Questa sera a Budapest il secondo impegno della nostra Nazionale contro Israele per la Nations League

Questa sera cosa dovremmo aspettarci? Nulla, dobbiamo solamente guardare la partita e aspettare quello che succederà in campo. Ecco tutto. niente di più e niente di meno. Sembra facile, dirà qualcuno di voi. In fondo, la vittoria ottenuta venerdì scorso ai danni degli odiati cugini francesi, per di più in casa loro, ha un sapore del veramente del tutto strano. Ha un sapore che sa di qualcosa che, forse, già qualche mese prima poteva essere e che non è stato purtroppo. molto probabilmente, il buon e caro Luciano Spalletti si sta veramente mangiando le mani per come ha gestito i suoi Europei di Calcio.

Fin dai giorni della vigilia della sfida d’esordio di Nations League contro la Francia, il Commissario Tecnico della Nazionale aveva confidato ai giornalisti di aver passato una bruttissima estate. una bella stagione trascorsa a rimuginare, sicuramente, su quanto aveva fatto e, quindi, sugli errori. La prova si è avuta proprio venerdì sera la Parco dei Principi, con gli azzurri, anche dopo all’errore iniziale, vogliosi di mostrare al mondo che quelli di Germania non erano loro.

Nonostante da più parti si va sostenendo, a dire il vero anche da noi, che mancano i veri fuoriclasse, la sensazione è stata, subito dopo al fischio finale del match, che se Spalletti non avesse caricato in questo modo i suoi per gli Europei, tra giugno e luglio avremmo fatto, comunque, bella figura.

Certo, eravamo i campioni in carica quindi l’obiettivo principale era quello di cercare di rivincere il torneo, ma già se avessimo giocato meglio il girone e saremmo usciti ai quarti di finale o in semifinale, avremmo potuto sostenere, senza alcuna ombra di dubbio, avevamo onorato Germania 2024. Invece nulla di tutto questo, critiche su critiche e Gravina che si trova ancora sulla graticola. Se Luciano Spalletti fallisce in questi mesi prima di Natale ci sarà un sostituto per entrambi.

Al momento e con le premesse che ci sono stante, appunto, il 6 settembre questo pericolo sembrerebbe scongiurato. Vuoi la voglia di rivalsa dello stesso Spalletti, vuoi anche il destino; perché diciamolo, per quanto ci ha fatto veramente arrabbiare e bestemmiare in questa estate, sapevamo tutti che il compito era già arduo di suo. poi, ovviamente ci sono stati degli errori dell’ex allenatore del Napoli e la frittata era fatta già prima di iniziare.

Quindi, questa sera contro la nazionale israeliana non aspettiamoci nulla e per un semplice motivo: per non rimanere delusi. Non facciamo questo discorso per mettere la mani avanti e prepararci per sparare a zero, cosa che in realtà non abbiamo mai fatto, ma perché, alle volte, le cadute possono arrivare anche quando meno c’è lo aspettiamo.

In fondo, permetteteci di fare nostre e solo in questo frangente le parole che lo stesso neo allenatore del Napoli Antonio Conte, tra l’altro ex Commissario Tecnico della Nazionale italiana di calcio che in quella spedizione del 2016 in Francia, guarda caso, aveva dichiarato in conferenza stampa dopo che la sua nuova squadra aveva annichilito il Bologna in casa: quando si parla di ricostruzione è normale che alcune partite andranno storte e quando accadrà, quando ci ritroveremo davanti alla sconfitta dobbiamo stare, anche in quell’occasione con i piedi per terra per non abbatterci facilmente.

Più o meno è questo il senso delle parole e del messaggio che Antonio Conte ha voluto esternare. Un messaggio semplice e al tempo stesso forte e chiaro. Naturalmente, non ci stiamo preparando al peggio e neanche ci stiamo preparando per un’altra grande vittoria. Stiamo solamente dicendo di vedere cosa succede. Anche se l’Italia vincerà questa sera la cura non sarà finita. C’è ancora tutto un biennio davanti a noi.

D’altronde non si può sempre vedere di ammirare il tacco volante di Tonali che si chiude con il tiro al volo quasi alla Van Basten, che i milanisti non se la prendono. Che forse Ricci, a centrocampo, potrebbe non sempre giocare a certi livelli, cosa che ha fatto al Parco Dei Principi.

Ciò che stiamo cercando di dire con questo discorso quasi da tirarci la zappa sui piedi ancor prima che ci cada è che non bisogna da nulla per scontato. Ogni partita è una partita a sé e bisogna aspettarsi di tutto, anche se la strada giusta, comunque, è stata imboccata.

A questo punto vi chiederete voi, cari lettori, cos’è che non ci convince? Nulla, ma il gruppo per poter crescere deve anche poter sbagliare senza vedersi puntare contro i fucili dei soliti che, quando le cose vanno male, sono tutti bravi a fare i cecchini, quando le cose vanno bene, invece, sono tutti bravi a salire sul carro dei vincitori. Un classico esempio lo rappresentò, quasi ormai venti anni fa, l’indimenticato Gigi Riva.

Il campione del Cagliari e della Nazionale, che nel 2006, aveva il ruolo di team manager, una volta che gli azzurri conquistarono il quarto mondiale e si stava organizzando giro celebrativo della squadra con il pullman lui non volle salire, perché molti che avevano attaccato la squadra erano vicino ai vincitori senza neanche chiedere scusa.

Con questo cosa vogliamo dire? Che manteniamo la nostra linea inaugurata, purtroppo, durante gli Europei in cui la squadra non aveva mostrato mordente, cosa che adesso ha fatto, e che semmai fino a qualche mese fa non esistevano bravi giocatori, forse in questo nuovo corso spallettiano, in questo nuovo modo di intendere il gioco, qualche eccezione si esprimerà in maniera diversa e più convincente. E chissà che effettivamente possiamo anche scoprire dei veri campioni?

Tutto questo per dire di stare sempre con i piedi per terra, visto che la ricaduta è sempre dietro l’angolo quando arriva dobbiamo stare attenti nel modo in cui viene gestita anche da parte nostra, come mass media. Precisato ulteriormente tale pensiero soffermiamoci brevemente sugli indici che scenderanno in campo questa sera a Budapest.

Rispetto alla gara con la Francia, a quanto pare, ci sono delle novità; dei cambi anche un po’ forzati e, in base a quanto è emerso in questi giorni, non proprio previsti: Donnarumma; Gatti, Buongiorno e Bastoni; Cambiaso, Frattesi, Ricci, Tonali e Udogie; Brescianini e Kean.

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