La continua evoluzione di un talento sia del teatro, serie tv e cinema
Guglielmo Poggi, classe 91, è uno degli attori più versatili e promettenti della scena italiana. Il suo percorso artistico, costellato di successi sia in teatro che al cinema, è la testimonianza di un talento che si evolve continuamente. Fin dal suo debutto a soli 19 anni, Poggi ha mostrato una padronanza scenica. Da allora, ha calcato i palcoscenici più importanti d’Italia, interpretando ruoli di grande spessore. Volto noto del piccolo e grande schermo, Guglielmo è stato protagonista, a Teatro, recentemente, nello spettacolo “Persone naturali e strafottenti”, l’iconico spettacolo del grande regista e drammaturgo Giuseppe Patroni Griffi.
Un’opera che, fin dal suo debutto, ha scosso gli animi per la sua potenza narrativa e il coraggio con cui affronta tematiche di emarginazione, solitudine e desiderio. Rivisitando il ruolo che un tempo fu di Gabriele Lavia, Poggi si cala con intensità in un testo che, come racconta lui stesso, non ha perso un briciolo della sua carica dirompente. “Quando debuttò nella versione originale con Pupella Maggio e Gabriele Lavia, lo spettacolo fu censurato dalla Buoncostume”, ricorda l’attore. “Era uno spettacolo folle per quei tempi, e ancora oggi ha la capacità strepitosa di raccontare la solitudine e il disagio che ne deriva”. Secondo Poggi, il cuore dello spettacolo sta nel rappresentare quattro solitudini che si incontrano nella notte di Capodanno, una notte in cui accade qualcosa di gigantesco, quasi tangibile.
È teatro allo stato puro, con una poetica trascendentale che si stacca dalla realtà per toccare corde universali. Parlando del suo personaggio, Poggi sottolinea quanto sia complesso e affascinante. “È un personaggio meraviglioso, simile a Sherlock Holmes, quasi inconsapevole di ciò che lo circonda, ma completamente focalizzato sui propri desideri”, spiega. “Come in Circeo, dove si esplorava l’orrore del desiderio di morte e stupro, anche qui il personaggio si spinge oltre il limite, cercando di toccare quel confine estremo”.
L’attore riflette anche su come certe interpretazioni lascino tracce profonde nell’animo. “Da alcuni incontri e da certe solitudini non si può più tornare indietro. Sono punti di non ritorno, ed è quello che rende questo spettacolo così potente”. Accanto a Poggi, altri talentuosi attori contribuiscono a dare vita allo spettacolo. “Siamo una compagnia molto affiatata, e in questi anni ho potuto notare come ogni interprete porti qualcosa di unico al proprio personaggio”, afferma. “Marisa, ad esempio, aggiunge una malinconia delicata al ruolo che un tempo fu di Pupella Maggio, mentre Giancarlo regala una profondità incredibile al suo personaggio”.
Per Poggi, l’evoluzione continua degli interpreti è fondamentale per mantenere vivo l’interesse: “Trovare ogni sera qualcosa di più profondo da portare in scena è uno degli aspetti più belli e stimolanti del lavoro di attore”. Guglielmo Poggi non ha dubbi sull’importanza di uno spettacolo come questo nel panorama teatrale contemporaneo: “È uno spettacolo esilarante ma allo stesso tempo è estremamente profondo”, afferma. “In un momento storico in cui tutti ci sentiamo alienati e soli, questo incontro-scontro tra quattro solitudini offre una nuova sintesi e una riflessione potente. Oggi più che mai abbiamo bisogno di un teatro che faccia ridere, emozionare e riflettere”. Un’esperienza coinvolgente per chi cerca l’essenza più pura dell’arte scenica.