C’è stato un tempo in cui il calcio italiano era vittima di una sorta di maledizione. Una strana ‘macumba’ che si era abbattuta sui nostri giocatori in particolari e consecutive spedizioni dei Mondiali di Calcio. Ci soffermeremo, in particolar modo, su due edizioni, senza dimenticare anche un episodio apparentemente slegato dai due che andremo a menzionare fra non molto. Le tre annate, comunque, sono: 1990, 1994 e il 1998. La prima si riferisce ad Italia ’90, la seconda annata al mondiale americano e la terza a Francia ’98.

Il mese è lo stesso, ciò che invece lascia abbastanza perplessi è il giorno in cui la sfortunata coincidenza si è ripetuta per due volte: 3 Luglio. Forse nessuno ci ha mai fatto caso. Un 3 luglio in cui la nostra nazionale di calcio ha perso due mondiali di seguito, diciamo tre; perché in mezzo, nell’anno 1994, l’Italia perse ai rigori contro il Brasile la finale di quel mondiale di Usa ‘94 il 17 luglio al Rose Bowl di Pasadena, Los Angeles. Anche questo numero fuoriesce due volte, ma in maniera totalmente differente.

Ma facciamo ordine: il 3 luglio del 1990 l’Italia, nel mondiale in casa, affrontò in semifinale allo stadio San Paolo di Napoli, il tempio di Diego Armando Maradona, l’Argentina del Pibe De Oro e Campione del Mondo in carica; il 17 luglio del 1994 lo abbiamo già menzionato; mentre il 3 luglio del 1998, nello Stadio Saint Denis di Parigi, gli azzurri incontrarono i padroni di casa della Francia ed erano i quarti di finale. In tutte e tre le occasioni perdemmo ai rigori.

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Soffermiamoci, comunque, sul doppio 3 luglio del 1990 ed al 1998. Tra le due quella che fa ancora ‘male’, e non può essere altrimenti, è quella maledetta semifinale del San Paolo di Napoli. Il vantaggio firmato da Schillaci illuse tutti perché forse nessuno ci fece caso al minuto di gioco: il diciassettesimo. L’allora centravanti venticinquenne della Juve raccolse il pallone su una respinta dell’estremo difensore argentino, Goycoechea, che fu costretto ad arrangiarsi su una bomba di Vialli, al volo, dopo una bell’azione corale dei nostri giocatori. Sembrava fatta ma, appunto, il numero 17 a Napoli porta male.

Al minuto 67 gli argentini pareggiarono con un colpo di testa di Caniggia, aiutato da una maldestra uscita del nostro portiere: Walter Zenga. Dopo i tempi supplementari i rigori, purtroppo, diventarono inevitabili e fu in quel momento che si materializza il primo atto di questa terribile trilogia di sconfitte. Il primo che commise l’errore, dopo sei penalty realizzati fu l’ala destra del Milan di Arrigo Sacchi, Roberto Donadoni, lo seguì poi l’attaccante dell’Inter Aldo Serena.

Si è sempre sostenuto che Donadoni non fosse un rigorista, può anche darsi che questa sia l’unica vera spiegazione plausibile, ma allora perché il centrocampista del Milan aveva il numero 17 dietro la schiena, ricordandovi nuovamente che passammo in vantaggio al diciassettesimo minuto? È vero la nostra attenzione dovrebbe essere solo ed esclusivamente sul 3 luglio, ma anche il numero 17 non scherza. Perché si ripresentò sottoforma di giorno, una domenica di luglio del 1994, in cui, come detto in precedenza, sfiorammo i sogni di gloria. Ma di questo ne parleremo più avanti in un altro articolo.

Otto anni più tardi subimmo la medesima sorte ai rigori contro la Francia di Zinedine Zidane. Nessuna realizzazione da parte di entrambe le squadre sia durante i tempi regolamentari e sia durante i tempi supplementari. Il match, nonostante le reti inviolate, fu sostanzialmente combattuto; tra le azioni da ricordare c’è quella del cross di Moriero, dalla fascia destra, e conseguente tiro al volo di Roberto Baggio il quale, se avesse realizzato quella rete, non solo ci avrebbe qualificato per la semifinale per via del Golden Gol, ma sarebbe venuto giù lo stadio.

Invece ai rigori la traversa dello sfortunato centrocampista della Roma Luigi Di Biagio, un tiro che rischiò di spaccare in due la traversa per come fu scagliato il pallone, fece andare avanti i francesi i quali, non solo passarono il turno, ma andarono dritti verso il loro primo e storico trionfo mondiale.

Dopo quest’ennesima cocente sconfitta la data del tre luglio, sulla nostra strada, non si è più presentata più; certo c’è sempre da ricordare il 17 luglio ed altre date in cui i nostri azzurri persero malamente, ma difficilmente si ricordi un trend negativo nello stesso giorno e a distanza di tempo. Sarà stato il fato, la casualità o comunque una strana e particolare coincidenza. Sta di fatto che non c’è due senza tre, quindi bisogna prestare attenzione, anche se i prossimi mondiali si svolgeranno in inverno e almeno in questo caso abbiamo scongiurato un’altra possibile sconfitta. O forse no?

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