In questo quarto speciale ci soffermiamo su quei due film realizzati tra il 2006 ed il 2013

Superman Returns e Man of steel, due titoli e due film. entrambi con lo stesso personaggio, ma entrambi con prospettive e visione eterogenee; due trasposizioni cinematografiche che rappresentano, nella loro essenza, la quinta e la sesta apparizione dell’eroe con la ‘S’ sul petto, prodotto in ordine cronologico, in cui si tentò di far risorgere dal fallimento dopo il quarto e disastroso capitolo del 1987, il supereroe apparso per la prima volta nel 1938 nelle storie a fumetti e quindi, a sua volta, lo stesso franchise sul grande schermo.

Certo, questo quarto speciale apparirebbe ancor più interessante se, come specificato al termine della prima parte di ieri, ci soffermassimo sulla cosiddetta preproduzione di entrambi: nel senso com’è stata sviluppata la trama, come è avvenuta la scelta dei registi e dell’attore principale, per non dire dell’intero cast e quale sia stata la reazione del pubblico mondiale.

Per quanto riguarda quest’ultimo dettaglio ci arriveremo presto, ciò su cui bisogna però porre l’attenzione, l’elemento sul quale poggiare, nella sua essenza, le basi della nostra analisi non è tanto sulle idee sviluppate, ma quanto è difficile, e ancora oggi sembra che sia così, distaccarsi dall’eredità ingombrante dello sfortunato Christopher Reeve.

Cosa stiamo cercando di dire con tale osservazione che sembra un po’ contro al leggendario attore al quale, in modo o nell’altro, siamo tutti affezionati? Niente parole deleterie nei suoi confronti, anzi per noi di FreeTopix Christopher Reeve sarà per sempre l’unico Superman del grande schermo e senza togliere nulla agli altri che sono arrivati dopo e prima di addentrarci nei giudizi dei due film successivi citati ricordiamo tutti gli attori, dopo Reeve, che hanno tentato in tutti i modi di raccogliere la sua eredità.

Dunque, partiamo da John Haymes Newton, per proseguire con: Dean Cain, Tom Welling, Brandon James Routh, Henry Cavill e Tyler Hoechlin. Di sicuro, forse, qualcuno lo abbiamo persino dimenticato per strada, ma a conti fatti sono solamente questi i cinque nomi che hanno tentato non tanto di scalzare l’illustre predecessore, quanto, semmai, di non farlo rimpiangere. Chi c’è veramente riuscito?

Non sappiamo se la nostra risposta vi piacerà, sperando che non sia troppo divisiva, considerando anche il fatto che comunque lo stesso personaggio, nell’essere proposto tra varie versioni sia televisive che cinematografiche, ha dovuto ridefinirsi soprattutto alle esigenze di quel preciso momento storico che le stesse produzioni dovevano affrontare.

Ciò valeva per le tre serie tv: Superboy, Lois e Clark – Le avventure di Superman, Smallville, Superman Returns e Man of Steel. Il discorso accenato in precedenza, però, vale molto di più nei confronti degli ultimi due titoli prodotti e che erano figli di una tragedia accaduta qualche anno prima: l’11 settembre del 2001.

È naturale porsi la domanda cosa mai può legare il celebre supereroe con il giorno più tragico della storia degli Stati Uniti d’America. La risposta per quanto possa sembrare complicata è, in realtà, più semplice di quello che si potrebbe pensare ed è fortemente connessa con una caratteristica peculiare di Superman.

Una caratteristica che affrontammo diverso tempo e riportata in uno degli speciali pubblicata in queste lunghe settimane. Essendo i due autori di origine ebraica, essendo i genitori adottivi ebrei, Superman è di fatto ispirato a Gesù Cristo e la sua figura, oltre i classici valori americani, incarna anche la speranza. È, in effetti, un supereroe solare non cupo.

Ed è proprio da questa parola che adesso parte la nostra analisi, considerando in parallelo, come già specificato in precedenza, le due opere cinematografiche realizzate tra il 2006 ed il 2013; due interessanti versioni che per un motivo e per un altro non hanno trovato, in contemporanea, non solo il favore della critica, ma anche del pubblico mondiale.

In certe circostanze è difficile unire un simile malcontento nonostante le idee, alcune scene, alcune dinamiche erano talmente interessanti che bastava, ed è più facile a dirlo che a farlo, che fossero sviluppate in certo modo. Ma non tergiversiamo e rimaniamo concentrati sull’ultima parola che rappresentava, in indiretta, il contrario di speranza: cupo.

Superman Returns, diretto da Brian Singer e in cui si vede Brandon James Routh prendere il posto di Christopher Reeve, a conti fatti, ha il coraggio di raccogliere, in tutto e per tutto un’eredità pesantissima. Stessa colonna sonora, stessa struttura della trama del primo film; anzi sarebbe più coretto sostenere che in questo che è nei fatti il vero quinto film ricalca, e di molto anche, la versione originale del 1978.

D’altronde, dopo quasi trenta lunghi anni di distanza ci stava tutto. con uno sviluppo più ‘adulto’ sia di ‘Superman’ e di ‘Superman II’ della trama, ovvero meno spensierato ma dove l’ironia trova in alcune scene la giusta collocazione. Spettacolari i momenti in cui lo stesso supereroe interviene per salvare non solo Lois Lane ma anche la città di Metropolis.

Proprio su questo punto dovremmo un attimo spendere qualche ulteriore parola, ossia il salvataggio di Lois Lane. Senza mezze misure abbiamo sostenuto che in ‘Superman Returns’ ci sono dei rimandi al primo e leggendario film del 1978, che in verità sono dei veri e propri omaggi e questa scena né un chiaro esempio.

La scena dell’aereo ricalca molto quella dell’elicottero del 1978. Ovviamente tra i due momenti c’è una differenza di epoca, di effetti speciali ma non la stessa intensità e la suspence instillato in chi vede entrambe le scene. Anzi, in Superman Returns c’è ancora un elemento in più: la drammaticità.

La drammaticità provocata proprio da quel tragico martedì datato 11 settembre 2001. Da quel momento Superman ha smesso di essere sicuro, speranzoso e di riuscire, per certi versi, a garantire un futuro roseo all’umanità. Nel senso che sia nell’espressione di Brandon James Routh e sia il suo successore si notava un eroe un po’ troppo umano, con il peso del mondo sulle spalle senza quell’alone di sicurezza che lo aveva sempre contraddistinto.

A dire il vero, era sempre l’America che aveva subito una botta tremenda dopo quell’evento e da lì molte cose non sarebbero state più le stesse. Infatti, anche il finale di Superman Returns è stato realizzato a causa di quel sentimento comune…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *