Parte finale del reportage interamente dedicato al grandissimo attore scomparso lo scorso 17 febbraio

Come abbiamo specificato ieri, neanche in quell’occasione lo stesso Hackman è riuscito ad ottenere l’oscar. Ma a soffiargli la tanto ambita statuetta ci fu, quasi per la seconda volta consecutiva, il suo migliore amico Dustin Hoffman.

In effetti, il collega e amico, in quell’occasione, si mostrò talmente inarrivabile ed insuperabile nel ruolo svolto in ‘Rain Man – L’uomo della pioggia’ con un giovanissimo Tom Cruise e Valeria Golino. Dunque, in questo caso si potrebbe parlare di mera sfortuna e non tanto di occasione sprecata da parte dell’attore nato a San Bernardino novantacinque anni fa, ormai. Ma a questo punto torniamo al punto di partenza.

Vi riproponiamo il quesito con il quale abbiamo inaugurato questo lungo reportage interamente dedicato a lui: in che modo lo possiamo identificare? Qual è il personaggio con cui lo ricordiamo maggiormente? Certo, da diversi anni, negli Stati Uniti, come specificato nella prima parte, molti lo avevano iniziato ad apprezzare anche come scrittore. Chissà se le sue opere letterarie, un giorno, saranno distribuite anche da noi? Soprattutto dopo quanto è purtroppo successo?

Sta di fatto che forse non abbiamo detto tutto neanche questa volta, sta di fatto che neanche siamo riusciti ad approfondirlo come volevamo. In fondo, personaggi come lui non possono essere trattati così velocemente. Nessun articolo che sia di un’unica, due, tre, quattro o di cinque parti può bastare per raccontarlo e farlo scoprire soprattutto alle nuove generazioni, le quali di sicuro un po’ lo possono conoscere per esser stato il nemico di Superman al cinema.

In merito al suo ritiro, avvenuto ufficialmente quattro anni più tardi alla sua apparizione nella trasmissione di Larry King, si può apprezzare il modo in cui lo aveva fatto. Niente annunci spettacolari e in pompa magna. Si ritirò così, in silenzio; così come aveva iniziato la sua carriera, mantenendo fede alla caratteristica naturale di tutti i suoi personaggi: quella di un uomo di altri tempi.

Questo reportage, alla fine, terminava con un semplice ‘Auguri, Gene’, senza troppe pomposità o altre parole od espressioni altrettanto celebrative. Avevamo anche specificato che il suo ritiro era avvenuto in maniera silenziosa, così com’era iniziata la sua carriera. per un paradosso, non troppo indiretto, anche la sua fine è avvenuta, per certi versi, nel silenzio quasi assoluto.

La parola ‘quasi, non è per nulla usata a sproposito. D’altronde da quello che sta emergendo, a partire dallo scorso 26 febbraio, Gene Hackman sarebbe morto nove giorni prima. Sarebbe deceduto non da solo, ma in compagnia della moglie e, addirittura, anche del proprio cane. Una fine triste e misteriosa; degna, come abbiamo detto all’inizio di questo reportage di gran lunga riproposta, del classico copione hollywoodiano. Quella stessa Hollywood che adesso vede rimanere, di quella generazione, quella del 1930, che proprio questa avremmo dovuto celebrare, tra noi l’ultimo rimasto: Clint Eastwood, nato il 31 maggio. Con lui, prima, abbiamo solamente ricordato il film ‘Gli Spietati’, dimenticandoci, completamente, di un altro thriller di notevole spessore: Potere Assoluto del 1998.

Dicevamo, quindi, della sua scomparsa, del mistero di come sia stato ritrovato e, a sua volta, di cosa sia realmente accaduto negli attimi precedenti alla tragedia. Ora come ora l’annuncio della sua dipartita, da quasi una settimana a questa parte, sta facendo gola a molte testate online, per una involontaria, chissà quanto, infinita speculazione.

Noi di FreeTopix Magazine rimaniamo ad osservare e, allo stesso, anche ad attendere i risultati della stessa autopsia, onde evitare, come abbiamo sempre fatto da quasi cinque anni a questa parte, di cavalcare l’onda della notizia. Un’azione, da parte dei giornalisti, classica quanto il maggiordomo colpevole di omicidio. ma ovviamente, anche in questa sede, non vogliamo affatto generalizzare.

Come non abbiamo neanche intenzione di speculare su sia deceduto per prima: la moglie più giovane di lui di soli trenta anni o addirittura, uno dei tre cani che aveva nella villa. Per il momento tutto questo non ci riguarda e non ci può riguardare visto che non siamo, sostanzialmente, un giornale culturale.

È anche vero, però, che in passato, proprio in occasione di importanti celebrazioni ci siamo comunque soffermati su alcuni misteri legati a morti cosiddette illustre, con la speranza che quando ci ritroveremo, nuovamente, a parlare di Gene Hackman sarà solo ed esclusivamente, come abbiamo fatto fino adesso, per ricordarlo, celebrarlo e ringraziarlo, ancora, per le memorabili interpretazioni.

Anche qui vale quanto abbiamo detto o chiesto fin dall’inizio: qual è per voi il personaggio attraverso il quale vi riconoscete, il personaggio, per antonomasia, rimasto nell’immaginario collettivo. Di certo si potrebbe fare una sorta di sondaggio tenendo presente tutta la sua sconfinata filmografia e, molto probabilmente, il compito è di sicuro più arduo di quello che si potrebbe immaginare.

Eppure, ripensando nel modo in cui se né andato, che sta facendo rumore più adesso per la sua scomparsa, di quando era in vita, ci viene alla mente una frase. Un pensiero, sicuramente, espresso, esternato, rilasciato, durante i suoi ultimi anni di carriera o comunque di vita, in cui precisava, senza troppi giri di parole: che voleva essere ricordato come un “attore decente”. Quando all’epoca gli fu chiesto di riassumere la sua vita in una sola frase, Hackman rispose: “Ci ha provato”.

e noi, senza altrettanti giri di parole, aggiungiamo: non solo ci ha provato ma ci è anche riuscito senza alcuna ombra di dubbio.

Prima di terminare questo speciale interamente dedicato a lui che, in questi ultimi giorni, ci ha costretto nello stravolgere la pubblicazione dei nostri articoli sul giornale, abbiamo ancora una piccola battuta su di lui. un pensiero, si definiamolo così, sul suo particolare personaggio. Alcuni lo hanno definito come il cattivo per antonomasia.

Non siamo d’accordo su questa visione o comunque su questa prospettiva: semmai sarebbe più giusto definirlo come il duro dai modi spicci, in bilico tra l’antieroe ed eroe e con una simpatia, alle volte, tagliente, oscura e, ancora, simpaticamente spontanea. Ecco, qual era per noi il nostro personaggio. A questo punto cosa dovremmo dire di più? Oltre al classico ‘Grazie o ciao’: Fa buon viaggio, Gene… e grazie di tutto…

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