IL 17 maggio del 1985 uscì il miglior disco mai realizzato dai Dire Straits
Una band leggendaria e tre date. Potrebbe essere questo il vero sottotitolo di quella che sarà, da oggi in avanti, il primo di una serie di appuntamenti dedicati ai dischi pubblicati. Un gruppo musicale che non ha alcun bisogno di presentazione e che, quasi sicuramente, tra i vari appuntamenti della rubrica ‘La Canzone del Lunedì’, avevamo anche ricordato, per non dire analizzato, un loro brano oltre che pieno di carica ma anche leggendario; come tutta la loro produzione musicale.
Dunque, dicevamo tre date. Una saltata nel corso di questi primi sei mesi, e che recuperiamo oggi, come ricordato nell’articolo introduttivo di ieri, e le altre due sono prossime ad arrivare. Come sempre andiamo con ordine, precisando tra l’altro, che i primi due anniversari risalgono al decennio 1980; il mitico decennio, di cui non perdiamo mai occasione di ricordare.
Seguendo l’ordine cronologico è bene considerare, fin da subito, la data del 17 ottobre del 1980, per passare a quella del quinquennio successivo: il 17 maggio del 1985 e, infine, quella relativa al 26 giugno del 1995. Quindi, un triplice anniversario molto ben dilazionato nel tempo: quarantacinquesimo anniversario, quarantesimo anniversario e trentesimo anniversario.
Questo primo appuntamento, però; questo primo speciale avrà ad oggetto il disco che avremmo dovuto celebrare qualche settimana fa, quello appunto datato 17 maggio del 1985 e per certi versi, cari lettori, vi va anche bene e per un semplice motivo: perché in quel giorno di quaranta anni fa, i Dire Straits, pubblicarono, secondo le cronache musicali dell’epoca e di tutti questi decenni, il loro miglior long play mai pubblicato.
Infatti, ‘Brothers in arms’ è uno dei dischi più venduti nella storia della musica con i suoi oltre 30.000.000 milioni di copie vendute e con alcuni dei singoli presenti nella tracklist che tracciato molto di più di un solco nella storia delle sette note. Non solo si tratta anche di una raccolta di inediti, per l’epoca s’intende, a venir stampato come compact disc.
Prima di addentrarci nella storia di 33 giri, per dovere di cronaca, andiamo a ricordare i titoli degli altri due dischi che saranno oggetto di speciali nelle prossime settimane. Per ovvi motivi, rimaniamo sempre in ordine cronologico: Making Movies, del 1980, e il Live at the Bbc, dell’anno 1995. E adesso andiamo a scoprire del perché ‘Brothers in arms’ è diventato, in poco, tempo uno degli album più importanti della musica e, per certi versi, anche della carriera della band inglese?
Partiamo subito con il presupposto che questa raccolta di canzoni è costituita da ben 9 tracce che traggono la loro origini non solo da uno, ma da ben quattro generi musicali: il blues rock, il roots rock, il rock puro e semplice e, addirittura, il genere progressive.
Nove tracce prodotte dallo stesso Mark Knopler, leggendario chitarrista della band inglese, e da Neil Dorsfman, produttore discografico. La tracklist, tutto sommato, è tutta qui e non è neanche complicata da ricordare: So far away, Money for nothing, Walk of life, Your latest trick, Why Worry, Ride across the river, The man’s too strong, One World e la canzone che presta il titolo proprio al disco: Brothers in arms.
Gli stessi Dire Straits giunsero alla fase di registrazione di queste nove tracce in forza di una carriera piena di successi, già a partire dal loro primo album, superando ogni più rosea previsione quel maggio del 1985. è anche chiaro, però, che arrivati a questo punto, dovremmo incominciare a soffermarci, se non proprio per filo e per segno, quasi su ogni singola canzone e, ovviamente lo faremo, precisando, a nostra volta, che partiremo proprio da una hit già selezionata per una delle nostre istituzionali rubriche. Almeno per questa prima parte di speciale.
Dunque, era la settimana che si sviluppava tra il mese di febbraio e il mese di marzo del 2023. Anche in quei sette giorni era ancora la musica anni ’80 a tenere banco nella rubrica de ‘La canzone del lunedì’. Un altro pezzo da ricordare, un altro pezzo per instillarvi, così come allora e anche questa mattina, la carica nell’affrontare i nuovi sette giorni che ci aspettano. In quel periodo e nei sette giorni precedenti, venivamo dalla carica dei Queen. Dopo di loro, proprio per non farvi bastare nulla, fu la vota di un’altra band britannica che, anche lei, non ha alcun bisogno ulteriore di presentazione: i Dire Straits.
Con un brano che uscì il 21 giugno del 1985, da un lato ci anticipiamo anche di qualche giorno, quando nelle radio di tutto il mondo iniziò a riecheggiare uno dei riff di chitarra più famosi della storia della musica rock. Quello di ‘Money for Nothing’ e il riff di chitarra era di Mark Knopler. Un brano scritto con testo abbastanza particolare, nel senso per quanto riguarda la tematica trattata. Le lamentele da parte dei lavoratori comuni contro i privilegi delle rockstar. Difatti, senza mezze misure, condannava gli eccessi dei divi delle sette note. L’ispirazione giunse grazie ad alcuni corrieri che si lamentavano mentre guardavano il canale musica Mtv. Non a caso lo stesso canale verrà citato anche nella canzone.
Un testo scritto dallo stesso Knopler insieme a Sting, il quale, quest’ultimo si accordò per non essere accreditato fra gli autori. Di genere blues e hard rock, il brano è contenuto nel disco, uscito sempre in quell’anno, ‘Brothers in arms’, registrato però nell’anno precedente, nel 1984.
Grazie all’iniziale riff di chitarra, la Gibson Les Paul, la rivista musicale Rolling Stones decise di posizionare la canzone al 27esimo posto nella sua particolare classifica dei 100 migliori riff di tutti i tempi. Per quanto riguarda il video di questo piccolo gioiello della musica anni ’80, fu il primo in cui venne utilizzata la tecnologia conosciuta come computer generated imagery, ovvero la Cgi. Un video musicale, per l’epoca, abbastanza all’avanguardia.
Oltre ai classici dischi d’oro e di platino, la band conquistò anche il Grammy Award riservato alla miglior performance rock di un duo o di un gruppo musicale per l’anno 1986. Quella vi facciamo ascoltare è la versione di quattro minuti e mezza, in verità la durata originale è di 8 minuti…