Il 3 luglio del 1985, nelle sale cinematografiche, usciva il film cult con Michael J. Fox

Dunque, ieri abbiamo anticipato che questa storia di cinema, proveniente dagli anni ’80, trae la sua origine da un album di ricordi e da un film, uscito giusto quarantacinque anni fa, ma che non si ricorda nessuno. E allora, dopo la pagina musicale di ieri, da dove iniziare a narrarvi la leggenda delle origini di ‘Ritorno al futuro’? Bella domanda e a sua volta necessitiamo anche di una bella risposta valida, logica e che ci riporta ad un nome e non è quello a cui state pensando. Ma come sempre andiamo con ordine indicando un certo Bob Gale come il deux ex machina di tutto.

Bob Gale era un produttore, regista e sceneggiatore cinematografico. Nel lontano 1978 si fece notare con il copione: 1964 – Allarme a New York arrivano i Beatles; l’anno successivo sviluppa un altro script che porta lo stesso e identico titolo del precedente ma ben più evocativo: 1941 – Allarme a Hollywood. intorno alla metà degli anni ’80 realizza anche l’ottavo episodio della seconda stagione della serie televisiva ‘Storie incredibili’, dal titolo; senza dimenticare ‘Interestate 60’, del 2002.

Lo sappiamo: abbiamo saltato dei passaggi. Tranquilli tutto regolare. Nato con il nome di battesimo Michael Robert Gale il 25 maggio del 1951 a University City, una cittadina situata nella contea di St. Louis, nello Stato del Missouri. Gale era figlio di un avvocato e di una violinista. Non è figlio unico e fin da piccolo aveva sempre espresso il desiderio di lavorare per Walt Disney, il suo eroe.

Una volta coronato il sogno di essersi laureato in cinema, presso la University of Southern California, pose fin da subito le basi della sua carriera. durante il periodo degli studi, però, lo stesso Gale fece l’incontro della sua vita. No, non lo fu dal punto di vista sentimentale, ma da quello professionale: Robert Zemeckis, il regista. Non a caso, proprio nel 1980, i due lavorano insieme a quale film: La fantastica sfida.

Uscito l’11 luglio del 1980, la pellicola non fece faville al botteghino ma con il tempo, come spesso succede, l’opera cinematografica si è guadagnata lo status di cult, soprattutto, per l’umorismo cupo e cinico che era una prerogativa di Zemeckis.

La trama, nella sostanza, è molto semplice: due concessionari di auto, opposte fra loro, si fanno la guerra con ogni tipo di colpo basso. L’attore protagonista era, all’epoca, un giovane Kurt Russell. Lo sappiamo, stiamo divagando. Vi state domandando se questo sia un reportage interamente dedicato a Ritorno al futuro o su qualcos’altro? quesito lecito da parte vostra cari lettori.

Eppure, la svolta tanto attesa, per il nostro racconto s’intende, giunse proprio qualche tempo dopo all’uscita del film con il futuro Jena Plissken. Bob Gale ritornò a casa dai suoi nel Missouri, esattamente a St. Louis. Non si sa per quale motivo, si mise a cercare nella cantina dei genitori un almanacco scolastico. Forse qualche ricordo e qualche discorso buttato lì a caso che lo convinse nell’intraprendere quella ricerca.

Il punto fondamentale, però, fu che quando trovò il volume, Gale, incominciò a scoprire delle cose relative al padre ponendosi questo tipo di domanda: ma potrei mai esser stato un amico per mio padre se lo avessi mai conosciuto quando lui era solamente un adolescente? Si lo ammettiamo, ci siamo dilungati di molto nella stesura di questa espressione interrogativa, ma più o meno era questo il senso.

Tra le altre cose, Bob Gale, scoprì anche che suo padre fu addirittura capoclasse ai tempi del liceo e allo stesso tempo si rese conto che con lui, semmai avesse avuto la fortuna di essere suo coetaneo e amico, di non avere proprio nulla in comune. Di questa esperienza, il produttore sia televisivo che cinematografico, si confidò con Zemeckis.

Dal canto suo il regista ampliò quella sorta di dubbio esistenziale mosso, in tutto e per tutto, da una semplice curiosità: portò l’attenzione verso sua madre, precisando che la donna affermava di non essere stata mai e poi mai, all’epoca del liceo, una ragazza che rincorreva i ragazzi o quantomeno di essere sfacciata in modo che le potesse procurare dei guai, anche se nella realtà fu molto promiscua.

Dopo questo utile confronto e scambio di idee entro lo stesso settembre del 1980 venne sviluppata una prima sceneggiatura, la quale venne accettata, per non dire anche acquistata dalla casa di produzione cinematografica Columbia Pictures. Ma per trasformare il film in copione, come ormai sapete, avrebbe richiesto più tempo di quello che si potesse immaginare in un primo momento.

Fin da subito, nello script sviluppato a quattro mani dal produttore e dal regista, c’erano degli elementi caratteristici della storia: ambientazione anni ’50, esattamente nell’anno 1955, in cui un diciassettenne del 1980 si sarebbe ritrovato catapultato per poi vivere questa particolare esperienza di vita: ovvero conoscere i propri genitori nell’età adolescenziale.

L’anno di ambientazione non venne scelta a caso. Il 1955 fu un anno cruciale per gli Stati Uniti d’America: ci fu l’ascesa del rock’n’roll e l’espansione di alcune zone delle città, sempre in espansione a quei tempi, conosciuto con il termine di suburbi. Pezzi di città che erano stati esaltati dalla cinematografica a cavallo proprio tra gli anni ’70 ed ’80, con titoli storici come ‘American Graffiti’ del 1973, di George Lucas, e ‘Grease – Brillantina’, il cult movie di genere musical con John Travolta. Senza dimenticare che, tra il 1974 ed il 1984, venne realizzata la serie televisiva più iconica di quei tempi e che è ‘Happy Days’.

Eppure, non fu solo questo dettaglio che spinse i due autori a portare avanti tale progetto, non era solo per omaggiare, direttamente quel periodo storico del Novecento. C’era anche la convinzione, quasi naturale, che ogni adolescente che si apprestava a vivere i nascenti anni ’80, esprimeva il desiderio di tornare indietro nel tempo, chiaramente per mera curiosità, proprio nel decennio inaugurato trenta anni prima.

A quel punto rimaneva anche da capire in quale modo l’adolescente si sarebbe ritrovato catapultato nell’epoca dei suoi genitori. In un primo momento si pensò ad un frigorifero. Fortuna che Zemeckis tornò sui suoi passi…

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