IL 17 maggio del 1985 uscì il miglior disco mai realizzato dai Dire Straits
È vero, ci siamo leggermente incastrati nella più o meno approfondita analisi di ogni singolo brano di ‘Brothers in Arms’ senza, ancora, entrare nei meandri della nostra analisi. Tecnicamente dovremmo fermarci ma, sempre tecnicamente, concluderemmo con un lavoro a metà senza poter poi aggiungere qualche altro dettaglio a questo speciale del loro disco più venduto nella storia della musica, quindi dove eravamo rimasti? O meglio: a quale brano ci eravamo fermati? Con quale canzone avevamo chiuso la seconda parte? Con ‘Walk of life’. Prima di giungere al giudizio finale, proseguiamo con le piccole analisi di ogni singolo brano.
Proseguiamo, dunque, con ‘The man’s too strong’: un brano che presenta un testo che tocca un tema forse abbastanza sfruttato ma mai superficiale, quello della banalità del male. una tematica affrontata mediante la riflessione sulla natura violenta dell’umanità, il cui io narrante è rappresentato da un anziano tamburino militare accusato di aver commesso crimini di guerra.
Durante l’evoluzione del testo lo stesso protagonista compie un atto del tutto inaspettato: ovvero quello della redenzione o comunque del pentimento, in cui confessa tutte le malefatte compiute fino a quel momento. Un singolo particolare, forte, che si va ad unire anche ad un’altra canzone da ricordare e che fa parte della tracklist.
Stiamo facendo riferimento a ‘One World’: un pezzo caratterizzato da una forte ermeticità nel testo che, nonostante ciò, riesce ad offrire notevoli spunti di riflessione nell’ambito sia politico che sociale. A questo punto arriviamo alla traccia che presta il titolo al disco: Brothers In Arms.
Una canzone che possiede un primato storico, ovvero quello di venir pubblicato per la prima volta, per l’epoca sia chiaro, mediante il supporto del compact disc. Un brano, un singolo che, tradotto in italiano, significa in maniera molto semplice: fratelli d’armi, ovvero ‘Brothers in arms’. Anche in questa creazione musicale a farla da padrona è nuovamente la guerra. Ed esattamente la triste vicenda rappresentata dalla guerra delle Faulkland, che già vi raccontammo in tempi non sospetti, ovvero un anno fa in occasione del gol secolo, siglato nel quarto di finale da Diego Armando Maradona tra Argentina ed Inghilterra, narrato dal commentatore argentino, di origine uruguayane Victor Hugo Morales.
Un conflitto che si consumò per i motivi più strani possibili nel 1982, dunque quattro anni prima a quel match e tre anni prima della pubblicazione del disco della band inglese. Eppure, non si può chiudere questa lunga carrellata di celeri analisi delle tracklist senza quell’ulteriore piccolo e leggendario gioiello dal titolo ‘So Far Away’.
Una canzone a metà strada da una ballata pop, una ballata country e, addirittura, una ballata di genere blues, la traduzione, a sua volta, appare alquanto semplice: così lontano. In sostanza ciò che ispirò lo stesso brano fu l’impossibilità o quantomeno le varie difficoltà che sussistono nell’intraprendere una relazione a distanza. Indubbiamente, dobbiamo anche contestualizzare lo stesso brano: negli anni ’80 i cellulari, così come li intendiamo noi oggi erano veramente pura fantascienza, nonostante qualche modello di cordless già immesso sul mercato, ovvero i telefoni senza filo.
Prima di lasciarvi all’ascolto di quello che sarebbe di fatto l’ultimo singolo per questo speciale è chiaro, adesso, passare ad un’analisi più generale per integrare quello che abbiamo detto fino adesso. Forse, proprio su questo punto, sappiamo, come spesso succede, non sempre siamo stati esaustivi. In fondo è uno speciale suddiviso in tre parti e molto probabilmente non sarebbe neanche bastato qualche parte in più.
Da dove partire, dunque, da quelle sembrano di fatto, anche e soprattutto, delle piccole conclusioni su questo disco molto particolare il quale, nella sua essenza, riesce ad incastonare, in ben nove tracce, sound di epoche diverse. Epoche come quelle relative agli inizi degli stessi Dire Straits, miscelate, con sapiente maestria con i tempi che all’epoca correvano: il decennio 1980.
Una fusione che non ha stonato, anzi ha ancor di più portato nuova linga alla produzione musicale della stessa band. Anche se è vero, per quanto concerne gli album realizzati in studio, Mark Knopler & Company torneranno solamente sei anni più tardi con una nuova raccolta di canzoni, con ‘On every street’ e solo dischi live, il mito di questo 33 giri non si è mai spezzato.
Anzi, con il tempo, con i decenni, quattro per l’esattezza, ‘Brothers in Arms’, almeno per il decennio 1980, rappresenta la seconda chicca musicale della band. Il primo, quello di cinque anni prima e che proprio quest’anno taglierà il traguardo dei quarantacinque anni, ovvero ‘Making Movies’, forse, appare ancora insuperabile a tutti gli altri cinque pubblicati. Nel mezzo, però, per dovere di cronaca, ci sarebbe anche da ricordare il disco del 1982: Love over Gold tra cui, oltre la canzone che presta il titolo al 33 giri, ci sarebbero da ricordare: Telegraph road, Private Investigations e It Never Rains. Ovviamente stiamo parlando di un vinile composto solamente da ben cinque tracce.
Nella loro storia i Dire Straits hanno sempre composto brani di notevole durata. Per esempio, il titolo citato in precedenza, quello relativo al disco del 1982, presenta una lunghezza di ben 14 minuti e 20 secondo. È chiaro che con una composizione musicale di questa portata, al di là della validità del brano è praticamente impossibile che venga diffusa nelle radio; a menò che non ci siano dei tagli al punto giusto.
Eppure, la stessa band inglese, nata nel… il cui esordio ufficiale risale al… si è sempre contraddistinta per questi progetti musicali riuscendo, ugualmente, a conquistare sempre nuove schiere di fans nel corso degli anni. La loro classe musicale, la loro voglia di sperimentare tra un genere e l’altro, conclusa ormai trenta lunghi anni fa, non ha mai fatto storcere il naso ai fans più sfegatati, più accaniti e se vogliamo quelli più affezionati fin dalla prima pubblicazione non hanno, mai e poi, mai tradito e che non sono mai stati e mai poi mai traditi dalle aspettative ad ogni album uscito.
In fondo, cercare di definire i Dire Straits in questo umile e piccolo speciale equivarrebbe un vero e proprio delitto, per le grandi band, semmai da scoprire e riscoprire sempre, ad ogni pubblicazione musicale realizzata.