Un piccola ed umile riflessione su un decennio che si distingue sempre dagli altri
Non è mai semplice raccontare un’epoca storica. Ricordarla, celebrarla e analizzarla nel miglior modo possibile. No, non lo è mai. Figuriamoci se si dovesse, poi, concentrare l’attenzione su un decennio in particolare. Dieci anni in cui sembra essere accaduto di tutto e di più; un po’ come lo slogan della Rai. Ma mai come i leggendari anni ’60 che, a FreeTopix Magazine, passano sotto la nostra lente d’ingrandimento per i motivi più disparati. Ciò, però, non basta. Non è esaustivo su quanto vogliamo dire in merito ad un decennio a cui abbiamo dedicato un intero spazio; a cui abbiamo dedicato un’intera rubrica e dal titolo, o nome come meglio preferite, inequivocabile: Forever 80s.
Si tratta dell’ennesimo riavvio? Vi chiederete voi, cari lettori. Non necessariamente. Semmai, un’ulteriore puntualizzazione; una sorta di editoriale interno, con cui precisiamo che molte volte la stessa rubrica ha peccato di discontinuità. L’idea di base, nella sostanza più pura e semplice, era quella di raccontare gli anni ’80 seguendo il calendario. Un’intenzione maturata istintivamente e, molto probabilmente, svelata in uno dei vari articoli ‘reboot’ della rubrica.
In questo caso, però, non si tratta di una ripartenza e semmai c’è stata, semmai è avvenuta lo è dal punto di vista generale, di tutto il giornale. Allora perché questo lungo approfondimento che ha il sapor di una nuova introduzione? Semplice, nel tentativo di esplicare, al meglio, cosa succederà a questa rubrica che, per noi, è un punto di forza insieme alle altre.
L’idea, dunque, era quella di raccontare, ricordare, analizzare tutto il decennio 1980 attraverso due anni da celebrare. Per esempio, nel 2024 si celebrano i quaranta anni degli eventi accaduti nel 1984 e i trentacinque anni di quelli accaduti nel 1989 e così doveva essere anche per gli anni precedenti. Non è avvenuto nulla di tutto questo. Questa volta, però, saremo previdenti. Più attenti, accorti e parsimoniosi. Se ci sarà qualcosa da recuperare verrà recuperato, sennò si riprenderà a raccontare i singoli eventi, sempre con lo schema del doppio anno, senza tralasciare più nulla.
Con questo però non si esclude che tutto quello che si è fatto fino adesso è da buttare, anzi. Magari, sarà riproposto in mancanza di eventi fondamentali da ricordare o comunque da analizzare. Il punto, a sua volta, sarebbe anche un altro e riguarda ciò che gli stessi anni ’80 hanno lasciato in eredità.
In merito a questo se lo chiedeva pure un cantante italiano, il quale nel febbraio del 1989, cercava di spiegarlo attraverso una canzone diventata iconica il cui stesso titolo si trasformò in un malinconico ritornello per dei tempi passati e che sembravano già lontani anni luce nonostante ancora dovessero finire ufficialmente il 31 dicembre di quello stesso anno.
Il cantante si chiamava Raffaele Riefoli, ma è meglio conosciuto ancora oggi con lo pseudonimo di Raf. La canzone: Cosa resterà degli anni ’80? Con tanto di punto interrogativo a cui, forse, ancora oggi non solo noi ma nessuno riesce ad estrapolare una risposta definitiva. Molto probabilmente bisognerebbe partire anche da un altro quesito: storicamente gli anni ’80 cosa sono stati? Cosa hanno davvero rappresentato nel corso della storia?
Bella domanda ed è un quesito, un punto interrogativo, su cui molti, ancora, appaiono in netta difficoltà nel trovare una risposta univoca che riesca ad essere esaustiva al tempo stesso. In fondo, anche i libri di storia parlano chiaro, sul mito in particolare di alcuni decenni. Gli anni Sessanta vengono sempre individuati come quel decennio delle speranze infrante; gli anni Settanta il decennio buio, a tratti senza speranza, e gli anni ’80?
Ecco, un altro quesito. L’ennesimo ma della stessa valenza, sullo stesso argomento. Per molti, storici e no, definiscono il decennio 1980 o quantomeno cercano d’inquadrarlo come un’epoca storica a sé stante. D’altronde tale concezione l’abbiamo confermata anche noi attraverso in uno dei tanti articoli pubblicati nel corso di questi primi quattro anni, quasi, di FreeTopix Magazine.
Se si presta attenzione alla storia noterà che la linea temporale, con i suoi eventi, con le sue vicissitudini, con le sue pieghe, tale riga pare che si sia interrotta bruscamente per poi riprendere, riannodando tutti i fili del percorso evolutivo, il 1° gennaio del 1990. Volendo fare i pignoli, semmai la storia torna ad avere la sua centralità, qualche mese prima, con la caduta, improvvisa e lieta, del Muro di Berlino.
Prima? Prima cosa è veramente successo da poter creare, dal nulla, questo strano limbo in cui ci siamo trovati tutti? Altra considerazione degli stessi storici: gli anni ’80, oltre ad essere gli anni dell’edonismo, classica definizione e qualificazione, sarebbero stati anche gli anni in cui tutto era veramente possibile. Il decennio in cui tutti i sogni infranti degli anni ’60, infranti in quel periodo, si potevano finalmente realizzare.
Non è un caso, forse, che l’ignobile costruzione del Muro di Berlino sia avvenuto in apertura di decennio, nel 1961, per poi crollare a pochi mesi della fine del 1989? Seguendo la cosiddetta cabala si scoprirà un ulteriore dettaglio abbastanza misterioso. Lo stesso Muro è rimasto in piedi per ben ventisette lunghi anni. Ebbene, se si sommano singolarmente i quattro numeri che formano i due anni in particolare scopriamo qualcosa di veramente particolare: 1 più 9 più 6 più 1 uguale 27; 1 più 9 più 8 più 9 uguale 27.
A parte questa strana e particolare coincidenza, si potrebbe addirittura sostenere che la storia stessa ha ripreso a marciare tranquilla dopo essere rimasta sospesa per quasi un trentennio? Possibile, certo: semmai vivessimo in un episodio di qualche serie fantascientifica dove l’impossibile è diventato possibile. Un po’ come ‘Ai confini della realtà’. Show televisivo prodotto a partire dal 1959 negli Stati Uniti d’America dal canale Cbs.
Eppure, per uno strano scherzo del destino, pare le cose siano andate proprio così. la guerra del Vietnam, la crisi missilistica di Cuba, le tre morti violente dei tre uomini più rappresentativi dei diritti civili. E ancora: il Watergate, gli anni di piombo, la strategia della tensione, la crisi iraniana e poi, ad un certo punto, qualcosa succede e tutto diventa positivo. Tutti iniziano a credere che tutto può diventare realtà.