Alle 5 e 12 minuti di questa mattina l’agenzia Ansa ha battuto questo titolo: Putin ha annunciato l’operazione militare verso l’Ucraina. Una notizia che non avremmo mai voluto riportare e che speravamo non accadesse mai. Ma a questo punto c’è chiederselo: è veramente iniziata la Terza Guerra Mondiale? Quello che sta succedendo in Ucraina è di fatto quella miccia che avremmo dovuto tanto evitare affinché non succedesse? Erano giorni in cui il mondo intero, già provato dalla pandemia, stava con il fiato sospeso per una situazione che richiama pratiche e parole di settanta, ottanta e cento anni fa. Vladimir Putin ha dimostrato, questa notte, che da tempo stava facendo sul serio in quell’aerea del mondo era entrato in allarme, scongiurando questo epilogo.

La prima mossa, da parte di quasi ogni cancelleria coinvolta, è stata quella di chiudere le rispettive ambasciate e di far rientrare i connazionali. Un atteggiamento preventivo adottato giorni prima che Putin riconoscesse al mondo intero, con un discorso fatto alla nazione lunedì scorso, le due regioni del Donbass e Lugansk come repubbliche indipendenti; i due territori dell’Ucraina e dove vivono la maggior parte dei separatisti russi.

Uno schiaffo a tutto il mondo libero che si era opposto, fin dalla conclusione del secondo conflitto mondiale, a quella che era un tempo la vecchia Unione Sovietica, disgregatasi ormai trent’anni fa esatti, dopo la caduta del muro di Berlino. Putin, come si è sempre vociferato in tutti questi anni, sta attuando l’intenzione di farla risorgere dalle ceneri. In che modo? Annettendo, con ogni mezzo possibile, quei territori e popoli che vivevano sottomessi al vecchio regime politico.

Già otto anni fa, il leader russo, si prese la Crimea con la forza. All’epoca alla Casa Bianca c’era Barack Obama. Oggi, invece, il leader russo si ritrova contro un Joe Biden, dopo alcuni disastri in politica estera, molto deciso a difendere quella porzione di territorio minacciata dalle mire espansionistiche, espressione di altri tempi, da un Capo di Stato che l’unica cosa che vede è un passato non più riproducibile.

La strada scelta dal Presidente degli Stati Uniti è quella della diplomazia, accompagnata da una serie di sanzioni e anche se non proprio sbandierata ai quattro venti, l’invio di un numero di soldati a proteggere il confine tra Ucraina e Russia. Esattamente 800 stanziati in Italia.

Lo stesso Presidente Ucraino ucraino aveva comunque confermato l’aiuto statunitense anche in termini di finanziamento e assicurando ai suoi stessi connazionali e al mondo intero che il suo territorio sarebbe stato, a sua volta, difeso in ogni modo. Inoltre, proprio ieri aveva anche ribadito la volontà del popolo ucraino di entrare a far parte sia della Nato che dell’Unione Europea.

In questa situazione emerge un concetto esplicato in diversi modi attraverso un qualsiasi trattato di Diritto Internazionale: ovvero quello dell’autodeterminazione dei popoli. Un istituto giuridico di fondamentale importanza che sta alla base di qualsiasi convivenza civile sia fra le nazioni che i popoli, violato questa notte.

In qualsiasi libro si trova questa tipologia di definizione: i popoli hanno il diritto di scegliere liberamente il proprio sistema governo e di essere liberi da ogni forma esterna, in particolare del cosiddetto dominio coloniale.

Considerando quest’ultima espressione è risaputo che nella storia diverse e grandi democrazie, molto probabilmente, per la loro stessa sopravvivenza, hanno dato forma a diverse forme di colonialismo. Con ciò significa che anche in una forma di governo democratico si possono commettere grossi errori. Ma la storia è andata in un certo modo e quindi non la si può cambiare. Ciò che si può fare è tenerla presente onde evitare di commettere alcuni errori.

La storia che stiamo vivendo in questi giorni è, invece, un tornare indietro. Un conoscere senza aver fatto tesoro di alcuni piccoli e preziosi insegnamenti che la stessa materia ci offre quando l’abbiamo studiata fra i banchi di scuola. Putin, del resto, nel suo discorso alla nazione, senza mezzi termini, ha praticamente affermato che l’Ucraina non avrebbe nemmeno diritto di esistere, perché non ha storia. Rincarando la dose ha persino affermato che tutti i territori che furono persi all’epoca era dovuto all’irresponsabilità della classica sovietica dell’epoca e che gli stessi erano e sono parte integrante dell’Impero russo.

Gli ucraini in tutto questo non staranno a guardare. Comunque si difenderanno per quello che possono. Addirittura, il governo aveva anche richiamato tutti coloro che avevano già svolto servizio militare in passato; i cosiddetti riservisti. Di certo rimane l’amaro in bocca per l’intervento francese, con il Presidente Macron, il quale negli ultimi giorni si era persino speso affinché sia Putin che Biden s’incontrassero con la speranza di porre fine a queste inutili ostilità.

Su questa crisi non è mancata nemmeno la reazione del nostro Governo. Tra l’altro e ieri sia il Primo Ministro, Mario Draghi il quale oggi ha anche annunciato che lo stato di emergenza in merito alla pandemia non verrà prorogato oltre il 31 marzo, ha condannato senza mezzi termini la volontà di Putin. Anche il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, non è stato da meno, affermando che non ci sarà nessun incontro bilaterale con i russi fino a quando la situazione non migliorerà. Non solo, anche la Germania si è mossa affinché venisse sospeso l’accordo conosciuto come Nord Stream 2, quello con cui la Russia fornisce il gas a tutta l’Europa.

Al momento le altre notizie riportate dai vari mass media del mondo parlano di attacchi della Russia non solo verso l’Ucraina, ma anche verso la Bielorussia. Lo stesso Putin, sempre questa notte, ha praticamente fatto intendere che nessuno dovrà frapporsi in queste operazioni militari, altrimenti le conseguenze sarebbero disastrose.

Mentre scriviamo questo articolo la situazione cambia di minuto in minuto. Ogni piccolo evento, ogni dichiarazione, ogni bombardamento, ogni mossa si sussegue alla velocità del tempo e molto probabilmente, nonostante la pubblicazione e almeno per questa giornata, FreeTopix Magazine, sarà costretto nel modificare questo testo durante l’arco di queste ore. Semmai non fosse possibile modificarlo nell’immediato, nei di sicuro non mancheranno altri articoli sulla crisi in Ucraina.

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