbe quello di denazificare e smilitarizzare l’Ucraina stessa.

Queste parole sono state esternate durante la conferenza sul disarmo in corso a Ginevra, intervenendo per videomessaggio. 

Non sono mancate anche le dichiarazioni di Zelensky al parlamento europeo che è ancora radunato in queste ore: “Dimostrateci che siete con noi: vogliamo essere membri dell’Unione Europea. Ogni giorno per qualcuno può essere l’ultimo giorno: parlo dei miei cittadini, dei cittadini ucraini che difendono la libertà a caro prezzo. Sono molto lieto di sentire quel che viene detto qui al Parlamento, di sentire l’unità di tutti i Paesi dell’Ue. Ma il prezzo da pagare è altissimo: una tragedia per tutti il mio Paese. Noi oggi diamo la nostra vita per la libertà: stiamo rinunciando alle persone migliori, alle più forti, alle più coraggiose. Gli ucraini sono incredibili. Amiamo dire che vinceremo contro tutti, e io sono convinto di questo. È chiara la scelta europea dell’Ucraina: vorrei sentire da parte vostra che questa scelta viene incoraggiato. Hanno ucciso 16 bambini e decine di civili”.

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