I quattro anni di Trump approfonditi in vista dell’era Biden

Ne avevamo parlato già lo scorso 27 dicembre 2020 in occasione della sua diretta Instagram del giorno precedente in cui, in via del tutto generale, rispondeva a varie domande, tra cui la nostra, relativa al suo nuovo libro. Il secondo, per l’esattezza, dopo ‘Il buio su Parigi. Oltre la cronaca dei giorni del terrore’ del 2015. Adesso si può dire che Giovanna Pancheri è tornata a condividere le vetrine delle varie librerie con altri autori, a partire dallo scorso 14 gennaio, con la sua ‘Rinascita americana’. Libro pubblicato con la Casa Editrice milanese Sem.

Come ricordato in quella stessa occasione, sempre riferito al 27 dicembre, Giovanna Pancheri affermò che non voleva spoilerare troppo, per non togliere il gusto di leggerlo e perché no di scoprire la sua ultima fatica letteraria. In effetti nel suo nuovo lavoro vengono approfonditi tutti i temi caldi che hanno tenuto banco nelle ultime Presidenziali 2020. Nel precedente articolo avevamo addirittura paventato l’ipotesi che ‘Rinascita Americana’ fosse addirittura un lungo racconto.

I nove capitoli che lo suddividono rappresentano, semmai, singole partizioni di un diario, quasi personale, di una inviata che ha raggiunto il suo sogno di raccontare la Nazione di cui, fin da ragazzina, ne è stata sempre attratta.

Fu un testo di Italo Calvino, dal titolo ‘Un ottimista in America’, ad avvicinarla ancora di più al mondo a stelle e strisce e il suo libro offre uno spaccato di una parte di popolazione quasi mai approfondita nel modo giusto.

‘Rinascita americana’ va oltre la notizia. Supera la soglia della parzialità, andando oltre a ciò che si vede per comprenderne il senso. D’altronde è quello che si fa nel classico approfondimento giornalistico. Non riportando solo la notizia, ma ampliandola con ulteriori informazioni o dettagli ad essa collegata. Approfondendola, quindi, con lo scopo di cercare, anche e perché no, di abbattere il muro della cecità su una certa realtà, senza giudicarla, ma solamente per farla conoscere, facendo comprendere il senso. Anche dove il senso non c’è e non ci sarà mai.

E’ questa l’impressione che emerge dopo la lettura di ‘Rinascita americana’. Una sorta di ‘diario di viaggio’, in cui, Giovanna Pancheri, riporta tutto ciò che ha visto, ha sentito e carpito della parte più oscura degli Stati Uniti d’America.

Il titolo, come ci tenne a precisare lei stessa sempre in quella diretta attraverso il suo account instagram lo scorso 26 dicembre, non è relativo alla sconfitta di Donald Trump alle ultime elezioni e la conseguente vittoria di Joe Biden a nuovo ‘Commander in Chief’ degli Usa.

Il concetto inteso ci riporta indietro di ben quattro anni. Ci riporta a quel 20 gennaio 2017. Giorno in cui l’idea di scrivere questo libro era solamente embrionale e quando a giurare fu proprio il ‘Tycoon’. In quel giorno di pioggia l’allora nuovo Presidente degli Stati Uniti annunciò al mondo il suo nuovo concetto di America. Sovvertendo, nella sua totalità, l’idea instillata il 20 gennaio del 1961 da John Fitzgerald Kennedy.

Una ‘rinascita americana’, secondo il quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti, a partire dalla sua campagna elettorale per le Presidenziali del 2016, fondata su promesse volte ad accontentare la voce di coloro che, proprio fino a quel momento, non ne avevano mai avuta.

Alimentando, però e come sottolineato in precedenza, la parte più oscura di un Paese e dello stesso Paese, nella sua interezza, che non smette mai di voler riprendere il suo ‘credo’ più volte calpestato e tradito: il sogno americano.

Ma le promesse del Presidente Donald Trump relative alla sanità, all’economia, al lavoro, all’immigrazione, al razzismo, alla sicurezza, all’ambiente, agli esteri e senza dimenticare la stessa capitale americana, Washington, intesa come la palude da estirpare, tutti titoli dei rispettivi capitoli, sono state, se non del tutto, quasi in gran parte disattese.

L’arma dei dazi ha funzionato solo per un periodo, la superficialità nei confronti dell’ambiente, la costruzione del muro al confine con il Messico iniziata precisamente da Bill Clinton, la sua ambiguità sul razzismo, i disastri nel settore della sanità e senza però dimenticare alcuni sui successi in politica esteri.

Il libro è un insieme di piccole storie di persone. Persone comuni, come quelle vittime non solo della pandemia, ma anche dallo scoppio della crisi del 2009. Lavoratori, cittadini, che hanno votato Trump non perché credono in lui, ma solo perché temono di non essere rappresentati dalla politica prima di lui presente.

Storie che emergono attraverso interviste di personaggi reali, di persone oneste e anche di coloro che continuano ancora a portare avanti ideali discriminatori contro i neri, come un membro di un gruppo di estrema destra.

Storie, a sua volta, emergenti attraverso ad altre storie, come per esempio lo stesso George Floyd. Una rinascita americana, dunque, che molto probabilmente non c’è stata e che forse ci sarà, effettivamente, dal 20 gennaio 2021. Giorno in cui avviene l’insediamento di Joe Biden (fra poche ore, insomma).

Alcuni potrebbero addirittura pensare che ‘Rinascita americana’, paradossalmente, potrebbe essere il solito libro contro gli Stati Uniti. Una convinzione legata, magari, al sottotitolo che fino adesso non è stato mai menzionato: La nazione di Donald Trump e la sfida di Joe Biden.

In verità no. Non è per nulla contro gli Stati Uniti d’America. E’ un’analisi accurata, appassionata e lucida dei quattro anni del Tycoon. Tra errori e successi politici. Un libro che aiuta a comprendere al meglio la situazione americana di questi ultimi giorni, nonostante sia stato scritto prima ancora dell’assalto a Capitol Hill.  Per un libro da leggere e rileggere, senza mai e poi mai stancarsi.

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