Che il secondo conflitto mondiale ha ispirato diverse volte il cinema è, ormai, un dato di fatto; regalando agli appassionati del genere, e non, diversi capolavori che hanno scritto la storia della settima arte. I film che si sono susseguiti nei decenni sono stati tratti da singoli episodi dell’evento bellico. Tra le tante storie narrate, poi, nel tempo e, poi, riportate sul grande schermo c’è ne una in particolare che ricostruisce le fasi di un salvataggio di un equipaggio di una nave da guerra.

Il protagonista principale, dunque, sarebbe il mezzo navale dell’esercito degli Stati Uniti d’America: una motosilurante da pattugliamento chiamata ‘Pt-109’, affondata nella notte del 2 agosto del 1943, dopo una collisione con il cacciatorpediniere nipponico ‘L’Amagiri’. Di certo penserete che magari il blog, in questo terzo appuntamento del mese dedicato alle ‘Storie Vere’, si sia voluto anticipare ma come è stato precisato in precedenza la storia narra di un salvataggio di un equipaggio svolto da parte del capitano della nave stessa. Un gesto eroico, dunque, posto in essere dall’allora e anonimo sottotenente di vascello John Fitzgerald Kennedy, nato il 29 maggio del 1917, che divenne Presidente degli Stati Uniti diciassette anni più tardi, rimanendo ucciso da un attentato il 22 novembre del 1963 a Dallas.

In questo film, uscito il 19 giugno del 1963, pochi mesi prima della tragedia, ed intitolato ‘Pt 109 – Posto di combattimento’, il futuro Presidente degli Stati Uniti venne interpretato dall’attore Montgomery Clift. Accanto a lui si possono riconoscere altri tre attori divenuti in seguito famosi per aver preso parte a delle serie tv storiche: Norman Fell, per il ruolo del padrone di casa scorbutico nella sit-com ‘Tre cuori in affitto’; Robert Culp, diventato famoso con due serie tv: la prima accanto a Bill Cosby “Le spie” e l’altra “Ralphsupermaxieroe”; infine Robert Blake per l’iconico ruolo di “Baretta”.

Diretto dal regista Leslie H. Martinson, l’opera cinematografica con duplice connotazione bellico-biografica, ripercorre la vicenda con una buona dose d’ironia, ponendo l’accento sul senso del dovere e sull’atto eroico dello stesso John Kennedy in maniera semplice, senza ulteriori enfatizzazioni. Nonostante le scene d’apertura siano accompagnate dalle fanfare, che completano la composizione musicale di David Buttolph e William Lava, il lungometraggio esalta nel giusto modo il personaggio principale; con una prestazione asciutta e pulita di Clift, il quale oltre ad esser abbastanza somigliante al futuro Presidente offre anche la stessa mimica facciale.

Essendo comunque un film dei primi anni ’60, Hollywood compie la missione di ricreare, con realismo, i combattimenti tra gli aerei nemici e le navi da guerra grazie ad un perfetto gioco d’inquadrature che non crea confusione a chi guarda il film; la visione è dunque piacevole, anche se in alcuni punti ci sono alcuni momenti morti ma non tali da rovinare tutto il lavoro svolto. “Pt 109 – Posto di combattimento” è da vedere e da riscoprire, per chi lo avesse già visto una volta, per approfondire non solo un episodio della guerra mondiale, ma anche un episodio della vita di un personaggio entrato nell’immaginario collettivo.

Il film termina con il salvataggio dell’equipaggio, che il sottotenente di vascello John Kennedy compie, dopo l’affondamento della nave a causa dei giapponesi e dopo aver spinto i superstiti in un’isola deserta, trascorrendo due notti in mare per cercare aiuto. Questo suo immenso atto di altruismo gli provocherà, in futuro, diversi problemi fisici, senza dimenticare la medaglia di cui venne insignito e che nel film non si fa menzione.

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