Il 31 Ottobre di 5 anni fa ci lasciava, all’età di 90 anni, il leggendario attore scozzese

E siamo giunti all’ultima parte di questo straordinario viaggio della vita di uno degli attori più leggendari di sempre. L’ultima parte, anche, non solo della storia del cinema in generale ma, soprattutto, della storia di un uomo che è stato il cinema insieme agli altri suoi colleghi illustri come lui: Gene Hackman, Steve McQueen e Clint Eastwood.

Sean Connery è stato la colonna portante di un modo di proporre il grande schermo che non c’è più o, per ovvie ragioni anagrafiche, sta ormai scomparendo sempre più, a meno che non lo sia già da tempo. Un cinema romantico in cui gli eroi o comunque i personaggi lo erano in maniera semplice; caratterizzazioni più genuine e meno bloccate in trame standardizzate e, allo stesso tempo, bloccate in schemi discutibili di questa epoca in particolare.

Forse era questo che stava iniziando a notare, l’origine di qualcosa che di fatto non gli andava a genio e per questo che a quasi settantatré anni decise di lasciare tutto e godersi i frutti della sua pensione. È anche vero un’altra cosa e sostenerlo in questa quinta ed ultima parte del reportage interamente dedicato a lui non equivarrebbe ad una forzatura, semmai ad una puntualizzazione.

Nelle prime due parti abbiamo atteso a condividere, da Youtube, le migliori scene o momenti tratti dai suoi film e per un semplice banale motivo: temevamo di inserire troppo ‘007’, rischiando di venir meno all’essenza medesima di questa nostra celebrazione. Avremmo rischiato di oscurare tutta la sua carriera e di mettere in sordina la sua decisione, chissà quanto sofferta, di mollare, ad un certo punto e per ben due volte, il ruolo che gli ha donato fama e gloria.

Qualcuno potrebbe pensare che non gli bastasse tutto quello che era già riuscito ad ottenere, a conquistare. No, al contrario: era consapevole delle sue capacità e delle sue abilità attoriali, avendo comunque la fortuna di trovare progetti a lui congeniali in quel determinato momento storico. Nel toccare definitivamente questo tasto, questo passaggio, fondamentale per la sua carriera, potremmo anche toglierci il capriccio di rivolgervi una domanda, cari lettori: per voi, oltre il classico e leggendario agente segreto, in quale altro personaggio, Sean Connery, si è incarnato alla perfezione sul grande schermo?

Soprattutto tale considerazione interrogativa ci permette anche di ampliare ulteriormente il discorso che stavamo già affrontando in fase di apertura e che, per ovvi motivi, non abbiamo subito completato. Partendo da un presupposto ci verrebbe subito da farvi notare, mediante un’apparente e banale considerazione, che per antonomasia lo sfortunato Christopher Reeve è, senza troppi giri di parola, il primo Superman della storia del cinema.

Arnold Schwarzenegger è, indissolubilmente legato al personaggio di Terminator; Silvester Stallone addirittura ai due iconici Rocky e Rambo. Ancora: Bruce Willis a John McClane, il poliziotto irlandese che si scontra, nella saga di ‘Die Hard’, contro i terroristi.

In teoria, e forse anche in pratica, anche un coetaneo dello stesso Sean Connery potrebbe esser riconosciuto, sic e simpliciter, mediante in un unico personaggio: stiamo facendo riferimento a Clint Eastwood. Quest’ultimo, per antonomasia, con il discorso che stiamo affrontando, per certi versi centra ben poco. Difatti il punto di riferimento è rappresentato dagli attori che si sono legati, volontariamente o involontariamente, a determinati personaggi.

Nel caso di Clint Eastwood, semmai si deve formulare una determinata equazione non sarebbe quella riferita ad un nome ben precisa, semmai ad un’immagine ben precisa; ovvero Clint Eastwood uguale cowboy in generale. Nel caso dell’attore scozzese, ad un certo punto della sua carriera, l’equazione Sean Connery uguale James Bond non è più fattibile.

Si, perché Sean Connery è uguale a Sean Connery. E cari lettori, badate bene, è complicato che un attore, durante tutto il suo percorso professionale, riesce a distaccarsi da un personaggio che non solo gli regala fama e gloria, trasformandolo di fatto in un mito vivente, ma che, al tempo stesso, lo lega per sempre a quella caratterizzazione nell’immaginario collettivo; ecco dove si è superato il leggendario Sean Connery e sicuramente la sua irraggiungibile grandezza vige proprio in questo particolare aspetto e non solo.

In effetti con la quart’ultima parola menzionata riprendiamo un altro dettaglio della sua vita che, durante questo lungo racconto, sembra essersi perso di proposito. In verità, no. Lo abbiamo lasciato per ultimo con l’intenzione di chiudere, quasi, in bellezza questa sua storia. se vi ricordate, durante le prime parti di questo reportage ci eravamo soffermati, in maniera veloce, su un trauma che lo stava quasi destabilizzando nell’inconscio: la calvizie in età molto giovane, sulla ventina. Leggenda vuole che per diversi anni, per coprire questa sua problematica, fu costretto a portare un parrucchino.

Si, proprio così e avete letto bene cari lettori. Per molti anni, Sean Connery, nascose questa sua condizione per poi mostrarla al mondo nel momento migliore e quindi giusto affinché non solo il mondo potesse accettare la sua nuova immagine, ma anche quando lui si ritenne pronto di effettuare questo tipo di passo.

Per un paradosso la calvizie, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, rappresentò la sua vera arma vincente. Più invecchiava e più diventava affascinante, tanto da diventare un mero punto di riferimento per chi volesse essere ancora attraente dopo una certa età. Si deve anche considerare il fatto che una quarantina di anni fa chiunque toccasse quota cinquanta anni era già considerato ‘anziano’.

Diciamo che lo stesso Sean Connery, proprio grazie a questo suo dono di natura è riuscito anche a sdoganare questa particolarità negativa riuscendo nel farsi apprezzare, proprio in quel decennio, anche in personaggi come: il misterioso maestro d’armi di origine spagnola, Ramirez, e l’integerrimo ed esperto poliziotto nella Chicago degli anni del proibizionismo, l’unico ruolo che gli varrà la statuetta d’oro. Per non dimenticare il ruolo di Henry Jones, sr, come padre di Indiana Jones.

Perché Sean Connery non è stato solo questi personaggi, non è stato solo 007, ma semplicemente è stato Sean Connery e nessuno può dire il contrario.

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